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Riciclo in Italia: fatturato a più di 7 miliardi nel 2023, ma margini in crisi. Il piano Agici per rilanciare il settore

La marginalità è passata dal +5% del triennio 2017-2019 al -0,6% del 2023. Lo studio Agici propone una strategia su tre fronti per rafforzare competitività, sostenibilità e stabilità economica

Riciclo in Italia: fatturato a più di 7 miliardi nel 2023, ma margini in crisi. Il piano Agici per rilanciare il settore

Il settore del riciclo in Italia cresce a livello di fatturato, superando i 7 miliardi di euro nel 2023, e realizzato investimenti per 1,04 miliardi (di cui circa 682 milioni sostenuti da aziende a partecipazione pubblica), fatica a mantenere un equilibrio economico solido. La marginalità, infatti, è passata dal +5% del triennio 2017-2019 al -0,6% del 2023, a conferma delle difficoltà strutturali del settore nonostante la crescita dei volumi trattati. Questo è quanto emerge dallo studio “I driver economici dell’industria del riciclo e dei rifiuti” presentato oggi dall’Osservatorio Agici, che ha analizzato le dinamiche economico-finanziarie di 50 aziende attive nelle principali filiere (plastica, carta, vetro, organico e Raee) tra il 2017 e il 2023.

Nonostante oltre un miliardo di euro investito in nuove tecnologie e infrastrutture, il settore fatica a trovare un equilibrio economico stabile. Tra i protagonisti della filiera, i termovalorizzatori raggiungono la migliore marginalità, vicino al 19%, mentre la raccolta si attesta su un modesto 2%. Plastica e carta vanno un po’ meglio, con impianti di selezione che superano il 10%, ma la maggior parte dei riciclatori, fatta eccezione per le cartiere (12%), resta sotto soglia. 

Riciclo in Italia: un settore frammentato e in fermento sul fronte M&A

A rendere ancora più complesso lo scenario contribuisce la forte frammentazione del comparto: una moltitudine di nicchie di mercato, regolate da normative differenti a livello nazionale e locale, ostacola lo sviluppo uniforme dell’industria del riciclo.

Lo studio ha censito 305 operazioni di fusione e acquisizione (M&A) effettuate tra il 2017 e il 2025, segno di un settore dinamico e in costante movimento. Il 2023 ha rappresentato l’anno più vivace, con 73 transazioni, mentre nel 2024 si è registrato un ridimensionamento con 43 operazioni. Nel complesso, il 51% delle operazioni ha riguardato investimenti impiantistici, il 41% acquisizioni, mentre le uscite dal mercato e le joint venture si sono fermate entrambe al 4%. I flussi di capitale si sono concentrati soprattutto sul segmento dell’organico, che ha assorbito il 19% degli investimenti, seguito dal vetro con il 12%, dalla plastica con il 9%, dalla carta con l’8% e dai Raee, che hanno attirato circa il 6%del totale.

Industria del riciclo al bivio: il piano Agici per il rilancio

Di fronte alle crescenti tensioni sui mercati delle materie prime seconde (Mps) e alle sfide legate agli obiettivi europei di sostenibilità, l’industria si trova oggi a un bivio. Agici propone un piano d’azione su tre fronti per invertire la rotta:

  • Ripensamento strategico delle aziende: spostare il focus dalla sola gestione dei materiali alla valorizzazione e commercializzazione degli output, innalzando la qualità dei processi e puntando su economie di scala per facilitare l’accesso al capitale.
  • Semplificazione normativa: rendere il quadro più uniforme, rafforzare e centralizzare i sistemi di responsabilità estesa del produttore (Epr), ridurre i costi di partecipazione al mercato e garantire raccolte di alta qualità.
  • Innovazione delle politiche industriali: a livello comunitario diventa cruciale definire in modo univoco le caratteristiche delle Mps e proteggerle dalle importazioni non conformi, per favorire la competitività rispetto alle materie vergini e rafforzare la sostenibilità economica e ambientale dell’intero comparto.

I commenti

“I risultati presentati oggi restituiscono l’istantanea di un comparto che incontra diverse difficoltà nel sostenersi – ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici -. È giunto il momento di perseguire una policy di ridisegno del settore che porti a uno sviluppo integrato e condiviso, finalizzato alla crescita dell’intero mercato. In questo senso, imprese e istituzioni devono collaborare per ridefinire strategie, semplificare il quadro normativo e costruire mercati ampi e dinamici per le materie prime seconde, trasformando il riciclo nel principale motore di innovazione e sostenibilità”.

“L’industria del riciclo oggi si scontra con un paradosso della crescita, che vede i ricavi aumentare ma le marginalità diminuire. In questo contesto, a farne le spese sono gli impianti di riciclo vero e proprio, la parte terminale della filiera, per cui il modello di business è sempre meno sostenibile – ha commentato Eugenio Sini, coordinatore dell’Osservatorio Riciclo e Rifiuti -. L’estrema frammentazione in nicchie ristrette di mercato non giova a nessun operatore ma, anzi, mette a repentaglio la tenuta del comparto: è dunque essenziale favorire un approccio di cooperazione per far crescere il mercato e identificare nuove vie per valorizzare i materiali riciclati a valle dei processi”.

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