Certo, i beni di lusso e della moda, quando soffiano venti di guerra, non sono certo considerati beni in cui rifugiarsi. Diverse analisi mettono in evidenza il calo degli acquirenti, persino di quelli più facoltosi, negli ultimi mesi caratterizzati da grandi tensioni geopolitiche. Ma i più ottimisti confidano che l’alta qualità della produzione italiana possa resistere alle intemperie.
I titoli azionari del settore sono molto volatili in borsa, ma capaci di reagire positivamente, non appena si intravvedono anche minimi segali di distensione: le borse internazionali in queste ore prendono fiato dopo le tensioni dei giorni scorsi, cavalcando il rinvio di Trump di un intervento bellico diretto a fianco di Israele contro l’Iran. Così stamane, in una Piazza Affari in rialzo (Ftse Mib +1,02% ), Brunello Cucinelli è a +0,59% , Moncler a +0,14% e Salvatore Ferragamo a +1,31% così come Hermes, Lvmh +0,09% e Kering +2,74% a Parigi e Burberry a Londra.
Altagamma ottimista per l’alto di gamma italiano
“Le guerre stanno impattando sempre di più e i fronti sono sempre più numerosi”, ha detto Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, presentando l’aggiornamento del Monitor Altagamma-Bain sui mercati mondiali dei beni personali di lusso. “Stiamo assistendo a un calo del potere di acquisto dei consumatori che ha avuto un impatto anche sui beni di lusso, soprattutto quelli aspirazionali. Si prevede che il 2025 sia un anno di flessione e il nostro mercato non può essere immune al contesto”. Tuttavia, ha aggiunto Lunelli, “continuiamo a essere ottimisti, perché le difficoltà sono esogene rispetto a un settore che ha ancora fondamentali molto solidi. E l’alto di gamma italiano ha tutti gli ingredienti per regalare esperienze e il savoir-faire per soddisfare anche i consumatori più esigenti“.
Altagamma-Bain: tre scenari per il mercato globale dei beni personali di lusso nel 2025
Secondo il Monitor Altagamma-Bain, nel primo trimestre del 2025 il mercato globale dei beni personali di lusso, che aveva chiuso il 2024 in lieve contrazione a 364 miliardi, ha registrato un calo tra il -3% e il -1% rispetto all’anno precedente a tassi correnti. Quanto alle previsioni per tutto il 2025, al netto dell’incertezza che caratterizza il contesto globale, si ipotizzano tre scenari: uno ottimistico, che vede un rimbalzo moderato (tra -2% e +2%); uno più probabile, che prevede una contrazione moderata, tra -5% e -2%; e uno più grave, con una contrazione significativa: tra -9% e -5%.
I più in difficoltà sono Usa e Cina. Europa e Giappone stabili. Corre il Medio Oriente
Nella suddivisione geografica del Monitor, sono Stati Uniti e Cina continentale a presenta le maggiori difficoltà. Europa e Giappone appaiono più stabili, pur mostrando segnali di rallentamento, principalmente legati al calo del turismo e ai consumi a esso collegati. Medio Oriente, America Latina (con il Messico in testa) e Sudest asiatico confermano l’andamento positivo degli ultimi mesi. In particolare, “il Medio Oriente è l’area che sta performando meglio”, essendo anche la “destinazione primaria dei russi, che ora si stanno spostando anche su Singapore e Bali”, ha precisato Federica Levato, senior partner e responsabile Emea Moda e lusso di Bain & Company.
Reggono bene alcuni settori di alta gamma: dall’ospitalità alla ristorazione, dai jet privati alle superauto
Dal punto di vista delle categorie di prodotto, jet privati, yacht, automobili di fascia alta, abbigliamento e gioielleria continuano a registrare risultati solidi, mentre vini e liquori, orologeria e pelletteria rallentano. Si conferma la performance positiva del lusso esperienziale: i consumatori continuano a voler vivere esperienze come l’ospitalità, le crociere su navi più piccole e per viaggi più lenti e immersivi, la ristorazione di alta gamma e le esperienze gourmet.
La crisi dell’online e dei follower sui social. Anche gli Uhnwi risparmiano
Lo studio rileva anche che dal 2022 le ricerche online sono diminuite per oltre il 40% dei marchi, la crescita del numero di follower sui social è crollata del 90% e il tasso di engagement è calato del 40%. Anche gli Uhnwi (gli Ultra-High Net Worth Individuals, gli ultraricchi con un patrimonio netto superiore a 30 milioni di dollari) “mostrano un progressivo interesse negativo, dovuto ai prezzi ma anche a creatività e innovazione limitate“, ha sottolineato Claudia D’Arpizio, senior partner e responsabile globale Moda e lusso di Bain & Company. “I brand stanno lavorando per aumentare il contenuto esperienziale del retail, modificando anche estetiche e team creativi”.
Anche un rapporto di Bernstein sottolinea che “la crescita della spesa dei consumatori di fascia alta è rimasta robusta, nonostante il rallentamento della domanda di beni di lusso in generale” e che “le aziende esposte al segmento di fascia alta hanno registrato una crescita organica superiore di oltre il 90% negli ultimi 12 trimestri consecutivi”. Tanto è vero che tutto sommato anche i prezzi delle azioni hanno registrato un andamento interessante.
Semmai Bernstein dice che l’incertezza macroeconomica ha iniziato a pesare sulle intenzioni di spesa degli HNWI. Bernstein cita una ricerca di Agility, tra il 17 marzo e il 25 aprile, raccogliendo una combinazione di risposte pre e post “Giorno della Liberazione”, quello in cui Trump ha annunciato i dazi globali, poi sospesi fino all’inizio di luglio. In tutte le fasce di reddito, i partecipanti al panel hanno segnalato un forte calo delle intenzioni di spesa nel lusso nel primo semestre del 25. “Ci aspettiamo che questo si traduca in un rallentamento della crescita della spesa per il lusso nel breve termine” dicono a Bernstein, che ricorda che i consumatori statunitensi sembrano essere stati i più colpiti. Invece i consumatori cinesi continuano a preferire i gioielli.
Occhi puntati sul colosso Lvmh. Morgan Stanley e Rbc Capital abbassano i target
Il colosso mondiale del lusso Lvmh è spesso utilizzato come cartina al tornasole del settore. Tra la metà e la fine di luglio il gruppo pubblicherà i risultati del primo semestre e Morgan Stanley e Rbc Capital Markets hanno rivisto al ribasso i target price, anch’esse sottolineando il periodo di difficoltà a causa di un lento e inorganico recupero degli acquisti in Cina e dei dazi Usa sull’Europa. Tanto che ora il mercato si aspetta che gli oltre 75 marchi del gruppo subiranno una revisione interna con possibili cessioni o ipo. Il titolo si muove sopra la parità oggi, ma da inizio anno ha perso oltre il 28% per 228 miliardi circa di capitalizzazione.
Gli analisti temono un semestre difficile, in particolare per la divisione trainante di moda e pelletteria. Morgan Stanley ha abbassato il target price da 560 a 510 euro, mantenendo la raccomandazione equalweight. L’analista Edouard Aubin ha anche ridotto la stima per il secondo trimestre della divisione moda e pelletteria, prevedendo una contrazione delle vendite organiche del 7,5% su base annua. “Sebbene gran parte dei titoli del lusso sia destinata a subire tagli alle stime di utile per azione, Lvmh appare particolarmente vulnerabile e sembra sottoperformare rispetto ai principali competitor del settore” dice una nota.
Anche Rbc Capital Markets, pur mantenendo una visione più positiva con raccomandazione outperform, ha ridotto in maniera importante il target price, portandolo da 680 a 550 euro. L’analista Piral Dadhania prevede un ulteriore rallentamento della crescita dei ricavi nel segmento chiave fashion & leather goods e un deterioramento dei margini operativi. “Il contesto di mercato per Lvmh sta migliorando moderatamente, anche se non è ancora ottimale”, ha scritto Dadhania. Tuttavia, aggiunge, le revisioni degli utili continueranno a essere negative nel breve termine.