Per il calendario fiscale italiano, giugno è da sempre un mese cruciale. Le giornate si allungano, l’estate si avvicina, ma per milioni di contribuenti, tra professionisti, imprese, partite Iva e semplici cittadini, è soprattutto un periodo carico di adempimenti. Il Fisco, in queste settimane, presenta il conto: dichiarazioni da trasmettere, imposte da versare, rate da saldare. Un vero e proprio slalom tra scadenze che richiede attenzione, pianificazione e, spesso, l’aiuto di un professionista.
Non c’è solo l’Imu (in scadenza il 16 giugno), di cui abbiamo già parlato. Giugno si apre e si chiude con passaggi fondamentali per tenere in regola la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate e con gli enti locali. Ecco tutte le scadenze del mese.
9 giugno: ottava rata della rottamazione quater
Il mese è iniziato con una scadenza importante, passata un po’ in sordina ma decisiva per centinaia di migliaia di contribuenti che hanno aderito alla cosiddetta rottamazione quater: entro il 9 giugno andava pagata l’ottava rata del piano di pagamento agevolato. Si tratta del percorso previsto dal governo per chiudere le pendenze con il Fisco pagando solo l’imposta dovuta, senza sanzioni né interessi. Chi non ha rispettato questa data è ufficialmente decaduto dai benefici della misura. Un’occasione persa, in molti casi, per mettere ordine in situazioni debitorie anche complesse.
10 giugno: termine per la comunicazione della cessione del credito
Il 10 giugno ecco un altra scadenza: la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dell’eventuale cessione del credito o dello sconto in fattura per i lavori effettuati nel 2024. È il passaggio obbligatorio per chi ha beneficiato di bonus edilizi, dal Superbonus agli incentivi minori, e ha scelto di cedere il credito a una banca o a un’impresa. Chi non l’ha fatto in tempo, perde la possibilità di trasferire il credito e dovrà utilizzarlo direttamente in dichiarazione, ammesso che abbia capienza fiscale sufficiente. Una scadenza che coinvolge migliaia di famiglie e imprese, e che ogni anno crea dubbi interpretativi e rincorse last minute.
16 giugno: scadenza prima rata Imu
A metà mese, come di consueto, ecco la scadenza dell’acconto della prima rata dell’Imu. Lunedì 16 giugno è il termine entro cui devono pagare tutti i proprietari di immobili che non siano abitazioni principali non di lusso. Parliamo quindi di seconde case, appartamenti in affitto, negozi, uffici, terreni, fabbricati strumentali.
L’Imu è un’imposta locale, gestita dai Comuni, e le aliquote possono variare sensibilmente da città a città. Per questo è sempre bene verificare sul sito del proprio ente le delibere più recenti. Non sono previste proroghe e chi salta la data è soggetto a sanzioni e interessi.
17 giugno: Irpef, Iva, contributi e acconti
Il giorno successivo, martedì 17 giugno, il calendario fiscale entra nel vivo. Si tratta infatti di una delle scadenze più dense dell’intero anno. È il momento in cui confluiscono molti versamenti: l’Iva del mese di maggio, le ritenute Irpef operate dai sostituti d’imposta su stipendi, compensi e provvigioni, i contributi Inps, le addizionali regionali e comunali. Ma soprattutto, chi ha già chiuso la propria dichiarazione dei redditi è chiamato a pagare il saldo 2024 e il primo acconto per il 2025. Parliamo in particolare di professionisti, lavoratori autonomi, forfettari e società di persone, ma anche di soggetti con redditi da locazione o investimenti finanziari.
Chi sceglie la rateizzazione potrà spalmare il pagamento nei mesi successivi, ma con l’aggiunta di interessi. Per chi invece preferisce prendersi ancora un po’ di tempo, è possibile versare tutto entro il 30 luglio con una maggiorazione dello 0,4%.
25 giugno: scadenza per gli elenchi Intrastat
Il 25 giugno è invece il giorno riservato agli operatori economici che effettuano operazioni intracomunitarie. Entro quella data vanno trasmessi gli elenchi riepilogativi Intrastat riferiti al mese di maggio, fondamentali per il monitoraggio delle transazioni commerciali con gli altri Paesi dell’Unione europea e per il corretto assolvimento degli obblighi Iva. Un adempimento tecnico, ma necessario, che riguarda una fetta significativa del tessuto produttivo italiano, in particolare nel settore manifatturiero ed export-oriented.
30 giugno: saldo 2024 e primo acconto 2025
Il mese si chiude con una delle scadenze più rilevanti in assoluto. Entro lunedì 30 giugno, milioni di contribuenti, tra cui professionisti, autonomi, società e titolari di redditi diversi, dovranno versare il saldo delle imposte relative al 2024 e il primo acconto per il 2025. Il riferimento normativo è il modello Redditi 2025, con il quale si determinano le somme dovute a titolo di Irpef, Ires, imposta sostitutiva per i forfettari, cedolare secca e relative addizionali. Il contribuente può scegliere se calcolare l’acconto secondo il metodo “storico”, basato sull’anno precedente, oppure optare per un metodo “previsionale”, stimando le imposte in base al reddito atteso per l’anno in corso.
Anche in questo caso è prevista la possibilità di dilazionare l’onere fiscale: chi sceglie la rateizzazione può dividere l’importo dovuto in più mensilità, ma pagando interessi sulle rate successive alla prima. Se si posticipa il primo versamento al 30 luglio, è necessario applicare una maggiorazione dello 0,40%. Le rate successive prevedono un interesse dello 0,33% mensile e tutto il piano di pagamento deve concludersi entro il 16 dicembre. Chi presenta la dichiarazione con modello 730 può indicare l’opzione per la rateizzazione direttamente nel quadro F, mentre chi si affida a un commercialista o a un Caf dovrà comunicarla al momento della trasmissione.
Nessuna proroga in vista
Va ricordato che, secondo la normativa, se una scadenza cade di sabato o in un giorno festivo, viene posticipata al primo giorno lavorativo successivo. Ma quest’anno il 30 giugno è un lunedì, quindi non ci sono slittamenti possibili. Il calendario resta quello, e chi dimentica o ritarda anche di un solo giorno dovrà fare i conti con sanzioni e ravvedimenti.