Le banche europee superano lo stress test 2025 con risultati rassicuranti. A distinguersi sono soprattutto gli istituti italiani, che registrano uno degli impatti patrimoniali più contenuti dell’intera Unione. È quanto emerge dai risultati dei test condotti dall’Autorità bancaria europea (Eba), in collaborazione con la Banca centrale europea (Bce), su 64 banche della Ue, pari al 75% degli attivi bancari complessivi.
Banche Ue resilienti anche in uno scenario estremo
Nello scenario avverso – che simula una grave recessione globale, un’escalation delle tensioni geopolitiche (in particolare in Medio Oriente) e una corsa al protezionismo con l’aumento dei dazi – le banche europee dimostrano una buona tenuta patrimoniale, registrando perdite aggregate per 547 miliardi di euro. Il CET1 ratio medio scenderebbe dal 15,8% al 12,1%entro il 2027 nel campione Eba, e al 12% nel campione Bce (a fronte del 10,4% nel test 2023). Si tratta di una contrazione significativa, ma molto più contenuta rispetto a quella registrata nel test del 2023.
L’Eba sottolinea che, pur in presenza di gravi shock, le banche europee manterrebbero una forte capacità di sostegno all’economia. Tuttavia, viene ribadita l’importanza di preservare adeguati buffer patrimoniali per la stabilità del sistema.
Italia tra le migliori: banche solide anche sotto stress
Nel confronto tra Paesi, l’Italia risalta positivamente. L’assorbimento medio del capitale CET1 nello scenario avverso è pari a 150 punti base, uno dei valori più bassi in Europa. Fanno meglio solo:
- Portogallo: impatto inferiore ai 50 punti base
- Svezia: meno di 100 punti base
- Ungheria, Grecia, Polonia, Norvegia: poco sopra i 100 punti base
Molto più marcato l’impatto in Francia e Germania (fino a -400 punti base) e in Spagna(circa -200 punti base).
Le migliori italiane: Iccrea, Mps, Intesa e Unicredit in vetta
Ecco i risultati principali nel dettaglio, secondo il report ufficiale:
- Iccrea: CET1 dal 23,3% al 21,3%
- Mps: dal 18,3% al 17,1%.
- Bper Banca: dal 15,8% al 14,1%.
- Unicredit: dal 16% al 12,5%.
- Intesa Sanpaolo: dal 13,3% al 12%.
- Banco Bpm: dal 15% all’11,4%.
Le dichiarazioni delle banche italiane confermano la soddisfazione per i risultati. Intesa Sanpaolo evidenzia la forza del suo modello di business “diversificato e resiliente”. Bper sottolinea la “significativa riduzione dell’impatto rispetto allo stress test 2023”. Banco Bpm rivendica la piena conformità ai requisiti anche nello scenario più severo, senza intaccare il dividendo. Mps, storicamente sotto osservazione, dichiara di aver raggiunto “i risultati migliori di sempre” in uno stress test. “In stress test noi fra i più virtuosi. Solidità ci permette supporto a soci e clienti”, ha dichiarato Mauro Pastore il direttore generale del gruppo Bcc Iccrea.
Confronto europeo: Francia e Germania arrancano
Molto più marcato l’impatto sulle banche di Francia (Bnp Paribas: CET1 dal 12,9% al 9,5%; Crédit Agricole: dal 17,2% all’11%; Société Générale: dal 13,3% all’8,8%) e di Germania (Deutsche Bank: dal 13,8% al 10,2%; Commerzbank: dal 15,1% al 10,5%; Landesbank Baden-Württemberg: crollo dal 14,7% al 6,8%).
Tra le spagnole, Bbva e Santander scendono da circa il 13% a poco sopra l’11%.
Focus Bce: più banche testate, perdite sotto controllo
Parallelamente, la Bce ha condotto uno stress test su 96 banche dell’area euro, includendo anche istituti di medie dimensioni. Il test replica lo stesso scenario avverso dell’Eba, e ha evidenziato:
Perdite complessive: 628 miliardi di euro (in aumento rispetto ai 548 miliardi del test 2023); CET1 ratio: in calo dal 16% al 12%.
Il deterioramento è stato più contenuto rispetto al 2023 grazie, grazie alla maggiore redditività di partenza, favorita da tassi d’interesse più alti e dalla buona qualità degli attivi. Tuttavia, la Bce avverte: la sostenibilità dei profitti attuali è incerta e potrebbe variare sensibilmente da banca a banca.
Dividendi e leva sotto osservazione
Sebbene tutte le banche abbiano superato formalmente il test, 17 istituti europei hanno superato almeno in un anno del triennio 2025-2027 i limiti del Mda trigger (Massimum Distributable Amount), attivando vincoli temporanei sulla distribuzione di dividendi o sul rispetto del coefficiente di leva finanziaria.
Per una banca, in particolare, è stata riscontrata un’infrazione sul Srep Tier 1leverage ratio, indicatore chiave per la stabilità strutturale.