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Stellantis riorganizza: Maserati torna a Modena, Mirafiori punta sulla 500 ibrida

Stellantis rilancia Modena come polo del lusso riportando la produzione delle Maserati GranTurismo e GranCabrio nello storico stabilimento, mentre a Mirafiori parte la nuova Fiat 500 ibrida. I sindacati chiedono certezze occupazionali

Stellantis riorganizza: Maserati torna a Modena, Mirafiori punta sulla 500 ibrida

Stellantis ridisegna la propria geografia produttiva in Italia. Due mosse in parallelo – il ritorno della Maserati GranTurismo e GranCabrio nello storico stabilimento di Modena e l’avvio della produzione della nuova Fiat 500 ibrida a Mirafiori – ridefiniscono il baricentro industriale del gruppo nel Paese. Una strategia che punta a rafforzare due poli distinti ma complementari: l’eccellenza artigianale e sportiva a Modena, la produzione di massa e l’ibridazione tecnologica a Torino. Resta però lo scetticismo tra i sindacati preoccupati per il futuro occupazionale della storica sede torinese.

Modena si riprende il Tridente: la GranTurismo e la GranCabrio tornano a casa

Dalla seconda metà del 2025, le Maserati GranTurismo e GranCabrio verranno nuovamente assemblate nello stabilimento modenese, dove Maserati ha la propria sede storica. “È una decisione orgogliosa e strategica”, ha commentato Santo Ficili, ceo di Maserati, che sottolinea come la scelta rappresenti un ritorno alle radici ma con uno sguardo rivolto all’innovazione: “Con questa decisione, Maserati ribadisce la propria visione strategica: costruire un futuro innovativo, responsabile e italiano, e fare della città, insieme alla filiera, il polo del lusso per il gruppo Stellantis”.

Modena, già sede della produzione della supercar MC20, si consolida così come centro d’eccellenza del lusso automobilistico targato Stellantis. Lo stabilimento ospita anche le nuove Officine Fuoriserie, uno spazio dedicato alla personalizzazione estrema dei modelli Maserati, dotato di una linea di verniciatura avanzata.

Il trasferimento da Mirafiori riguarda l’assemblaggio dei modelli GTi e GSi, mentre le fasi di lastratura e verniciatura resteranno a Torino, creando una catena produttiva distribuita tra i due impianti.

Mirafiori si riorganizza: parte la 500 ibrida

Il ridimensionamento della produzione Maserati a Mirafiori viene compensato dall’avvio della produzione della Fiat 500 ibrida, considerata da Stellantis un modello chiave per la propria offerta sostenibile in Europa. Questo passaggio consentirà di garantire continuità operativa per il personale, in parte riallocato dalla linea Maserati alla nuova 500, e in parte impiegato in attività collaterali come la produzione di cambi Edct e C514 e nei progetti legati all’economia circolare.

I sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr accolgono positivamente la mossa per quanto riguarda Modena, definendo la decisione “un’opportunità concreta” per dare nuovo impulso a uno stabilimento colpito dalla cassa integrazione. Esprimono, però, forti perplessità sulle prospettive di Mirafiori: “Serve una produzione di massa per saturare l’impianto torinese”, affermano, chiedendo l’urgenza di ulteriori assegnazioni di modelli ibridi o elettrici di largo consumo.

Più critici i toni della Fim-Cisl Torino e Canavese. Per Rocco Cutrì e Igor Albera, la decisione di spostare le Maserati a Modena rappresenta “la conferma della peggiore ipotesi”. Il timore è che venga meno il progetto del Polo del Lusso nato proprio a Torino con modelli come la Quattroporte, la Ghibli e il Levante, già usciti di scena senza sostituti.

“La produzione resterà divisa a metà: verniciatura a Torino, assemblaggio a Modena. Difficile comprenderne la logica industriale, se non come una decisione estemporanea”, affermano i sindacalisti. Il giudizio è netto: senza una strategia chiara sul futuro dei marchi italiani – da Maserati a Lancia e Alfa Romeo – “a poco serviranno spostamenti e rimaneggiamenti”.

Stellantis si è impegnata a incontrare le organizzazioni sindacali la prossima settimana per un aggiornamento sul piano industriale. L’attesa è ora per la nuova direzione strategica (a breve il nome del nuovo ceo), che dovrà chiarire quali saranno i reali investimenti su Mirafiori e quale sarà il destino della produzione italiana all’interno di un gruppo sempre più globale.

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