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Serie A, pagelle: Juve, lo scudetto non assolve Sarri

La vittoria del nono scudetto consecutivo non basta a celebrare la Juve di Sarri, perché il bel gioco non s’è mai visto – Le vere novità sono state l’Atalanta e la Lazio – I rimpianti dell’Inter – La riscossa del Milan, del Napoli e della Roma dopo il lockdown – Il Genoa è salvo, il Lecce retrocede

Serie A, pagelle: Juve, lo scudetto non assolve Sarri

Il Genoa è salvo, il Lecce retrocede in Serie B. Con l’ultimo verdetto che mancava va ufficialmente in archivio il campionato 2019/20, per ovvi motivi il più strano della storia. Mai infatti la Serie A si era fermata per tre mesi abbondanti per poi ripartire in estate, arrivando a giocare 12 giornate (13 coi recuperi) in un lasso di tempo brevissimo. Ora, in attesa delle coppe europee, è dunque arrivato il momento del pagellone finale, ovviamente riferito al solo campionato: per il resto, infatti, c’è ancora un agosto di passione.

JUVENTUSVOTO: 7,5

Il voto, alla luce dello scudetto appena conquistato (nono consecutivo, nessuno nei maggiori campionati europei c’era mai riuscito), non può che essere buono, eppure siamo lontani dall’eccellenza. La sensazione, infatti, è che la Juve abbia vinto più per demeriti altrui che per meriti propri; a certificarla, inoltre, ci sono i numeri che l’hanno visto perdere ben 7 volte e subire addirittura 43 gol, ben 13 in più dello scorso anno. Insomma, siamo ben lontani dalla perfezione e Andrea Agnelli, non a caso, ha evitato di festeggiare pubblicamente il tricolore, preferendo puntare l’obiettivo sulla Champions e su quella final eight da raggiungere a tutti i costi. Sarri (voto 6, per ora…) avrà preso nota, consapevole che lo scudetto, da solo, non basterà per mantenerlo sulla panchina più vincente d’Italia.

INTERVOTO: 7

Un buon campionato quello dei nerazzurri, pur senza nessun premio. L’Inter ha comunque migliorato di molto lo score dello scorso anno, quando raggiunse il quarto posto all’ultima giornata, totalizzando 69 punti, 13 in meno di oggi. La partecipazione alla massima coppa europea non è mai stata in discussione, ragion per cui Conte (voto 6,5), tra uno sfogo e l’altro, può comunque dirsi (moderatamente) soddisfatto. Resta però la sensazione di aver buttato una grande chance per sorprendere la peggior Juve degli ultimi anni, tanto più che gli scontri diretti hanno rappresentato il punto più alto della stagione bianconera. Nel prossimo campionato, evidentemente, le aspettative saranno molto più alte e il secondo posto, forse, non basterà più. Problemi di Conte, sempre che sulla panchina nerazzurra ci sia ancora lui…

ATALANTA – VOTO: 8
LAZIO – VOTO: 7,5

Il paradosso di prendere un voto migliore di chi ti sta davanti. Atalanta e Lazio avrebbero barattato volentieri il nostro premio con una posizione più alta in classifica, su questo non ci sono dubbi, eppure, scherzi a parte, è giusto sottolineare come entrambe siano andate ben oltre ogni aspettativa. In pochi, infatti, pensavano che i biancocelesti potessero arrivare in Champions, peraltro dopo essere stati addirittura in corsa per lo scudetto, ancora meno quelli che credevano nella conferma dei bergamaschi, capaci di arrivare sul podio per la seconda volta consecutiva. A Gasperini (voto 8) e Inzaghi (7,5) il merito di cotanti risultati, oltre che un plauso sincero per aver dimostrato che i soldi contano, ma le idee di più.

ROMAVOTO: 6

Poteva fare di più questa Roma, ma anche di meno. A un certo punto, infatti, le cose si erano messe piuttosto male, tanto che perfino il quinto posto sembrava a rischio. Sarebbe stato troppo dopo un girone d’andata a ritmo Champions, ma siccome i campionati durano 38 giornate, ecco che lo scenario si stava trasformando in realtà. Alla fine però i giallorossi, in un modo o nell’altro, si sono rimessi a marciare, tanto che ora possono guardare all’Europa League con fiducia. Fonseca (6) sa bene che un successo cambierebbe la stagione, ma anche che il futuro dovrà vederlo più convinto delle sue idee, altrimenti la Capitale potrebbe fagocitarlo proprio come i predecessori Garcia e Spalletti.

MILANVOTO: 6

Diciamolo subito: il voto è una media perfetta tra il 4 dei primi 7 mesi e l’8 degli ultimi 45 giorni. Impossibile dare un senso logico al campionato del Milan, del tutto insufficiente fino al lockdown e trasformatosi subito dopo. La classifica finale, probabilmente, dice la verità con un sesto posto che, a inizio stagione, sarebbe stato accolto senza alcun tipo di entusiasmo, anche se è giusto sottolineare come fosse l’unico vero obiettivo rimasto. Pioli (7) ha saputo ricostruire sulle macerie lasciate da Giampaolo (4), valorizzando diversi oggetti misteriosi (su tutti Calhanoglu, ma anche Kessié) e sfruttando al meglio la carta Ibrahimovic, uscita dalla manica di Maldini nel momento più difficile della stagione. Il finale, evidentemente, autorizza un certo ottimismo in vista della prossima stagione, quando l’obiettivo sarà la Champions League. E questa volta, dopo aver accarezzato per mesi l’idea dell’ennesima rivoluzione, ci si proverà nel segno della continuità.

NAPOLIVOTO: 5

Anche qui una doverosa precisazione: il voto si riferisce al campionato, non alla Coppa Italia né tantomeno a ciò che è accaduto (e potrà ancora accadere) in Champions League. Giusto allora bocciare il Napoli di Gattuso (6), anche se le colpe di tale fallimento sono quasi tutte del suo predecessore Ancelotti (4). Era stato lui, la scorsa estate, a parlare apertamente di scudetto, invece è stato esonerato dopo 15 giornate, lasciando la squadra a distanza siderale perfino dalla zona Champions. Gattuso ha raccolto una squadra in ginocchio e l’ha rimessa in piedi, usando il campionato soprattutto come palestra per le competizioni ancora aperte. Ottima idea, ma è chiaro che vedere il Napoli, negli ultimi anni unica vera alternativa alla Juve, chiudere al settimo posto a meno 16 da Atalanta e Lazio fa un’impressione decisamente negativa.

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