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Sanità senza speranza: il Ministro snobba i fondi Mes

Non si era mai visto un ministro della Salute, come Roberto Speranza (Leu), che, per non turbare i sonni dei Cinque Stelle, resta indifferente di fronte a una montagna di soldi per rafforzare il sistema sanitario come quelli che offre il Mes – E poi chiede investimenti al ministro del Tesoro che ovviamente s’infuria perchè Speranza non si pronuncia a favore del Mes – Ma anche Conte e i governatori leghisti stanno facendo una figura incredibile, quasi come i grillini

Sanità senza speranza: il Ministro snobba i fondi Mes

Questa sì che è incredibile: un ministro della Sanità, o della Salute come adesso si dice, che snobba i fondi che il Mes mette immediatamente a disposizione del sistema sanitario a tassi praticamente irrisori. Ormai s’è capito che il Mes non è solo un fondo europeo anti-Covid, ma è diventato una vera e propria cartina al tornasole per accertare chi sono i politici che mettono al primo posto gli interessi dei cittadini (e soprattutto quelli dei malati) o chi sono quelli che invece antepongono il loro tornaconto elettorale e le loro paranoie ideologiche. E il ministro della Salute in quota Leu, Roberto Speranza (Bob Hope, per gli amici) non sfugge alla prova della verità: s’arrampica sugli specchi, ma non si pronuncia a favore dei 37 miliardi che l’ Europa – che stavolta c’è, con buona pace dei sovranisti – è pronta a dare subito all’Italia per rafforzare il proprio sistema sanitario. Incredibile, ma vero.

È già fuori dal mondo che a rifiutare i fondi del Mes siano i Cinque Stelle, ma si sa quanto male facciano l’ideologia, il populismo e il dilettantismo. Ed è del tutto assurdo che, per non turbare le coscienze grilline, l’Italia debba sopportare un Premier che rinvia, rinvia e rinvia senza il coraggio di dire con chiarezza a Merkel e a Macron e, prima ancora agli italiani, che i fondi del Mes sono manna per il nostro sistema sanitario e che perciò la finiamo di fare gli schizzinosi e li prendiamo di corsa. Conte voleva essere l’avvocato del popolo, ma resterà negli annali come l’avvocato del populismo. Come altrimenti definire il suo non possumus di fronte al Mes? Una fuga dalle proprie responsabilità che vale anche per i Governatori leghisti delle regioni del Nord: con che faccia chiederanno più soldi al Tesoro per la sanità se voltano le spalle al Mes? È più importante la fedeltà a Matteo Salvini o ai cittadini che chiedono una sanità migliore?

Ma cosa dire del ministro della Salute, che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, incalzano un giorno sì e l’altro pure perché si schieri a favore del Mes? “Sarebbe ora – ha sostenuto il ministro Gualtieri – che pure qualche governatore si facesse sentire e, perché no?, anche il ministro della Salute”. Ma Speranza fa finta di non sentire. Non sì era mai visto un ministro della Salute, di solito a caccia di fondi, che fa l’indifferente di fronte al ricco piatto che ci offre l’Europa. L’altro giorno il giovane ministro di Leu ha creduto di aver trovato la quadra quando ha sostenuto che il nostro sistema sanitario ha bisogno di grandi investimenti ma che sul Mes deve pronunciarsi il Parlamento. Un modo per buttare la palla in tribuna ma – diciamolo con chiarezza – senza salvare la faccia dall’ipocrisia. Che sul Mes l’ultima parola spetti al Parlamento è tanto ovvio quanto banale, ma il punto cruciale è un altro: quando si arriverà al voto in Parlamento, Speranza e i suoi compagni di partito come si schiereranno? Con il Pd e Italia Viva, che non pensano nemmeno lontanamente a rinunciare ai 37 miliardi del Mes per la sanità, o, al contrario, con i Cinque Stelle, che, persi nelle nebbie dell’ideologia e dell’incompetenza, li rifiutano? Chissà come farà Speranza a spiegare la sua ambiguità e le sue incertezze sul Mes ai suoi concittadini lucani.

Ma di che pasta fosse fatto il ministro della Salute si era visto anche durante il lockdown. All’inizio del Coronavirus, si è nascosto dietro i saggi consigli del Comitato tecnico del ministero e dell’Istituto Superiore della Sanità, ma non appena è scoppiato il dramma, Speranza è sparito. Perché in Val Seriana, nella bergamasca e nel bresciano non sono state create le zone rosse come a Codogno? A chi spettava? Alla Regione Lombardia o al Governo centrale? La magistratura sta ancora indagando, ma, al di là delle competenze formali, per quale motivo Speranza, di fronte alle tragedie di Alzano Lombardo e di Nembro, non ha mai alzato la voce e non ha mai pubblicamente spronato la Regione Lombardia a muoversi? Qui non c’è gioco di parole che tenga: le inadempienze e la fuga dalle responsabilità sono ben chiare e restano scolpite nella pietra. Come sul Mes.

PS – A onor del vero il ministro Speranza sembra essersi convinto, sia pur tardivamente, dell’importanza di utilizzare i fondi del Mes per rafforzare il sistema sanitario italiano: è quanto si deduce da un’intervista rilasciata dal ministro al Foglio dell’11 luglio. Speriamo che alle intenzioni seguano davvero i fatti.

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