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Open Fiber e Acea lanciano il piano per la fibra ottica a Roma

Gli amministratori delegati delle due società hanno firmato l’accordo siglato in agosto. Investimenti per 375 milioni, cantieri al via in primavera. Ripa (Of): “Con Roma accelera il nostro piano nazionale”. Donnarumma (Acea): “Più automazione e controllo sulle nostre reti elettricità e acqua; servizi smart per la città e per i clienti”. Entro fine anno sarà costituita una nuova società mista tra i due gruppi.

Open Fiber e Acea lanciano il piano per la fibra ottica a Roma

La fibra ottica da 1 Giga entra nelle case a Roma: le prime 370.000 saranno collegate entro i prossimi 5 anni, ma l’obiettivo a regime è di raggiungere 1,2 milioni di unità complessivamente. Diventa operativo – i primi cantieri partiranno in primavera – l’accordo tra Open Fiber (50% Enel e 50% Cassa Depositi e Prestiti, Cdp) e Acea. Il decollo dell’operazione è infatti scattato con la firma del contratto siglato in agosto e firmato venerdì mattina nella sede della municipalizzata romana, da parte dei due amministratori delegati: rispettivamente Elisabetta Ripa (alla sua prima uscita ufficiale dopo l’avvicendamento al vertice della società da cui sono usciti Franco Bassanini e Tommaso Pompei) e Stefano Donnarumma. Entrambi hanno messo in evidenza i vantaggi di un “colpo” che consente a OF di includere la capitale d’Italia nel novero delle 271 città italiane interessate al piano di cablaggio nazionale che ha per obiettivo di raggiungere 9 milioni di case a regime. E ad Acea di accelerare il proprio percorso sulla via della digitalizzazione, automazione e controllo della propria rete (elettrica e idrica) e sulla fornitura di nuovi servizi innovativi alla municipalità e ai clienti privati  – attraverso l’Internet of things (Iot). Tanto che entrambi i protagonisti hanno già annunciato, entro il 2018, la costituzione di una nuova società in comune a maggioranza Acea proprio per i servizi smart.

PER LA FIBRA A ROMA 375 MILIONI

L’investimento previsto dall’intesa “è di 375 milioni in 5 anni. Di questa cifra, 350 milioni li metterà Open Fiber e 25 Acea”, ha spiegato Ripa. Il progetto occuperà mille persone con punte di 1.500 addetti in corso d’opera. Il via ai cantieri, come si diceva, è previsto in primavera: “Si parte da Roma Sud – ha precisato ancora l’Ad di Open Fiber – e dal quadrante intorno all’Eur e al Laurentino, per poi estendere i lavori al Centro storico e quindi a tutto il resto della città”. La scansione dei quartieri e la loro progressiva inclusione nell’operazione fibra ottica è legata all’infrastruttura di Acea che Open Fiber utilizzerà prioritariamente per la posa dei cavi in modo di procedere più velocemente e con minori disagi per i romani.  Tuttavia, ha aggiunto Ripa, “per tutta la parte non coperta dall’infrastruttura Acea e per salire da 370.000 a 1,2 milioni di unità abbiamo in corso una mappatura dell’esistente e pensiamo ad accordi anche con altri operatori per l’accesso alle loro infrastrutture. Infine ricorreremo anche agli scavi dove necessario”.

UNA NUOVA SOCIETA’ MISTA PER I SERVIZI SMART

“Con questo piano – ha poi aggiunto Stefano Donnarumma – Acea entra in una nuova dimensione che proietterà Roma verso la realizzazione concreta della cosiddetta Smart City'”. Si apre dunque un ventaglio di nuovi servizi intelligenti che vanno dal controllo del traffico e dei parcheggi alla sicurezza delle strade per quanto attiene alla municipalità, ma anche alla sicurezza delle abitazioni e alla domotica. Sarà questo il compito da affidare alla nuova società mista Of-Acea. L’ex municipalizzata ha già stimato in “200 milioni gli investimenti legati all’innovazione e inclusi nei 3,1 miliardi di investimenti complessivi stabiliti dal piano industriale”. Donnarumma ha poi precisato che il nuovo accordo con Of potrebbe accelerare anche l’operazione di sostituzione dei contatori elettrici con quelli di nuova generazione. Il piano di sostituzione avverrà in linea con le direttive europee ma inizierà tra due anni e durerà circa quattro anni ha precisato l’Ad.

Infine, una veduta più generale sul piano di cablaggio che sta realizzando Of a livello nazionale.  Elisabetta Ripa, ha spiegato che Roma “si parte sostanzialmente da zero in quanto gli altri operatori, essenzialmente Tim, hanno adottato una tecnologia Fiber to the cabinet (con la fibra che arriva alla cabina telefonica e poi prosegue in rame fino nelle case, ndr) e non è comparabile con quella Fiber to the home (che invece arriva direttamente a casa, ndr) adottata da Open Fiber. Noi siamo i soli in grado di garantire velocità di 1 Gigabit al secondo sia in upload che in dowload”. Un aspetto non secondario, come aveva chiarito l’ex presidente Franco Bassanini in un‘intervista a FIRSTonline,  per la società che opera solo sul mercato all’ingrosso, rivendendo connessione agli operatori telefonici. Ripa prevede “un anno particolarmente intenso per Open Fiber che ha già collegato 2.250.000 abitazioni a Milano, Torino, Bologna e nelle 10 principali città italiane” ma deve ampliare l’operatività dalle 81 città già raggiunte alle 271 connesse a fine piano. Roma era già inclusa negli accordi wholesale stipulati da Of con Wind e “sarà ora inserita nell’ampliamento dell’accordo che concluderemo con Vodafone”. Infine, dopo il bridge financing di 500 milioni ottenuto con un pool di banche nel 2017, per il finanziamento da 3,5 miliardi necessari per realizzare il grosso del piano nelle aree nere e bianche, al netto dei finanziamenti pubblici ci vorrà ancora un po’ di tempo. Atteso per l’inizio del 2018, per il project financing jumbo “si aspetta la chiusura del bilancio di esercizio. Ma siamo confortati – ha concluso Elisabetta Ripa – sia dal supporto della Bei, sia del consorzio di banche che già ci hanno già assistito, sia dal sostegno degli azionisti”.

 

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