Alla vigilia dell’assemblea decisiva di Mediobanca del 21 agosto, Francesco Milleri, presidente di Delfin (la cassaforte degli eredi di Leonardo Del Vecchio) oltre che presidente e Ceo di EssilorLuxottica, consuma la sua vendetta contro la Mediobanca di Alberto Nagel. La consegna in anticipo delle azioni di Mediobanca detenute da Delfin, pari al 19,8% del capitale sociale che ne hanno fatto finora il primo azionista, al Monte dei Paschi che ha in corso l’Ops proprio sull’istituto di Piazzetta Cuccia, non ha il sapore di una scelta di mercato ma di potere e soprattutto di rancore. Non è una scelta che ha una valenza puramente economica per il fatto che il prezzo offerto da Mps nell’Ops su Mediobanca è ancora a sconto del 2,53% con una differenza di capitalizzazione tra Mediobanca e la banca senese di 441,7 milioni di euro. Può essere una scommessa sul futuro, considerando che Delfin ha appena ricevuto dalla Bce l’autorizzazione salire fino al 20% del Monte. Ma è anche una scelta rancorosa che affonda le sue radici nei veleni del passato. Tutto cominciò nel 2018 quando Mediobanca respinse l’offerta di Del Vecchio, di cui Milleri era il braccio destro, di rilevare lo IEO (l’Istituto Europeo di Oncologia) e il suo centro cardiologico Monzino, nato sotto l’egida di Enrica Cuccia, con una donazione aggiuntiva di 500 milioni. Volarono gli stracci e le tensioni tra Del Vecchio e Milleri da una parte e Nagel dall’altra non sono mai finite. Oggi Milleri chiude il cerchio con una scelta che dal punto di vista economico e finanziario lascia molti dubbi. Ma il dubbio più grande riguarda gli eredi di Del Vecchio che hanno già un contenzioso aperto con Milleri: non hanno niente da dire sulla scelta pro-Mps e contro Mediobanca del Presidente di Delfin?
Milleri schiera Delfin con Mps contro Mediobanca: è una scelta di potere e di rancore, ma gli eredi Del Vecchio che ne pensano?
La consegna in anticipo delle azioni Mediobanca di Delfin a Mps solleva molti dubbi essendo l’Ops della banca senese su Piazzetta Cuccia ancora a sconto. Ma il dubbio più grande riguarda l’orientamento degli eredi di Del Vecchio in Delfin: condivideranno la scelta del Presidente o si faranno sentire?
