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Intesa Sanpaolo: utile trimestrale a 1,7 miliardi, ma rettifiche di 800 milioni per Russia e Ucraina

Il gruppo conferma una solida redditività ma rivede l’utile annuo da 5 a “oltre 4 miliardi”. Confermati payout al 70% e buyback fino al 2025. CET1 ratio al 13,6% a regime

Intesa Sanpaolo: utile trimestrale a 1,7 miliardi, ma rettifiche di 800 milioni per Russia e Ucraina

Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre 2022 con un utile netto in crescita del 10,2% su anno, a 1,670 miliardi di euro. Lo scrive l’istituto in una nota, precisando che 800 milioni di euro di rettifiche di valore per Russia e Ucraina portano il risultato contabile a 1,024 miliardi, un dato in calo del 32,5% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso ma in aumento dai 179 milioni del quarto trimestre 221. Senza queste rettifiche l’utile netto sarebbe stato “pienamente in linea con l’obiettivo di oltre 5 miliardi per l’anno in corso”.

Il risultato della gestione operativa ammonta a 2,9 miliardi, in crescita del 46% rispetto ai 1.993 milioni del quarto trimestre 2021 e dello 0,2% su base tendenziale. Il cost/income ratio nel primo trimestre 2022 è pari al 46,3%, in peggioramento dal 60,3% del periodo ottobre-dicembre 2021 e dal 47,1% del primo trimestre 2021. I proventi operativi netti sono in aumento del 7,8%.

“I risultati del primo trimestre 2022 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una solida redditività e di creare valore per tutti gli stakeholder anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente – si legge nella nota – La formula del Piano di Impresa 2022-2025 e l’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto al 2025 sono confermati, con un’ulteriore crescita potenziale derivante dall’aumento dei tassi di interesse, dall’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi e dallo status di banca a “zero npl” già conseguito.”

I dettagli dell’esposizione con la Russia

Le rettifiche di valore per Russia e Ucraina sono state pari a 822 milioni al lordo delle imposte, di cui 801 milioni relativi all’esposizione creditizia (647 milioni per l’esposizione cross-border e 154 milioni – senza deducibilità fiscale – per quella locale delle controllate Banca Intesa in Russia e Pravex Bank in Ucraina) e 21 milioni relativi a titoli e immobili. Al netto delle imposte le rettifiche scendono a 646 milioni.

Prima delle rettifiche, l’esposizione creditizia on-balance cross-border verso la Russia è pari a 3,9 miliardi di euro, al netto di 0,9 miliardi di euro di garanzie di Export Credit Agencies (off-balance pari a 0,9 miliardi, al netto di 0,8 miliardi di garanzie ECA) e quella on-balance delle controllate Banca Intesa in Russia e Pravex Bank in Ucraina è pari a 1,1 miliardi (off-balance pari a 0,2 miliardi). L’esposizione creditizia verso controparti russe attualmente inserite nelle liste SDN dei soggetti a cui si applicano sanzioni è pari a 400 milioni di euro.

Utile netto rivisto a oltre 4 mld se non intervengono criticità

Per il 2022 si prevede una redditività “ai vertici del settore”, con un utile netto di “oltre 4 miliardi di euro, assumendo che non intervengano cambiamenti critici” nell’offerta di materie prime e dell’energia e un utile netto “ben superiore a 3 miliardi di euro anche con l’ipotesi molto conservativa di una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione”.
Prevista anche una forte distribuzione di valore. Il gruppo conferma un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato in ciascun anno del piano al 2025 e un’ulteriore distribuzione agli azionisti di 3,4 miliardi di euro tramite buyback (importo equivalente al dividendo sospeso per il 2019) oltre a una eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno a partire dal 2023. In ogni caso “le prospettive per il 2022 sono soggette ad affinamento nei prossimi mesi in base all’evoluzione degli eventi riguardanti Russia e Ucraina” continua il comunicato.

La patrimonializzazione risulta superiore ai requisiti normativi, con un CET1 (common equity tier 1 ratio) a regime al 13,6% deducendo dal capitale 700 milioni di dividendi maturati nel primo trimestre di quest’anno, senza considerare circa 110 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (dta) entro il 2029, di cui circa 40 nell’orizzonte del piano di impresa 2022-2025, e circa 100 centesimi di punto di impatto negativo derivante da € 3,4 mld di buyback, dice la nota.

Miglioramento della qualità del credito

I crediti deteriorati lordi hanno visto una riduzione del 31,6% rispetto alla situazione di fine 2021, considerando la cessione di 3,9 mld, già previsti nell’ accantonamento nel quarto trimestre 2021. L’ incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari al 2,2% al lordo delle rettifiche

Il costo del rischio del 1° trim. 2022 annualizzato a 60 centesimi di punto, a 18 se si esclude lo stanziamento per l’esposizione a russia e ucraina al netto del parziale rilascio di rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di covid-19.

L’attività con la clientela rallenta rispetto a fine 2021

Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 1.247 miliardi di euro, in diminuzione del 2,3% rispetto al 31 dicembre 2021 e in aumento del 3,9% rispetto al 31 marzo 2021. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 549 miliardi, in diminuzione dell’ 1,1% rispetto al 31 dicembre 2021 e in crescita del 4,6% rispetto al 31 marzo 2021.
Il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 195 miliardi, in diminuzione del 4,6% rispetto al 31 dicembre 2021 e del 4,2% rispetto al 31 marzo 2021.

La raccolta indiretta ammonta a 696 miliardi, in diminuzione del 3,2% rispetto al 31 dicembre 2021 e in crescita del 3,3% rispetto al 31 marzo 2021.

L’ammontare di risparmio gestito è pari a 460 miliardi, in diminuzione del 3,1% rispetto al 31 dicembre 2021 e in aumento del 2,7% rispetto al 31 marzo 2021; la nuova produzione vita nel primo trimestre 2022 ammonta a 3,8 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 237 miliardi, in diminuzione del 3,4% rispetto al 31 dicembre 2021 e in crescita del 4,6% rispetto al 31 marzo 2021.

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