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Golf, parla il presidente Chimenti: “Ryder Cup e Open, porteremo i big in Italia”

Il presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti racconta a FIRSTonline le prossime importanti sfide per il movimento italiano: “La Ryder Cup a Roma nel 2022, un Open d’Italia con un montepremi di tre milioni quest’anno e 11 edizioni con 7 milioni di euro ciascuna a partire dal 2017” – “McIlroy, Spieth, magari Tiger Woods: porteremo i big nei nostri tornei per rendere popolare il nostro sport”.

Golf, parla il presidente Chimenti: “Ryder Cup e Open, porteremo i big in Italia”

McIlroy, Spieth, magari Tiger Woods: “Porteremo i campioni del mondo in Italia, perché quello che abbiamo messo in moto è un cambiamento epocale. Dal 2017 il nostro Open sarà collocato in calendario subito prima della grande gara di Wentworth e diventerà uno dei tornei di punta del tour”.

Franco Chimenti, presidente della Federazione Italiana Golf, non ha un minuto da perdere, perché lo attendono 12 anni di lavoro frenetico e il conto alla rovescia è già cominciato. Fra una telefonata e l’altra, fra un incontro e l’altro, trova però un momento per scambiare qualche battuta in esclusiva con FIRSTonline.

Le future tappe della marcia di crescita del golf tricolore sono in parte già note, ma vale la pena di ricordarle: “la Ryder Cup a Roma nel 2022, un Open d’Italia con un montepremi di tre milioni quest’anno e 11 edizioni con 7 milioni di euro ciascuna a partire dal 2017″. Il percorso è lungo, ma il disegno è unico ed è stato messo nero su bianco nel dossier italiano per sbaragliare la concorrenza delle altre sedi in lizza per la Ryder. La bella scia di competizioni milionarie, fra le più ricche del tour, ha fatto sicuramente la differenza.

“Quest’anno la gara si terrà di nuovo a Monza – ricorda il presidente della Fig – mentre le sedi 2017 e 2018 sono ancora vacanti, per cui invito i circoli a farsi avanti. Nel 2019, 2020, 2021 saremo al Marco Simone Golf & Country Club, sede della Ryder nel 2022. L’entrata purtroppo non sarà più gratuita e stiamo discutendo in questi giorni a quanto mettere il biglietto”.

Centosessanta milioni di euro circa, d’altra parte, sono i costi dell’operazione “Ryder Cup più Open”, una cifra pesante, suffragata da garanzie Sace, Credito Sportivo e, in subordine, Governo. “Non posso entrare in dettagli, che sono coperti da riservatezza contrattuale – sostiene il presidente della FIG – si tenga presente però che tutto ciò di cui stiamo parlando, comprese le garanzie, è rateizzato, va spalmato su 12 anni”.

La cifra, benché non ufficiale, si può ricavare sommando varie voci: 18 milioni di euro era il biglietto minimo d’ingresso per partecipare
all’”asta” per la Ryder; 80 milioni sono i montepremi di 12 anni di tornei italiani, la cui organizzazione costerà complessivamente almeno 20 milioni di euro; a questa base bisogna aggiungere il restyling del percorso del Marco Simone per dieci milioni di euro circa; altri 30 milioni serviranno per una serie di open di buon livello per il Senior tour e il Challange tour e per lavori vari, parcheggi, logistica, ospitalità, navette, vale a dire tutto ciò che servirà alla Ryder e dintorni.

Sul fronte infrastrutturale invece il dossier italiano ha sfruttato sapientemente una serie di lavori già in programma su Roma: una metropolitana leggera che raggiungerà anche il Marco Simone e il collegamento della stazione Tiburtina con Guidonia, un progetto che porta quasi direttamente l’alta velocità al golf di Laura Biagiotti. I diritti tv degli Open d’Italia andranno, per una quota, anche alla
Federazione e serviranno a coprire una parte di spese. Sono diritti pregiati, perché i tornei importanti hanno uno share, nel mondo,
sicuramente più alto di quello del Festival di Sanremo. I diritti tv della Ryder invece andranno tutti alla Ryder, che in Europa è una società controllata al 60% dal tour europeo e per il resto dalla Pga europea e dalla Pga britannica. Negli Stati Uniti appartiene invece interamente alla Pga Usa. “Tutto ciò che è Ryder va alla Ryder – spiega Chimenti – diritti, biglietti, merchandising, sponsor, pubblicità. Questa si accolla interamente solo l’allestimento della manifestazione”.

È indubbiamente una grande scommessa per la piccola Federazione Golf in Italia, che oggi conta meno di centomila praticanti e che, grazie a quest’azzardo, vorrebbe triplicare gli aderenti. I presupposti ci sono: perché 12 anni al top porteranno una grande visibilità internazionale, dando anche una spinta al turismo, agli investimenti, alle sponsorizzazioni. “Vorremmo raggiungere soprattutto coloro che ancora non conoscono il golf – osserva Chimenti – e stiamo lavorando anche su questo fronte”. Insomma, in un momento economicamente così critico, il golf, sport di élite per eccellenza, lancia in Italia la sua più grande campagna popolare. Il condottiero è coraggioso e, scorrendo il comitato d’onore della Ryder, si direbbe che dispone anche di un esercito ben corazzato. Molti sono gli imprenditori che ne fanno parte, alcuni dei quali golfisti appassionati: da Guido Barilla a Giorgio Fossa, da Luca Cordero di Montezemolo a Diana Bracco, da Nerio Alessandri a Piero Antinori, da Leonardo Ferragamo a Rocco Forte. Sono anche potenziali sponsor? “Speriamo – risponde laconico Chimenti – sicuramente fra gli sponsor dell’Open avremo il Credito Sportivo”.

Infine c’è il lato agonistico di questa scommessa, che vede in prima linea i giocatori. “Sono stato a Dubai e ho visto Matteo Manassero in gran ripresa, sono certo che supererà i suoi problemi. Edoardo Molinari è stato un po’ sfortunato, ma ho molta fiducia in lui. Francesco Molinari è la nostra punta di diamante e ci rappresenterà alle Olimpiadi; Renato Paratore è un giovanissimo con un grande futuro, è stato superlativo l’ultimo giorno a Dubai. Sono sicuro che a Rio avremo due azzurri, perché in nostri ragazzi sono veramente forti. E poi abbiamo tante giovani leve di talento”. Insomma il futuro italiano si tinge di grande golf.

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