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Borse in cerca di riscatto dopo il Ko, crescono i rendimenti dei Btp

I futures preannunciano un possibile rimbalzo per i listini azionari dopo un martedì da incubo – Il petrolio cala e i rendimenti delle obbligazioni salgono – Dura lezione all’high tech

Borse in cerca di riscatto dopo il Ko, crescono i rendimenti dei Btp

La febbre del petrolio sembra rientrare, per ora, nella speranza che la prossima settimana l’Opec+ aumenti l’offerta. E così, dopo una seduta da incubo, i listini azionari si riprendono, almeno a giudicare dai future. Ma i rendimenti dei T-Bond sopra l’1,55% pendono come una ghigliottina sulle sorti del Toro. E sarà così almeno fino a venerdì, quando usciranno i dati sui prezzi al consumo Usa: in caso di un forte aumento, avvertono i graficisti, il Nasdaq potrebbe precipitare sotto i 4,300 punti (ieri 4.352) dando il via a nuovi ribassi.

DEBITO USA, TESORO A SECCO IL 18 OTTOBRE

Ecco la fotografia del mercato in un momento delicato. Negli Usa pesa il veto repubblicano all’aumento del tetto del debito, cosa che, avverte la responsabile del Tesoro, Janet Yellen, farà scattare il default dell’amministrazione federale il 18 ottobre. Intanto il presidente della Fed, Jerome Powell, finisce nel mirino della sinistra democratica: “È un uomo pericoloso”, dice l’influente senatrice Elisabeth Warren. A sostenere i mercati resta, e non è poco, la forza dei numeri: secondo Data Trek, i prezzi non riflettono la forza dei risultati delle Corporations. Una magra consolidazione alla fine della riunione più nera alla vigilia di ottobre, mese funesto per i portafogli.

IN ROSSO IL NIKKEI, EVERGRANDE FA CASSA

Le borse dell’Asia Pacifico sono tutte giù, all’indomani della peggior seduta degli ultimi sei mesi del Nasdaq. Ma stamattina i future di Wall Street sono in rialzo e pure le obbligazioni sembrano sotto controllo.

L’indice Bloomberg Apac è in calo dell’1,7%. Nikkei di Tokyo -2,5% nel giorno della scelta del nuovo premier dopo le dimissioni di Suga.

L’Hang Seng di Hong Kong cede lo 0,5%. Evergrande è in rialzo del 10%, a 2,94 dollari di Hong Kong, terzo giorno consecutivo di forte apprezzamento dopo aver venduto la partecipazione in Shengjing Bank, operazione che le dovrebbe portare in cassa 10,3 miliardi di yuan. La prossima scadenza con i creditori è oggi: Evergrande deve pagare 47 milioni di dollari di interessi ai sottoscrittori di un suo bond in dollari. Ma la linea seguita finora è di rimborsare solo i debiti con i risparmiatori cinesi.

In ribasso l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (-1,5%), così come il Kospi di Seul (-1,6%). BSE Sensex di Mumbai -0,5%.

MERCATI USA, MAI COSÌ MALE DA 6 MESI

Il future del Nasdaq è in rialzo dello 0,5% dopo aver perso ieri il 2,8%. Nel mirino i colossi della tecnologia, da Microsoft ad Amazon, che registrano perdite tra il 2% e il 3,6%. Sale invece Ford (+1,1%) dopo l’accordo sull’auto elettrica con la coreana SK.

Nel dopo borsa, Micron ha perso il 3%. La società dei chip ha presentato dati del trimestre inferiori alle aspettative per quanto riguarda sia gli utili che le vendite.

IL GREGGIO SCENDE A 78 DOLLARI

Il Treasury Note a dieci anni è stamane all’1,53% di rendimento. Oro in lieve rialzo a 1.739 dollari, dal 0,9% di ieri.

Petrolio in frenata. Il Wti tratta a 74,3 dollari il barile, in calo dell’1,3%. Brent a 78,06 dollari il barile (-1,3%).

OPEC: INVESTIRE DI PIÙ L’AIE: È L’ORA DI TAGLIARE

L’impennata del petrolio provoca una divergenza di opinioni tra i Paesi produttori (Opec) e l’Agenzia Internazionale dell’Energia che rappresenta la posizione dell’Ocse.

La domanda di petrolio, sostiene l’Opec, crescerà in maniera significativa nei prossimi anni, con l’economia globale in ripresa dalla pandemia il mondo ha così bisogno di continuare a investire nella produzione per evitare una crisi in attesa della transizione energetica. Il punto di vista del cartello contrasta con quello dell’Aie che, nel rapporto di maggio, aveva sostenuto che gli investitori non dovrebbero finanziare nuovi progetti petroliferi se il mondo vuole raggiungere il livello di zero emissioni nette. “L’energia e la domanda di petrolio si sono riprese significativamente nel 2021 dopo il massiccio calo del 2020”, ha scritto il segretario generale dell’Opec Mohammad Barkindo nella prefazione al rapporto. Perciò “Nel lungo termine è prevista un proseguimento dell’espansione”.

Il consumo del petrolio aumenterà di 1,7 milioni di barili al giorno nel 2023 a quota 101,6 milioni, si legge nel World Oil Outlook 2021 a cura dell’Opec, un’espansione che si andrà a sommare alla robusta crescita già prevista per il 2021 e il 2022.

L’ENERGY CRUNCH SPAVENTA ANCHE L’EUROPA

Giornata di passione anche per l’Europa. Non si fermano i rialzi dei prezzi di gas e petrolio. E gli investitori temono che l’energy crunch possa influenzare anche altri settori dell’economia. Di qui la frenata dei listini, nonostante che l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori tedeschi sia salito di 0,3 punti, in ripresa dal -1,1 punti del mese precedente: il consensus era -1,6 punti. Migliora in modo importante la componente legata alle aspettative sul reddito, meno forte l’aumento della componente sulla propensione all’acquisto.

Intanto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, continua a ridimensionare i timori di inflazione: “La sfida chiave è assicurarci di non reagire in maniera eccessiva ai problemi legati all’offerta che non avranno ricadute nel medio termine, e di curare allo stesso tempo le forze positive della domanda che potrebbero portare l’inflazione verso il nostro obiettivo del 2% in maniera durevole”.

Accelerano nel frattempo gli acquisti sia del Qe che del programma Pepp: 26,420 miliardi di euro in settimana (contro 21,544).

CORRONO I RENDIMENTI DEI BTP, SPREAD A 106

L’onda al rialzo dei prezzi però si fa sentire sui mercati obbligazionari in linea con le tensioni sulle piazze Usa: il T-bond decennale nel pomeriggio era salito a 1,52%.

I Btp accusano un deciso calo con il rendimento del decennale di riferimento spintosi fino a un soffio dalla soglia di 0,90%, massimo da fine giugno. Il bund di analoga durata tratta a -0,19%.

Parallelamente il differenziale di rendimento con la controparte tedesca allarga al livello più alto da inizio mese a 106 punti base da 101 dell’avvio della seduta.

PIAZZA AFFARI -2,14%, I TECNOLOGICI -5%

Soffre Piazza Affari: -2,14%, in discesa a 25.573 punti. In frenata anche gli altri listini europei. Francoforte perde il 2,11%, Parigi il 2,17%, Amsterdam -1,9%, Madrid -2,6%. Limita i danni Londra, -0,51%.

L’indice Eurostoxx perde il 2,4%. Deboli i farmaceutici, -0,7%. Tengono bene gli energetici (+1%).

Sotto tiro in particolare i titoli tech, i più colpiti dalla prospettiva di un rialzo dei tassi. L’indice di settore lascia sul terreno poco meno del 5 per cento, ai minimi del mese.

Logitech, l’azienda svizzera che produce periferiche per computer è in calo del 7,25% dopo che Morgan Stanley ha declassato il titolo a “underweight”.

Il fornitore olandese di apparecchiatore per i semiconduttori Asml International perde il 7,21% nonostante l’aumento della guidance per il terzo trimestre.

TORNA A SOFFRIRE IL LUSSO: HERMES -4%

Il calo delle stime sul pil della Cina da parte di Goldman Sachs si è fatto sentire sui titoli del lusso: Lvmh lascia sul terreno il 3%, Hermès il 4%.

ENI SUI MASSIMI DAL 2010, TENGONO LE UTILITY

A Piazza Affari brilla la stella di Eni (+0,7%), su nuovi massimi dal febbraio 2020. Goldman Sachs ha rafforzato il Buy portando il target a 15 euro. Ha avviato i lavori di costruzione dell’impianto di trattamento del gas che verrà estratto dai giacimenti di Argo e Cassiopea.

Si salvano anche gli altri petroliferi: Saipem contiene la flessione a -0,14%, Tenaris -0,47%. Maire Tecnimont +0,89% in scia all’accordo con Greenfield Nitrogen per un impianto di ammoniaca verde in Usa annunciato in mattinata.

Evitano la bocciatura anche le utility, in particolare Snam (-0,77%) e A2a (-1,2%), supportate dal boom dei prezzi dell’energia.

STM E NEXI SOTTO TIRO, FRENANO LE BANCHE

In netto calo i titoli tecnologici, i più penalizzati dal crollo dei listini. Stm perde il 5% e Nexi il 4,12%.

Deboli i bancari, con l’eccezione di Bper (+1%). Intesa Sanpaolo e Unicredit perdono rispettivamente l’1,2% e il 2,3%.

DEL VECCHIO IN PRESSING SU MEDIOBANCA

Mediobanca. La Delfin di Leonardo Del Vecchio ha chiesto di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre proponendo di “eliminare il requisito statutario secondo cui tre amministratori (nel caso in cui il consiglio abbia più di tredici componenti) devono essere dirigenti del gruppo da almeno tre anni” e “altresì di incrementare il numero degli amministratori di minoranza, con la previsione che più liste possano concorrere alla nomina di tali amministratori”, spiega una nota. 

CATTOLICA ANCORA SOPRA IL PREZZO D’OPA

Tiene Cattolica Assicurazioni: -0,14%, a 7,15 euro, ben al di sopra del prezzo dell’Opa (5,75) che Generali lancerà il mese prossimo, considerato equo dal cda. Difficile un rilancio: l’operazione non è gradita dalla coppia Caltagirone-Del Vecchio.

Realizzi su Amplifon dopo il recente rally. Perde colpi anche Interpump (-3,89%).

CORRE DANIELI, GIÙ EDILIZIA ACROBATICA NONOSTANTE I BUY

Strappano le azioni Danieli (+9%) dopo i risultati del bilancio 2020-21 al 30 giugno, ben sopra le attese del mercato e le positive prospettive per il settore dell’acciaio quest’anno e il prossimo. “Complessivamente alziamo l’Ebitda atteso per il 2022-23 del 10%/8% e l’utile netto del 18% e 14%”, scrive Equita. Sull’Aim perde colpi Edilizia Acrobatica (-2,3%), nonostante dai conti semestrali emerga un raddoppio del valore della produzione. Intesa Sanpaolo ha ribadito il rating buy.

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