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Borse 29 maggio: lo stop ai dazi di Trump e il boom di Nvidia spingono il Nasdaq ma l’Europa arretra. Massima incertezza

Borse a due velocità e incertezza crescente. Piazza Affari perde quota 40 mila ma Pirelli, Stm, Stellantis e il lusso brillano. Btp Italia supera i 6,5 miliardi di euro. Spread sotto quota 100 e rendimento del Btp decennale in ribasso

Borse 29 maggio: lo stop ai dazi di Trump e il boom di Nvidia spingono il Nasdaq ma l’Europa arretra. Massima incertezza

Una Corte federale statunitense ha bloccato la maggior parte dei dazi voluti da Donald Trump e Nvidia ha presentato una trimestrale ben oltre le attese: sono due notizie potenzialmente esplosive per i mercati che invece, in Europa, reagiscono alla fine con un flop, terminando gli scambi in lieve calo dopo una mattina scoppiettante. Il presidente Usa ha già annunciato ricorso e l’incertezza di una guerra tra i poteri a suon di carte bollate suggerisce prudenza. D’altra parte l’andamento è cauto a Wall Street a metà giornata (DJ -0,15%) mentre nelle ore precedenti hanno brindato alle novità i listini asiatici (Nikkei +1,88%).

Piazza Affari chiude in calo dello 0,36% e scivola poco sotto la soglia psicologica dei 40mila punti base (39.982%), senza grandi divaricazioni tra le performance delle varie blue chip, che sono racchiuse tra il +1,13% di Pirelli e il -2,2% di Leonardo.

Le differenze sono modeste anche tra i vari listini europei: Francoforte perde lo 0,55%, Parigi lo 0,11%; Amsterdam, Londra e Madrid sono praticamente piatte.

Da segnalare invece il buon andamento dell’obbligazionario, che vede l’Italia in pole position con lo spread sotto i cento punti base.

Wall Street, bene Nvidia, addio di Musk a Trump

A New York in questi minuti il Nasdaq sale dello 0,55%, con i titoli dei chip in spolvero in scia a Nvidia (+4,9%), che ha superato le aspettative di vendita nel trimestre (+69%) anche perché i clienti hanno accumulato scorte di chip per l’IA prima che entrassero in vigore le nuove restrizioni sulle esportazioni dalla Cina; tuttavia, le stesse restrizioni possono farsi sentire pesantemente in seguito. Inoltre Reuters riferisce che, secondo fonti a conoscenza della questione, gli Stati Uniti hanno ordinato a un’ampia gamma di aziende di interrompere le spedizioni di merci in Cina senza licenza e hanno revocato le licenze già concesse ad alcuni fornitori.

Si apprezza inoltre Tesla (+1,8%), mentre Elon Musk conferma la sua uscita dell’amministrazione Trump, come programmato, anche se i rapporti tra l’imprenditore e il tycoon si erano incrinati da tempo. 

Mercati freddi a fronte di una lunga battaglia giudiziaria? 

Dopo una fiammata è subentrata la prudenza dunque sui mercati europei, a causa della preoccupazione per una possibile paralisi politica ed economica prolungata negli Stati Uniti. Lo scontro tra i giudici e il presidente Usa andrà avanti probabilmente fino alla Corte Suprema, visto che ad essere messa in discussione è proprio la legittimità dei poteri del tycoon. La Corte statunitense per il commercio internazionale ha invalidato con effetto immediato la maggior parte dei dazi imposti da Trump a partire da gennaio, anche se non ha affrontato alcuni dazi specifici come quelli per l’automotive e il settore dell’acciaio e dell’alluminio. Si prevede ora che l’amministrazione americana troverà altre vie legali per perseguire le sue finalità, intanto però la sentenza mette in stand-by i dazi, ma anche le trattative con l’Europa.

Il mercato resta influenzato anche dai dati macro statunitensi che dipingono un’economia ancora debole, con richieste di sussidi di disoccupazione superiori alle attese e una revisione al ribasso della spesa per consumi personali nel primo trimestre, anche se il Pil finale ha mostrato un lieve miglioramento, passando da -0,3% a -0,2%.

Euro in rialzo

Nel contesto odierno il dollaro s’indebolisce, mentre l’euro si rafforza e il cambio tra moneta unica e biglietto verde si muove intorno a 1,135 (+0,58%). 

Dopo un momentaneo sbandamento ritrova sprint l’oro, che sale dello 0,8% a un prezzo di 3314,82 per la consegna immediata.

Al contrario il petrolio perde terreno, nonostante l’Opec+ abbia confermato i livelli di produzione stabiliti a dicembre. Il Brent, agosto 2025, cede l’1,21% per un prezzo di 63,54 dollari al barile.

Piazza Affari, realizzi su Leonardo

La questione dazi non ha paralizzato Unipol (+1,01%) che oggi una delle big cap migliori del listino e si è mossa in progresso insieme alle controllate Bper (+0,16%) e Popolare di Sondrio (+0,6%). Quest’ultima ha scritto alla Consob per chiederle che “attivi tempestivamente ogni necessario intervento per far sì che Bper”, nell’ambito dell’ops, “pubblichi sul proprio sito le autorizzazioni Bce“, chiarendo le prescrizioni ricevute.

Nel settore bancario sale inoltre Mps +0,56%, mentre Unicredit arretra dello 0,88%.

La trimestrale di Nvidia ha riflessi positivi a Milano su Stm +0,83%, mentre il lusso riprende colore grazie alla bocciatura giudiziaria della politica commerciale di Trump. Per tutti Cucinelli +0,52%. Nell’automotive salgono Pirelli e Stellantis +0,58. Bene Amplifon +1,13%.

Le prese di beneficio zavorrano oggi Leonardo. Arretrano inoltre Buzzi -2,13%, Prysmian -1,54%, Generali -1,47%.

Spread sotto cento

La seduta si chiude positivamente sul secondario dove lo spread tra decennale italiano e tedesco è sotto la linea psicologica di cento punti base. Scendono anche i tassi: il Btp è indicato al 3,5% contro il 2,51% del Bund.

Intanto sul primario si è chiusa la terza giornata di collocamento del Btp Italia giugno 2032. La domanda complessiva dei tre giorni riservati ai piccoli risparmiatori è intorno ai 6,5 miliardi di euro. L’operazione terminerà domani con la parentesi riservata agli investitori istituzionali.

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