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BORSA OGGI 29 NOVEMBRE – Terremoto Juve al centro di Piazza Affari. La Cina allenta il lockdown

La dirompente crisi al vertice della Juve, con le dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il cda, saranno al centro della seduta di Borsa di oggi – Intanto la Cina allenta il lockdown e i mercati respirano

BORSA OGGI 29 NOVEMBRE – Terremoto Juve al centro di Piazza Affari. La Cina allenta il lockdown

Il presidente cinese Xi ha preso sul serio le forti proteste di domenica, le più robuste dai tempi di Tienanmen. E così, oltre alla repressione poliziesca, ha messo in campo l’arma della moral suasion. È finalmente scattata la rete di sostegni al settore immobiliare mentre sono state anticipate misure per allentare i divieti anti-pandemia.

Immobiliare e Covid: le Borse asiatiche festeggiano le contromisure di Pechino

La risposta di Pechino ha avuto un effetto immediato. L’Hang Seng di Hong Kong guadagna stamane il 4,2%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen il 3%.

Acquisti sulle società immobiliari, con rialzi superiori al +10%, dopo che il soggetto di regolamentazione dei mercati finanziari ha rimosso il divieto di finanziamento attraverso la vendita di azioni. In serata, poi, si terrà un’attesa conferenza stampa sulle strategie anti-Covid. Ieri si sono registrati 38,421 nuovi casi, in calo dai 40.052 di domenica. Non si segnalano nuove manifestazioni contro i lockdown, peraltro ostacolate dalla durissima repressione. 

La risposta cinese ha per ora placato le paure dei mercati finanziari, ieri in forte ribasso di fronte alla prospettiva dell’aggravarsi della crisi della seconda economia del pianeta. A reagire per primi sono stati ovviamente i listini asiatici. Il Kospi di Seul ed il Taiex di Taipei guadagnano l’1%. Il BSE Sensex di Mumbai ha aperto in rialzo dello 0,4%. Fa eccezione Nikkei di Tokyo in calo dello 0,6%.

Borsa oggi 29 novembre: futures in recupero anche in Europa 

Migliorano i futures sulle Borse occidentali: l’Eurostoxx, già negativo, dovrebbe aprire poco sopra la parità. Lo stesso vale per il Nasdaq.

A sostenere un’apertura positiva potrebbero essere i titoli petroliferi. Le quotazioni del greggio sono in ripresa perché è probabile che il prossimo vertice Opec + tagli la produzione per sostenere i prezzi danneggiati dal calo della domanda cinese. Stamane il Brent tratta a 88.88 dollari al barile.

Bce e Fed: la stretta continuerà

Passata la “sindrome cinese” sui mercati resta la pressione delle banche centrali. Ieri, quasi all’unisono, la presidente della Bce Christine Lagarde e diversi banchieri della Fed tra cui John Williams di New York, hanno ribadito che la stagione del rialzo dei tassi non è finita. Anzi, la battaglia contro l’inflazione non finirà prima del 2024. S&P sostiene che la Bce procederà nella riunione del 15 dicembre ad un aumento di 75 punti. Il cross euro/dollaro risale a 1.05. 

Chiusura in rosso per le piazze europee, a partire da Piazza Affari -1,12%. La generale avversione al rischio e le parole di Lagarde pesano sui governativi dell’area euro, che vedono rendimenti in rialzo.

Paga pegno la carta italiana, alla vigilia dell’asta a medio-lungo termine, con lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata a 192 punti base (+2,1%) e tassi indicati rispettivamente a +3,9% e +1,98%.

Apple (-2,6%) paga i problemi delle fabbriche cinesi

Ieri anche Wall Street ha chiuso in ribasso. Nasdaq -1,6%, S&P500 -1,5%. Anche sul mercato Usa hanno avuto un peso determinante le notizie in arrivo dalla Cina. Apple -2,6%, penalizzata dall’avere una parte rilevante della sua struttura produttiva in un’area della Cina molto colpita dalle limitazioni agli spostamenti ed all’operatività delle aziende. La Mela potrebbe perdere tra il 5 ed il 10% della produzione di iPhone. La crisi ha colpito anche Stm, grande fornitore di Apple. 

Ma siaggrava anche la crisi del settore immobiliare. Il Real Estate scende del 2,5%.

Gas in ribasso: Descalzi chiede 4 rigassificatori 

Il gas europeo ha chiuso ieri in ribasso dell’1% a 123 euro per mwh. Il Gas della Russia rappresenterà forniture per il  6-7% del totale per l’Italia nel 2023, lo ha detto il numero uno di Eni, Descalzi che ha aggiunto: “nel 2025 arriveremo a rimpiazzarlo al 100%” attraverso il ricorso ad altri Paesi come l’Algeria o la Libia. “Ci sta arrivando gas dall’Egitto e dalla Nigeria, e ora ci arriva dal Mozambico”, per cui “dobbiamo avere possibilità di ricevere le navi: se uno pensa solo al gas non ha risolto niente, ci vogliono le infrastrutture per avere sicurezza energetica strutturale”. “Se vogliamo arrivare alla sicurezza energetica con una sovrabbondanza di gas, per stare tranquilli secondo me dovremmo avere altri 4 rigassificatori”. 

Nuovo default per il Bitcoin: salta BlockFi

Nuova vittima nel mondo delle criptovalute. BlockFi, un’altra società con un giro d’affari miliardario, ha annunciato il ricorso al Chapter 11 della normativa sulla bancarotta: nel comunicato spiega che la fase di recupero non sarà breve a seguito del fallimento di FTX. 

Ribaltone alla Juve: dopo il terremoto sotto tiro anche Exor

Giornata drammatica oggi in Piazza Affari per il titolo Juventus. Ieri, a sorpresa, si è dimesso l’intero consiglio di amministrazione a partire dal presidente Andrea Agnelli. Si proseguirà in regime di prorogatio fino all’assemblea dei soci del 18 gennaio. Nel frattempo resta in carica l’ad Maurizio Arrivabene ma il ruolo operativo di direttore generale passa nelle mani di Maurizio Scanavino, amministratore delegato di Gedi cui toccherà guidare l’assemblea del 27 dicembre in cui verrà finalmente approvato il bilancio rivisto sulla base delle contestazioni della Consob. Non è chiaro il futuro borsistico del club dopo il terremoto. Ma è senz’altro presto per ipotizzare un’Opa finalizzata al delisting. 

Da seguire anche Exor, che controlla il 67% della società bianconera. Meno spinosa ma complicata la gestione della squadra corse Ferrari: le attese dimissioni del team manager Binotto per ora non si sono concretizzate. 

Gli altri titoli in evidenza a Piazza Affari

Tim: nel nuovo vertice sulla telefonia tenutosi ieri a Palazzo Chigi, è emersa l’idea di prendere tempo sul progetto di rete unica. Il governo non ha chiarito nell’incontro con i sindacati se Cdp presenterà l’offerta non vincolante per la rete entro il termine del 30 novembre fissato dal Mou con Tim.

Banco Bpm ha convocato per oggi un Cda in cui esaminerà il dossier sulla partnership assicurativa nel ramo Danni.

Bper Banca ha approvato l’accordo quadro per una partnership con il gruppo Gardant e Amco per la gestione dei crediti deteriorati del gruppo emiliano, che include la cessione fino a 2,5 miliardi di Npe. L’accordo è volto alla creazione di una joint venture partecipata per il 70% da Gardant e il 30% da Bper, e la cui valorizzazione complessiva è pari a 150 milioni di euro.

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