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Bezos-Musk: alleanza spaziale a sorpresa tra Amazon e SpaceX per il lancio dei satelliti Kuiper

In un’alleanza sorprendente, Jeff Bezos affida a Elon Musk il lancio dei satelliti Kuiper. Amazon sceglie i razzi SpaceX per inseguire Starlink nella corsa all’internet spaziale. Ecco perché

Bezos-Musk: alleanza spaziale a sorpresa tra Amazon e SpaceX per il lancio dei satelliti Kuiper

Chi l’avrebbe mai detto? Dopo anni di frecciatine, sfide miliardarie e sogni di conquista spaziale, Jeff Bezos ha dovuto bussare alla porta del suo acerrimo rivale. E Elon Musk, che non si tira mai indietro davanti a una sfida, o per meglio dire di fronte ad a una fattura salata, ha accettato. Ed ecco il risultato: 24 satelliti Amazon sono volati nello spazio a bordo di un razzo Falcon 9 targato SpaceX.

E così, mentre Amazon insegue il sogno di una costellazione tutta sua, Musk incassa il pagamento… e rilancia.

Dietro la manovra c’è anche un cambio di clima attorno a Elon Musk. Dopo la rottura con Donald Trump e le tensioni politiche che ne sono seguite, compresa l’ipotesi di fondare un nuovo partito personale, Musk sembra ora alla ricerca di nuovi alleati. Anche sul piano simbolico, un’alleanza con Bezos (da sempre percepito come più vicino al mondo liberal e istituzionale) può aiutare a ridefinire il suo posizionamento.

Perché, oggi più che mai, lo spazio è anche geopolitica.

Amazon punta al cielo, ma ha bisogno di chi ci vive già

Il protagonista della storia è il Progetto Kuiper, la costellazione di oltre 3.200 satelliti con cui Amazon punta a portare internet veloce nei luoghi più remoti del pianeta. Un’idea lanciata nel 2019, ma che ancora arranca. Ad oggi, solo 78 satelliti sono effettivamente in orbita. Mentre Starlink – il gemello rivale creato da Musk – è già una realtà con circa 8.000 satelliti attivi e 5 milioni di clienti nel mondo.

La corsa, però, non è contro Starlink ma è contro il tempo: entro luglio 2026, Amazon dovrà averne almeno 1.600 operativi. Altrimenti perderà la licenza della Federal Communications Commission. Un conto alla rovescia che non perdona.

Bezos affida i suoi satelliti proprio a Musk

Il lancio avvenuto nella mattinata di mercoledì 16 luglio è la terza missione operativa del progetto Kuiper. Ma è anche la prima a essere effettuata da SpaceX, cioè dalla compagnia del concorrente diretto. Una scelta che fino a pochi mesi fa sembrava impensabile, ma che oggi è frutto di una strategia forzata.

All’inizio, Amazon aveva escluso SpaceX dai contratti di lancio, puntando tutto su Blue Origin (l’azienda spaziale dello stesso Bezos), Arianespace e United Launch Alliance. Ma tra razzi non ancora pronti, ritardi cronici e pressioni legali da parte degli azionisti, alla fine Bezos ha dovuto fare marcia indietro. E firmare un contratto da almeno tre lanci proprio con Elon Musk.

Musk-Bezos: un’alleanza “a pagamento”

Non è amore, ma business. Amazon paga SpaceX per usare i suoi razzi. Musk, dal canto suo, incassa e rilancia. Per ora, i due non si stringono la mano, si scambiano solo coordinate e fatture.

Del resto, il razzo Falcon 9 è oggi il mezzo più affidabile al mondo per portare satelliti in orbita. E ignorarlo per principio sarebbe stato un suicidio commerciale. A detta degli analisti, Bezos spenderà quest’anno 150 milioni di dollari per lancio e oltre 1,1 miliardi per la produzione dei satelliti solo entro il 2025.

Nel complesso, il Progetto Kuiper potrebbe arrivare a costare fino a 23 miliardi di dollari. Un investimento titanico, ma potenzialmente redditizio: il mercato dell’internet satellitare è destinato a superare i 40 miliardi entro il 2030, e se Amazon riuscisse ad accaparrarsi anche solo il 30%, potrebbe generare oltre 7 miliardi l’anno.

Blue Origin? Ancora in panchina

E Blue Origin? La compagnia spaziale personale di Bezos, teoricamente creata proprio per progetti come questo, è ancora lontana dal campo di gioco. Il suo razzo pesante, il New Glenn, ha effettuato un solo lancio e non ha ancora dimostrato la capacità di trasportare i satelliti Kuiper con continuità. Un ritardo che pesa, anche politicamente, sulle ambizioni del fondatore di Amazon.

Così, mentre il proprio razzo resta in stand-by, Bezos si vede costretto a comprare passaggi dalla flotta dell’uomo che una volta definiva “un aspirante Tony Star” con il culto del caos.

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