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Banca Ifis, Meeting: ricetta made in Italy per NPL

Al convegno internazionale di Venezia promosso dalla Banca Ifis sulla gestione dei crediti deteriorati sono intervenuti, tra gli altri, Nicastro (Good banks), Serra (Algebris), Corsini (ex REV) e Petrignani (Fondo Atlante) – L’ad di Banca Ifis, Giovanni Bossi, ha tenuto la relazione d’apertura

Banca Ifis, Meeting: ricetta made in Italy per NPL

Si è tenuta oggi a Venezia la quinta edizione del NPL International Meeting, la più importante conferenza in Italia sul tema dei non-performing loans. Oltre 500 persone tra fondi di investimento, banche, servicer e altri professionisti del settore da tutto il mondo hanno preso parte alla giornata, fitta di discussioni e temi legati ai crediti deteriorati, che ha visto anche la partecipazione di Roberto Nicastro (Presidentte delle quattro “good banks”, Paolo Petrignani (Fondo Atlante), Davide Serra (Algebris) e Claudio Corsini (ex amministratore delegato di REV).

Oltre a questi, le tavole rotonde della giornata hanno visto l’intervento dei più importanti fondi europei e americani, protagonisti del mondo NPL: Arrow Global, Hoist Finance, Anacap, Blackstone, PRA, Cerberus, Kruk, e Lindorff. Presenti anche le banche, con Unicredit (Jose Brena) e Intesa Sanpaolo (Carlo Viola), le assicurazioni e le agenzie di rating (Cattolica, Generali, Moody’s e DBRS) e, infine, le piattaforme di scambio digitale di portafogli NPL inglesi e americane (Tdx, Debtx, Aspen).

“La risposta non è scontata da parte degli investitori” è il commento di Giovanni Bossi, AD di Banca IFIS. “Se anche i deal si quintuplicassero da oggi al 2017, i volumi non sarebbero sufficienti per risolvere il problema dei crediti deteriorati delle banche italiane. Serve salto di qualità nella gestione degli attivi deteriorati: la capacità finanziaria c’è, la volontà da parte degli investitori è connessa alla disponibilità degli istituti nel rendere trasparenti tali assets e a non essere intransigenti sui prezzi”.

Alla domanda “How to fill the gap” ovvero come accorciare la distanza tra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita, i relatori hanno risposto con alcune indicazioni precise. Per colmare il gap servono:

– investimenti in capacità di gestione di crediti deteriorati da parte delle banche
– migliore qualità della documentazione e di segmentazione dei portafogli
– riduzione dei tempi di recupero
– miglioramento delle tecnologie per il recupero
–  maggiore pianificazione
– creazione joint venture tra banche e strutture specializzate
– riattivazione del mercato immobiliare

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