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Mattarella, forte messaggio al Forum Ambrosetti: “L’Europa è una grande opportunità, non soccomba ai regimi autocratici”

Il presidente della Repubblica ha richiamato i valori di pace, progresso e cooperazione su cui è nata l’Unione e ha avvertito contro le minacce globali, dai neo-imperialismi alle Big Tech, invitando governi e cittadini a rafforzare insieme il continente

Mattarella, forte messaggio al Forum Ambrosetti: “L’Europa è una grande opportunità, non soccomba ai regimi autocratici”

Cernobbio, lago di Como, cornice elegante del Forum Ambrosetti: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che c’è qualcosa di importante da difendere: l’Europa, invitando i governi a compiere un “salto in avanti verso l’unità” e sottolineando con forza che il continente non deve soccombere ai “regimi autocratici”. Nel suo intervento, Mattarella ha scelto parole semplici ma potenti: l’Europa è una responsabilità, non un ostacolo. È un’idea di pace e progresso, nata tra le macerie del Novecento, che oggi va rilanciata contro chi vorrebbe dividerla. Un riferimento chiaro alla parata militare di Pechino, simbolo di un nuovo ordine mondiale tracciato da Cina, India e Russia.

Le origini: pace o guerra?

Mattarella ha riportato l’attenzione al momento in cui l’Europa ha preso forma: “È sorta sulla base di interrogativi elementari. È preferibile la pace o la guerra? È possibile costruire un mondo in cui gli Stati non vengano contrapposti in nome di artefatti, presunti, interessi nazionali e, al contrario, collaborino per il benessere congiunto dei loro popoli?”

E ha insistito: “A prevalere devono essere dignità, libertà, futuro delle persone, oppure queste devono essere oggetto, strumento, delle ebbrezze di potere di classi dirigenti? Può apparire ovvio: un truismo. Eppure non è così.”

Il progetto europeo, ha ricordato, è nato “realizzando un percorso straordinario di pace e di affermazione dei diritti, mettendo in comune aspirazioni e risorse, a partire da quelle, fondamentali per la ricostruzione dopo il conflitto: il carbone e l’acciaio.”

L’Europa come garanzia di stabilità

Secondo il Capo dello Stato, “Non sono accettabili esitazioni. L’Unione europea si è affermata come un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini, determinando stabilità, benessere, crescita, fiducia.”

Eppure, ha sottolineato con forza: “Come è possibile, su queste basi, che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico?”

A ricordare i fatti, Mattarella non ha avuto dubbi: “Non ha mai scatenato un conflitto, non ha mai avviato uno scontro commerciale. Al contrario, ha agevolato intese e dispiegato missioni di pace. Ha contribuito a elevare standard di vita, criteri di difesa del pianeta. Ha promosso incontri e dialoghi e ha alimentato libertà nei rapporti internazionali, eguaglianza di diritti tra popoli e Stati.”

Le nuove minacce: neo-imperialismi e Big Tech

Il Capo dello Stato ha messo in guardia da una duplice minaccia. Da un lato, “l’impulso di dominio, di impronta neo-imperialista, che si manifesta da parte dei governi di alcuni Paesi”. Dall’altro, “lo straripante peso delle corporazioni globali”, capaci di condizionare interi mercati e persino gli equilibri geopolitici.

Mattarella le ha definite “nuove Compagnie delle Indie”, perché “si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che Stati e Organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare”. Un fenomeno che, ha avvertito, “rischia di essere letale per il futuro dell’umanità”.

La via d’uscita, secondo Mattarella, passa da un impegno condiviso: “Il mondo ha bisogno dell’Europa. Per ricostruire la centralità del diritto internazionale che è stata strappata. Per rilanciare la prospettiva di un multilateralismo cooperativo.”

Non cedere alle autocrazie

Un avvertimento anche per le democrazie europee: “Le democrazie dell’Europa sono capaci di trovare in sé motivazioni e iniziative per non soccombere alla favola di una superiorità dei regimi autocratici, per non cedere all’idea di un mondo lacerato, composto soltanto di avversari, nemici, vassalli o clientes, né all’idea di società frammentate.”

E ancora: “L’esperienza suggerisce che soltanto da uno stretto rapporto tra istituzioni e società civile, reciprocamente rispettoso, è possibile realizzare mete di progresso.”

Il mondo delle imprese, per il presidente, ha già mostrato la via: “Creando benessere, favorendo l’innovazione, ampliando scambi e opportunità, hanno aperto nuovi orizzonti, generato e distribuito ricchezza, rendendo, al tempo stesso, più forti le democrazie con il capitolo dei diritti sociali.”

L’appello all’unità e alle nuove generazioni

Il discorso si è chiuso con un invito alla coesione: “La difesa della civiltà europea – tutt’uno con lo sviluppo della sua società e della sua economia – richiede il coraggio di un salto in avanti verso l’unità. Tutti siamo chiamati a contribuire a questa impresa”.

Un invito che sa di testamento morale: non basta custodire ciò che si è ottenuto, serve rafforzarlo.

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