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Borse oggi: Nvidia buona ma non straordinaria. Il titolo crolla nell’afterhours e i concorrenti cinesi brindano. L’Europa tenta il rimbalzo

Sebbene le vendite di Nvidia siano cresciute di oltre 16 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente, si è trattato dell’incremento percentuale più basso in oltre due anni. L’utile del secondo trimestre è stato di 1,05 dollari ad azione su attese di 1,01 dollari. In Asia sono i concorrenti cinesi di Nvidia a mostrare i maggiori rialzo. In Europa, calmati i timori per la Francia, si tenta un rimbalzo dopo le perdite dei giorni scorsi. A metà seduta il rialzo dell’apertura si è ridotto, soprattutto a causa del netto calo di Telecom Italia

Borse oggi: Nvidia buona ma non straordinaria. Il titolo crolla nell’afterhours e i concorrenti cinesi brindano. L’Europa tenta il rimbalzo

I mercati probabilmente volevano essere stupiti da dati epocali di Nvidia. Invece la società, che pure ha pubblicati dati superiori alle attese di Wall Street, ha mostrato un fatturato inferiore alle attese nel settore dei data center e dubbi sulle previsioni per la Cina e ciò agli investitori, abituati alla perfezione, non è piaciuto tanto da far crollare le sue azioni di oltre il 3% nelle contrattazioni after-hours. Il CEO Jensen Huang cercato di rassicurare gli investitori prevedendo che nei prossimi cinque anni le opportunità si espanderanno in un mercato da molti trilioni di dollari, ma dopo due giorni di guadagni, che hanno spinto i mercati statunitensi a un livello record, i future sull’S&P 500 sono in calo dello 0,1% e i future sul Nasdaq sono crollati dello 0,2% dopo i risultati di Nvidia. Il freddo si è fatto sentire in tutto il settore tecnologico asiatico, suggerendo cosa potrebbe riservare il futuro al produttore di chip olandese ASML nella sessione europea. Invece le borse europee, attenuati i timori per la crisi politica in Francia, mostrano un timido rimbalzo dopo le perdite dei giorni scorsi.

Nvidia: vendite in aumento, ma non epocali

Nel secondo trimestre dell’esercizio 2025-2026, terminato il 27 luglio, le vendite della società, con sede a Santa Clara, in California, sono aumentate del 56%, raggiungendo i 46,7 miliardi di dollari, rispetto a una stima media di 46,2 miliardi di dollari. Sebbene l’incremento abbia aggiunto oltre 16 miliardi di dollari al fatturato trimestrale rispetto all’anno precedente, si è trattato dell‘incremento percentuale più basso in oltre due anni. L’utile del secondo trimestre è stato di 1,05 dollari ad azione, al netto di alcune voci. Wall Street si aspettava un utile di 1,01 dollari.

L’outlook sul terzo trimestre del 2025-2026 vede ricavi attesi a 54,0 miliardi di dollari, con una variazione possibile di ±2%. Sebbene questo dato sia in linea con la stima media di Wall Street , alcuni analisti avevano stimato oltre 60 miliardi di dollari.

Sono queste prospettive che creano timori che il ritmo degli investimenti nei sistemi di intelligenza artificiale sia insostenibile. Anche le difficoltà in Cina hanno messo a dura prova l’attività di Nvidia. Sebbene l’amministrazione Trump abbia recentemente allentato le restrizioni sulle esportazioni di alcuni chip di intelligenza artificiale verso Pechino, la tregua non si è ancora tradotta in una ripresa dei ricavi.

Le azioni Nvidia hanno perso circa il 3% nelle contrattazioni after-hours dopo l’annuncio. Quest’anno avevano registrato un rialzo del 35% fino alla chiusura, portando la capitalizzazione di mercato dell’azienda oltre i 4.000 miliardi di dollari. Il calo del titolo ha ridotto di circa 110 miliardi di dollari la capitalizzazione di mercato di Nvidia di 4,4 trilioni di dollari.

Durante una conference call con gli analisti, la dirigenza dell’azienda ha respinto l’idea che l’interesse nell’implementazione di infrastrutture di intelligenza artificiale fosse in calo. “Le opportunità che ci attendono sono immense”, ha affermato l’amministratore delegato Jensen Huang. “Prevediamo una spesa per infrastrutture di intelligenza artificiale compresa tra 3 e 4 trilioni di dollari entro la fine del decennio”. L’azienda ha inoltre approvato ulteriori 60 miliardi di dollari di riacquisti azionari. Alla fine del secondo trimestre, Nvidia aveva ancora 14,7 miliardi di dollari di capitale rimanenti nell’ambito del precedente piano di riacquisto.

L’unità Data Center, la divisione più grande di qualsiasi altro produttore di chip, ha registrato un fatturato di 41,1 miliardi di dollari, a fronte di una stima media di 41,3 miliardi di dollari. I ricavi legati al gaming, un tempo principale fonte di reddito di Nvidia, sono stati di 4,29 miliardi di dollari. Gli analisti avevano previsto una media di 3,8 miliardi di dollari. Il segmento automotive ha generato 586 milioni di dollari di vendite, un po’ al di sotto delle stime.

Nvidia: le preoccupazioni per i rapporti politici con la Cina. I grattacapi per le forniture

Nvidia sta ancora affrontando le conseguenze della crescente rivalità tra Stati Uniti e Cina riguardo la tecnologia dei semiconduttori. Ad aprile, l’amministrazione Trump ha inasprito le restrizioni sulle esportazioni di processori per data center ai clienti cinesi, escludendo di fatto Nvidia dal mercato. Washington ha successivamente revocato le restrizioni, affermando che gli Stati Uniti consentiranno alcune spedizioni in cambio di una quota del 15% dei ricavi. Nvidia ha dichiarato di non aver registrato vendite del suo chip di intelligenza artificiale H20 a clienti con sede in Cina nel secondo trimestre, con un calo di circa 4 miliardi di dollari di fatturato rispetto al periodo precedente. Anche le previsioni per il terzo trimestre escludevano le vendite di H20.

Nvidia ha anche osservato che il governo degli Stati Uniti non ha ancora codificato il suo piano per trattenere il 15% dei ricavi derivanti dalle vendite di chip di intelligenza artificiale in Cina. E ha riconosciuto i rischi derivanti dall’attuazione di tale politica. In definitiva, nel trimestre in corso potrebbero essere spediti in Cina chip H2O per un valore compreso tra 2 e 5 miliardi di dollari, ha affermato Nvidia. La cifra dipenderà dall’ottenimento delle licenze dal governo statunitense, autorizzazione che finora è stata concessa solo ad alcuni clienti. Il direttore finanziario Colette Kress durante la conference call ha detto che l’azienda continua a sollecitare il governo degli Stati Uniti ad approvare una versione più aggiornata del chip Blackwell per la vendita in Cina. “L’opportunità di portare Blackwell sul mercato cinese è una possibilità concreta”, ha aggiunto Huang.Del resto Nvidia dipende in larga misura dai piani di spesa di poche aziende: Microsoft Corp. , Amazon.com Inc. e altri colossi dei data center rappresentano circa la metà del suo fatturato.

Per ora, l’azienda non ha praticamente rivali nel mercato dei suoi chip per l’intelligenza artificiale, noti come acceleratori. Gli sforzi interni di aziende come Amazon e le sfide iniziali di potenziali concorrenti come Advanced Micro Devices Inc. non hanno ancora inciso in modo significativo sulla sua quota di mercato. Ma per Huang il principale ostacolo alla crescita è la disponibilità di forniture: Nvidia non possiede stabilimenti produttivi e si affida alla produzione esternalizzata, principalmente da Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.

Borse asiatiche contrastate. Salgono i concorrenti cinesi di Nvidia

Stamattina in Asia Pacifico le borse sono contrastate, l’indice MSCI di riferimento per l’area, dopo essere oscillato tra guadagni e perdite, sembra essersi stabilizzato un un timido +0,2%. Taiwan Semiconductor Manufacturing Co è in calo dell’1,7% e Samsung Electronics è scivolato dello 0,7%,
I concorrenti cinesi di Nvidia sono aumentati, con SMIC in rialzo dell’8,3% e Cambricon Technologies, le cui azioni sono quasi triplicate da metà luglio, in rialzo di un altro 7,1% dopo che ieri la società ha annunciato di aver chiuso in utile. I due produttori di chip hanno spinto l’indice STAR 50 dei titoli growth cinesi a un guadagno fino al 5%.

Il Financial Times scrive di un programma di forte incremento della produzione di chip cinesi per l’intelligenza artificiale in partenza il prossimo anno. Uno stabilimento di produzione dedicato alla produzione dei processori per l’intelligenza artificiale di Huawei in Cina dovrebbe iniziare a lavorare a pieno ritmo già entro la fine dell’anno, mentre altri due dovrebbero essere lanciati il prossimo anno. La capacità complessiva potrebbe superare l’attuale produzione di linee simili presso SMIC, hanno aggiunto le fonti sentite dal quotidiano inglese. SMIC prevede di raddoppiare la capacità produttiva di chip a 7 nanometri il prossimo anno, secondo quanto dichiarato al FT. Progettisti come Cambricon, MetaX e Biren potrebbero ottenere una maggiore allocazione della capacità produttiva di SMIC. CXMT sta testando campioni di memoria ad alta larghezza di banda “HBM3”, e punta a lanciarli il prossimo anno.

Sono in calo l’azionario di Hong Kong e di Taiwan: Hang Seng -0,9% e Taiex -0,6%. In rialzo l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,6%. Da segnalare le azioni del leader cinese della consegna di cibo Meituan che perdono quasi il -10% dopo l’uscita di una trimestrale pessima: la guerra dei prezzi con i concorrenti ha provocato perdite ingenti. A causa di quella che nel comunicato viene definita una guerra dei prezzi, “irrazionale”, l’utile netto è crollato del -97% a 365,3 milioni di yuan (51 milioni di dollari). Il crollo si abbina a un fatturato in crescita del +12%.

In Giappone la borsa di Tokio è in rialzo dello 0,5%. L’agenzia di stampa Kyodo ha riferito oggi che il principale negoziatore commerciale giapponese Ryosei Akazawa ha annullato una visita programmata negli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto definire i dettagli di un accordo commerciale raggiunto il mese scorso.

In Corea del sud la borsa di Seul guadagna lo 0,5%. La Banca di Corea ha preso tempo ed ha mantenuto invariato il suo tasso di riferimento, approfittando di una modesta ripresa economica per monitorare gli sviluppi del mercato immobiliare e l’impatto dei dazi statunitensi, prima di prendere la sua prossima mossa.

In India la borsa di Mumbai è in calo dello 0,5%. I rapporti con Stati Uniti non sono distesi. Il consigliere commerciale della Casa Bianca, Peter Navarro, ha sollecitato l’India a interrompere gli acquisti di petrolio russo e ha definito il conflitto in Ucraina, la “guerra di Modi”. Intervenendo subito dopo che l’amministrazione Trump ha raddoppiato i dazi sull’India al 50%, Navarro ha ribadito che il Primo Ministro Narendra Modi sta finanziando “la macchina da guerra”. Acquistando petrolio russo “a prezzo scontato”, ha affermato Navarro, l’India aiuta la Russia e danneggia gli Stati Uniti, che a loro volta devono finanziare l’Ucraina. “Tutti in America ci rimettono a causa di ciò che sta facendo l’India. Consumatori, aziende, lavoratori ci rimettono perché gli alti dazi doganali indiani ci costano posti di lavoro, fabbriche, redditi e salari più alti. E poi ci rimettono i contribuenti, perché dobbiamo finanziare la guerra di Modi”, ha aggiunto.

Borse europee tentano una ripresa. Occhio al settore auto e tecnologico

Le borse europee hanno tentato un rimbalzo fin dall’apertura, ma a metà seduta il FTSE MIB si riporta a cavalllo della parità e poco prima di mezzogiorno quota 42.330,65 in calo dello 0,04%. Sul listino milanese scatta in testa Stellantis +2,65% , nonostante il calo delle immatricolazioni a luglio, insieme a Stmicroelectronics +2,30% in scia alla trimestrale di Nvidia. In cima c’è anche Campari +2,36% che beneficia dei conti della rivale francese Pernod Ricard con un utile netto in aumento del 10% nell’esercizio 2024/2025.

In bilico le banche, reduci da due sedute in calo, con Banca Monte Paschi Siena -0,28% e Mediobanca -0,04% indebolite dopo un avvio positivo. Anche Bper Banca è a -0,06% e Bca Pop Sondrio invariata. Cali un poco più consistentei si vedono su Intesa Sanpaolo -0,14% e Unicredit -0,48% . Oltre al ‘risiko’, il comparto deve fare i conti anche con la possibile crisi economica in Francia e con le ipotesi di un contributo nella prossima legge di bilancio di Palazzo Chigi. Scivola in fondo Telecom Italia -6,67% dopo che la francese Iliad ha dichiarato di aver interrotto le trattative per una fusione con l’operatore italiano e di aver abbandonato questa possibilità.

Poco variati anche gli altri indici europei: Parigi (CAC 40 +0,48% ) e Francoforte (DAX 40 +0,12% ), mentre sono deboli Madrid (IBEX 35 -0,10% ), Amsterdam (AEX -0,39% ) e Londra (FTSE 100 -0,40% ).

I titoli di Stato francesi si sono stabilizzati, con il rendimento dei titoli trentennali che ieri è sceso dal livello più alto da novembre 2011, poiché gli operatori hanno ridimensionato le aspettative di un impatto sui costi di indebitamento del governo dovuto alla crisi politica del paese.

Auto. Cresce il mercato in Europa del 5,9% su anno. Nei primi sette mesi dell’anno secondo le elaborazioni dell’Acea i dati dell’Acea (l’associazione dei costruttori europei) le vendite di autovetture nuove però sono rimaste di fatto invariate rispetto allo stesso periodo del 2024. A luglio le auto elettriche hanno raggiunto nell’Unione europea il 15,6% del mercato, in crescita sul 12,5% del 2024. Luglio e’ stato ancora un mese di forte calo per le vendite di Tesla in Europa, quando i produttori cinesi hanno fatto registrare una decisa crescita, in particolare Byd. Secondo i dati Acea, a luglio in Europa (Eu+Efta+Uk) la casa automobilistica che fa capo a Elon Musk ha immatricolato 8.837 unita’ (-40,2%), con quota di mercato scesa allo 0,8% dall’1,4%. Nel periodo gennaio-luglio, le immatricolazioni di Tesla sono state 119.013, in calo del 33,6% su anno, con quota scesa all’1,5% dal 2,3%.

Stellantis ha venduto a luglio in Europa occidentale l’1,1% in meno dello stesso mese del 2024. La quota di mercato è scesa dal 14,9% al 13,9%. Nei sette mesi le immatricolazioni del gruppo sono state 1.192.746, in calo dell’8,1%, con la quota che scende dal 16,4 al 15,1%. La società ha raggiunto ieri un accordo con i sindacati per l’utilizzo di ammortizzatori sociali nello stabilimento di Pomigliano e oggi è attesa un’intesa per quello di Mirafiori, dopo che qualche giorno fa era stato trovato un accordo su Termoli, scrive il Corriere. Secondo i dati Fiom-Cgil, aggiunge il quotidiano, oggi sono coinvolti da questi strumenti il 62,3% dei lavoratori di Stellantis tra cassa integrazione e solidarietà.

Società quotate. Tra le ipotesi al vaglio del governo per aumentare le entrate fiscali, c’e anche la tassazione dei buyback delle società, accanto a quella – valida solo per le banche – di estendere al 2027 il rinvio della deducibilità delle imposte differite attive (Dta), scrivono diversi giornali citando anche una possibile imposta sugli avviamenti.

Banche. Fanno il loro dovere, devono pagare le tasse, ma non devono essere perseguitate. Il
concetto di extraprofitti è da Unione Sovietica: c’è il profitto, non gli extraprofitti”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a Zona Bianca su Rete 4

Banca Monte Paschi. Secondo La Stampa i consiglieri di Mps sono stati pre-allertati per un Cda che si dovrebbe tenere nei primi giorni di settembre per alzare l’offerta su Mediobanca.

Campari. Pernod Ricard chiude il trimestre con vendite piatte, un po’ meglio delle attese.

MFE. La società d’investimento ceca Ppf ha deciso di vendere a Mfe un pacchetto di azioni di ProSiebenSat.1 pari a circa il 15,68% del capitale del broadcaster tedesco, aprendo così la strada al controllo da parte dell’ex gruppo Mediaset.

(Ultimo aggiornamento ore 11,55 del 28 agosto)


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