“Sono arrabbiati perché stiamo rubando ciò che loro avevano rubato”. Con questa dichiarazione, nel tentativo solito di scaricare la colpa sul magna-magna che c’era prima, il presidente argentino Javier Milei ha commesso il più classico degli autogol, perché nell’attaccare i politici del passato ha di fatto ammesso che lo scandalo tangenti che ha travolto sua sorella Karina e di conseguenza il governo, esiste eccome. E infatti il caso, che inizialmente sembrava poter essere liquidato a colpi di motosega, sta montando: in Argentina non si parla d’altro che di “Karinagate” e Milei rischia di perdere consenso alla vigilia dell’importante tornata elettorale delle legislative della provincia di Buenos Aires, in programma il 7 settembre.
Le accuse nei confronti di Karina Milei, sulle quali sta indagando la magistratura, sono pesanti: dopo che la settimana scorsa il presidente Milei aveva silurato – alla Trump-maniera – il direttore dell’Andis (l’Agenzia nazionale per la Disabilità), Diego Spagnuolo, la polizia ha fatto un blitz nella sede e sequestrato i cellulari dei responsabili dell’ente e dell’azienda di distribuzione di farmaci Drogaria Suizo, dai quali sono emerse delle conversazioni – attribuite appunto alla sorella di Javier e rese pubbliche dai media – che sembrano rivelare uno schema di corruzione.
Quanto prendeva di tangente Karina Milei?
Dagli audio è infatti venuto fuori che Karina Milei percepiva una tangente del 3% sulla vendita di prodotti sanitari da parte di Andis, il che equivarrebbe ad una cifra compresa tra i 500 mila e gli 800 mila dollari al mese. Insomma un bel guadagno illecito, peraltro sulle spalle di un ente che si occupa di disabilità: decisamente una figuraccia – anche se al momento non è direttamente coinvolto – per il presidente Milei, paladino della lotta alla corruzione in Argentina.
E infatti non è un caso che per la prima volta dall’inizio del mandato, la Casa Rosada si sta mostrando in effettiva difficoltà: nemmeno lo scandalo delle criptovalute di metà febbraio fa aveva fermato la boria di Milei e la testarda narrazione di un Paese che sta uscendo dalla crisi, alimentata quotidianamente dal suo staff, ad incominciare dal portavoce Manuel Adorni, che da un anno e mezzo detta l’agenda giornalistica del Paese a suon di conferenze stampa e tweet.
Governo in difficoltà e il 7 settembre ci sono le elezioni legislative di Buenos Aires
Stavolta invece il governo si è messo sulla difensiva e preferisce – al momento – il silenzio piuttosto che il contrattacco. Anche se con quelle parole sul “controfurto” Milei non ha restitito alla tentazione di rigirare la frittata, ma ha ottenuto l’effetto di contrariare ancora di più l’opinione pubblica: un incontro di campagna elettorale in periferia di Buenos Aires è stato annullato perché l’auto sulla quale era a bordo il presidente è stata presa a sassate. La preoccupazione dell’esecutivo è soprattutto che possano uscire altri audio e forse pure dei video, che incastrerebbero definitivamente Karina e metterebbero in crisi la popolarità del fratello, alla vigilia di un appuntamento elettorale che vale come una importante conferma di metà mandato.
Tra l’altro secondo quanto sostenuto da Spagnuolo nelle intercettazioni, sarebbero coinvolti anche due membri del governo, la ministra del Capitale umano Sandra Pettovello e quello della Deregulation, Federico Starzenegger. Il materiale sequestrato è già stato consegnato al procuratore federale Franco Picardi, che in base ai riscontri potrebbe far tremare il governo Milei.