Torna l’ottimismo sulle borse europee, dopo il vertice di ieri alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il leader ucraino Volodymyr Zelensky e gran parte del gotha politico del Vecchio Continente. Le incognite che disseminano il cammino di pace tra Mosca e Kiev sono ancora molte e Trump ha persino detto a Fox che Putin potrebbe “non volere” un accordo, ma i mercati hanno scelto oggi di guardare il bicchiere mezzo pieno riportandosi sui recenti massimi.
Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,89% e agguanta 43mila punti base (dopo aver ballato per tutta la seduta su questa soglia) grazie ai titoli del lusso e alle banche, mentre Leonardo va a picco (-10,16%), come tutti i titoli della difesa europei. A piegare il settore non sono stati tanto i venti di pace, quanto il rischio che a fare una scorpacciata di ordini saranno i produttori a stelle strisce, dopo che Zelenski ieri si è detto disponibile ad acquistare, con l’aiuto degli altri paesi continentali, armi statunitensi per un valore di 90 miliardi di dollari.
Lo schema sulle blue chip si ripete così con diverse sfumature a Francoforte +0,46%, Parigi +1,21%, Amsterdam +0,56%, Madrid +0,41%, Londra +0,37%.
Wall Street contrastata, vola Home Depot
A New York i cieli finanziari appaiono al momento un po’ più variabili. Il DJ si apprezza dello 0,17%, spinto da Home Depot (+4%) che ha presentato conti trimestrali deludenti, ma ha confermato le previsioni per l’intero anno. Una stima che conforta gli investitori sempre attenti ai consumi Usa in una settimana in cui, oltre alla catena di negozi, alzeranno il velo sui risultati altri colossi del commercio come Lowe’s, Target, Walmart.
Il Nasdaq però arretra dell’1,02% e vede in rosso Nvidia (-2%), mentre viaggia forte Intel (+5,2%), dopo la notizia di un’iniezione di capitale di 2 miliardi di dollari dal gruppo giapponese Softbank (-4,01%, stamani, a Tokyo).
L’azionario e l’obbligazionario Usa hanno tirato ieri sera un sospiro di sollievo, dopo la conferma del rating “AA+” per gli Stati Uniti da parte i S&P Global. Il futuro però presenta molti rischi. La traiettoria dei conti americani resta preoccupante, secondo l’agenzia, visto che l’alto deficit Usa porterà il debito a superare il 100% del Pil nei prossimi tre anni. Gli introiti provenienti dai dazi potranno almeno in parte compensare l’extra-deficit generato dalle politiche fiscali del presidente Trump, ma S&P ammonisce che “l’incapacità politica di contenere l’aumento della spesa” potrebbe portare a un prossimo taglio al giudizio.
In questo contesto la politica monetaria può giocare un ruolo determinante e per questo sale l’attesa per il simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole, dove venerdì parlerà il presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
Petrolio in calo
La possibilità che il conflitto tra Russia e Ucraina arrivi a una soluzione zavorra oggi il petrolio, che paventa il rischio della fine di sanzioni sul greggio moscovita e il conseguente incremento dell’offerta.
Al momento le vendite sull’oro nero si stanno comunque ridimensionando e i future di ottobre registrano ribassi frazionali: il greggio texano cede lo 0,93%, per un prezzo di 62,12 dollari al barile e il Brent perde lo 0,77%, trattando a 66,09 dollari. Il gas ad Amsterdam risulta poco sopra i 31 dollari al Mwh.
Sul mercato valutario l’euro ridimensiona i guadagni registrati dopo la fine dell’incontro di Washington. Al momento il cambio euro dollaro è praticamente piatto sotto 1,17 a 1,1666.
Piazza Affari, brilla Moncler
La maglia rosa del giorno in Piazza Affari va a Moncler, +4,95% in un settore del lusso che apprezza le speranze di pace. Tra i titoli milanesi del comparto brillano anche Cucinelli +1,92% e Ferragamo +3,51%. Blue chip in spolvero sono inoltre Amplifon +3,91%, Stellantis +3,22%, Campari +2,83%, Interpump +2,69%.
Le banche tornano in verde, dopo la pausa di ieri. La migliore è Intesa +2,11%. Gli investitori restano inoltre concentrati sulla partita in corso tra Mps (+1,35%) e Mediobanca (+1,51%). Il d-day della sfida sarà giovedì, quando Piazzetta Cuccia riunirà gli azionisti in assemblea per votare l’offerta su Banca Generali (+0,59%), una mossa che sottrarrebbe a Siena un boccone prelibato come Generali (+0,15%).
In vista di questo appuntamento si registrano diversi sviluppi. La Bce ha dato via libera all’opa, ma intanto le adesioni all’ops di Montepaschi su Mediobanca sono salite ieri oltre il 19%, probabilmente per merito di Delfin. E a proposito di Delfin, L’Ansa, citando fonti finanziarie, scrive che la Bce avrebbe concesso alla holding della famiglia Del Vecchio l’autorizzazione (arrivata lo scorso 12 agosto) a detenere una quota in Monte dei Paschi di Siena fino al 19,99%, contro il 9,9% attuale. Insomma molta brace arde sotto la cenere e l’incendio è alle porte.
Per quanto riguarda i maggiori ribassi del giorno: insieme a Leonardo va a picco in misura analoga Fincantieri (-10,11%). Tre le blue chip arretrano utility come Italgas -1,25% e Snam -0,48%.
Spread in leggero rialzo
La carta italiana è oggi moderatamente negativa: lo spread tra Btp decennale e omologo tedesco sale a 83 punti base (+1,11%), con tassi rispettivamente al 3,59% e 2,75%.