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Mps, disco verde da Consob e Antitrust: il 14 luglio via all’offerta su Mediobanca. Il calendario e cosa succede ora

La Consob ha approvato il documento relativo all’offerta pubblica di scambio di Mps su Mediobanca. L’ops inizierà il 14 luglio per concludersi l’8 settembre. Dall’Antitrust approvazione “incondizionata” per Siena all’acquisizione del controllo di Piazzetta Cuccia

Mps, disco verde da Consob e Antitrust: il 14 luglio via all’offerta su Mediobanca. Il calendario e cosa succede ora

Mps-Mediobanca: sì della Consob e sì anche dell’Antitrust. La prima ha dato il via libera al documento dell’offerta pubblica di scambio del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, approvando quindi un prospetto che descrive i dettagli, i possibili scenari e gli effetti finanziari dell’ops annunciata dall’istituto senese all’inizio del 2025 e arrivata dopo sei mesi alla conclusione del suo iter autorizzativo. Il secondo, vale a dire l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), ha fornito a Siena l’approvazione “incondizionata” all’acquisizione del controllo di Piazzetta Cuccia.

Mps-Mediobanca: il calendario

Con il disco verde della Commissione – che non rappresenta un giudizio sull’operazione ma certifica la completezza del pacchetto informativo a disposizione degli investitori – è stato anche reso noto il calendario dell’offerta: l’operazione partirà il 14 luglio e si concluderà l’8 settembre, restando sul mercato per 40 giorni di Borsa aperta, cioè il massimo consentito. La decisione di arrivare fino a settembre è stata presa sulla base dall’avvio dell’offerta – in pieno periodo estivo – e anche per dare modo al mercato di valutare i risultati della semestrale del Monte, in agenda il 5 agosto.

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La prossima settimana Piazzetta Cuccia riunirà il cda per la sua valutazione conclusiva sull’operazione alla luce degli elementi contenuti dal documento d’offerta che Mps pubblicherà nelle prossime ore e dal quale si saprà anche se la banca guidata da Luigi Lovaglio ha subordinato l’efficacia dell’offerta a una soglia minima di adesione più bassa e irrinunciabile rispetto a quella (derogabile) del 66,7 per cento.

Mps-Mediobanca: cosa succede ora

Mediobanca, con apposita istanza alla Consob, ha chiesto la scorsa settimana che nel documento vengano rappresentatati gli effetti su utili, dividendi e capitale regolamentare del Monte in caso di scenari di adesione inferiori al 50%, che renderebbero impossibile accelerare l’utilizzo dei crediti fiscali (dta) – il valore atteso per i soci di Piazzetta Cuccia è di 1,2 miliardi – e rallenterebbero la realizzazione delle sinergie.

L’obiettivo di Piazzetta Cuccia è rendere confrontabili le prospettive dell’integrazione con Siena e anche per questo ha presentato a fine settimana il piano stand alone che promette 4,9 miliardi di euro di dividendi al 2028. Un piano che non ha registrato reazioni di mercato: anzi le azioni – dopo l’uscita di Mediolanum che ha venduto ai blocchi il 3,5% e ridotto il Patto all’8,1% – hanno segnato un calo, ridimensionando il premio che comunque il mercato si attende rispetto all’offerta iniziale e che ora viaggia su circa 600 milioni.

Mediobanca e l’ops su Banca Generali

Mediobanca continua a lavorare con il Leone anche all’operazione di acquisizione di Banca Generali, con l’assemblea rinviata al 25 settembre, nella convinzione di riuscire a convincere anche altri investitori, come Delfin, le casse previdenziali, i Benetton e Unicredit, che a giugno sarebbero stati restii a votare a favore dell’ops su Banca Generali. Una missione non semplice considerato che Delfin, che assieme a Caltagirone ha quasi il 30% di Mediobanca, è tra i principali promotori dell’offerta di Mps.

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