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Patuelli (Abi) attacca la Bce: “Doveva agire con più prontezza e le sue comunicazioni sono spesso fuorvianti. Era meglio Bankitalia”

Il presidente dell’Associazione bancaria punta il dito sia sui contenuti della politica monetaria della Bce, sia sul modo di comunicarla. Con qualche rimpianto per i tempi andati della Banca d’Italia

Patuelli (Abi) attacca la Bce: “Doveva agire con più prontezza e le sue comunicazioni sono spesso fuorvianti. Era meglio Bankitalia”

Maggiore tempestività nelle decisioni di politica monetaria, un’attenzione anche alla politica fiscale e una migliore chiarezza nella comunicazione.
Non risparmia le critiche Antonio Patuelli, presidente di Abi, nei confronti dell’operato della Banca Centrale europea e della sua presidente, Christine Lagarde.
Durante la premiazione delle banche organizzata da Banca Finanza, Patuelli rimpiange i tempi passati, quando a guidare le redini della politica monetaria era la Banca d’Italia che aveva la responsabilità del tasso di sconto.

Patuelli: la Bce aveva gli elementi per iniziare prima ad alzare i tassi

Innanzitutto Patulli punta il dito sulla politica monetaria scelta dal Consiglio della Bce: “Avrebbe potuto iniziare ad aumentare i tassi di interesse anche prima del luglio 2022, visto che l’inflazione era già evidente”. Patuelli ha anche invitato a riflettere sul fatto che “nonostante il rialzo dei tassi, e la minore liquidità (con la Bce che non compra titoli di stato come prima) l’inflazione non crolla”.

La sola leva dei tassi non basta, ci vuole anche una politica fiscale

Secondo il presidente dell’Abi la politica monetaria deve essere accompagnata da una politica fiscale anche per evitare una frenata dell’economia o addirittura una recessione. “A mio parere variare solo i tassi non è sufficiente: occorre porre limitazione alla spesa pubblica e fissare un tetto al debito pubblico, che cresce ormai dal ’67. Imponendo un tetto al debito, avremmo immediatamente risultanze positive”. Di sicuro, comunque, a detta di Patuelli le politiche esclusivamente monetaristiche non possono essere la panacea. Tra l’altro, ha ricordato, occorre tenere conto del fatto che il debito pubblico italiano è altissimo, ma sono cresciuti anche quelli di Francia e Germania, per cui “il monetarismo credo non sia scelta giusta”.

Le conferenze Bce creano turbolenze sui mercati

Era meglio lo stile Banca d’Italia, dice Patuelli, quando “Comunicava in tre righe i cambiamenti e stop. Oggi, invece, soffro ad ogni conferenza stampa della Bce perché vengono dette cose che complicano l’avvenire. Alla fine si parla di successive manovre o non manovre, ma bisognerebbe rimanere ai fondamentali”, ha spiegato. Certo, ha tenuto a precisare, “non sogno il ritorno a Bankitalia che significherebbe staccarsi dall’Europa, il peggiore degli sbagli. La Bce, però, eviti le conferenze, ovvero di diffondere ipotesi di decisioni che creano solo turbolenze sui mercati!”.
La stoccata è andata anche a Mario Draghi, precedente presidente della Bce, che tuttavia Patuelli ha dichiarato di rimpiangere. “Devo dire però che se anche Draghi avesse mantenuto lo stile di Banca d’Italia delle tre righe, avrebbe dato avvio a una prassi che sarebbe stata continuata”.

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