Condividi

2022 anno dell’auto elettrica, ma Ford batte Tesla in Borsa

Toyota sorpassa le aziende di Detroit rallentate dalla penuria di chip. Ma Ford triplica il valore in Borsa grazie al pick up elettrico. Mercedes lancia la nuova superbatterie e Elon Musk gioca d’anticipo sui minerali. Si apre un anno pieno di sorprese elettriche

2022 anno dell’auto elettrica, ma Ford batte Tesla in Borsa

Ma quante novità investono il mondo dell’auto all’inizio del 2022, l’anno della definitiva affermazione della mobilità elettrica secondo gli esperti.  La prima, all’apparenza la più clamorosa, riguarda il sorpasso di Toyota sui gruppi americani. Il colosso di Tokyo ha venduto nel 2021 sul mercato Usa più auto di tutti: 2,232 milioni di pezzi, 114 mila i più di General Motors. Non si è trattato di una nuova Pearl Harbour per l’auto di Detroit, però. Semmai, a perder la sfida è stata la struttura della logistica Usa, modellata sulle orme del sistema “just in time” copiato dai giapponesi, che non è stato in grado, causa i colli di bottiglia nei porti e nelle altre infrastrutture, di garantire i chips necessari a Gm e Ford, vittime assai più di Toyota o di Tesla dei buchi nella produzione di semiconduttori, ormai quasi monopolio di Taiwan. 

Ma, curiosamente, la notizia del sorpasso ha coinciso con il boom in Borsa di Ford +11,1% e Gm +7%. L’arcano si spiega con il successo dei nuovi pick up elettrici sfornati dalle industrie Usa in reazione al dominio di Tesla, che ha appena annunciato di aver sfondato il tetto di un milione di pezzi prodotti nel 2021, e della concorrenza asiatica, molto forte nelle vetture tradizionali, meno nei pick up, la categoria più redditizia e più ambita dai consumatori. Martedì Ford ha annunciato di voler raddoppiare la produzione del modello F-150 elettrico, inizialmente previsto in 150 mila unità. Ancor prima della consegna del primo pezzo, previsto in primavera, le prenotazioni per la nuova auto (in vendita a 40 mila dollari senza però considerare gli incentivi fiscali già promessi dal presidente Biden) hanno superando le 200 mila unità. Intanto Ford, la casa veterana dell’auto a stelle e strisce, ha effettuato un sorpasso ben più clamoroso: il titolo, triplicato di valore in un anno, ha superato in Borsa la performance di Tesla conquistando la prima posizione sui listini Usa con un prezzo che è tornato sui livelli del 2001, prima della crisi di Detroit.

La risposta di Gm non si è fatta attendere. Stasera a La Vegas, nell’ambito della fiera dell’elettronica che è ormai il palcoscenico preferito per le soluzioni di mobilità, la ceo Mary Barra presenterà il pick up Silverado elettrico destinato a conquistare la vetta della classifica, sempre con l’aiuto di Biden che, per ora, non ha ritirato dalla legge in discussione al Senato la clausola di garantire incentivi sulla vendita solo alle fabbriche che prevedono la presenza del sindacato, mettendo così fuori gioco gli impianti giapponesi e tedeschi sul suolo Usa. 

La partita della ripresa “elettrica” nel ben mezzo di una delicata transizione, si gioca su più terreni. La tecnologia, innanzitutto. Mercedes ha presentato martedì una batteria in grado di alimentare l’auto per 1.000 chilometri. Si tratta di un prototipo basato su un software digitale per ottimizzare le prestazioni che, sottolinea il gruppo di Stoccarda, è stato sviluppato dalla squadra di Formula 1, a dimostrazione che l’impegno nelle corse favorisce la ricerca.  

Insomma, la transizione elettrica è finalmente entrata nel vivo. E i problemi diventano drammatici a partire dalla necessità di disporre delle materie prime necessarie e così evitare stop anche più drammatici di quello patito con la penuria di chips. Ancora una volta Elon Musk è più avanti di tutti: Tesla mira a stabilire un rapporto diretto con le miniere, stipulando contratti a lungo termine con i produttori. Come in Nuova Caledonia, dove Musk ha fatto un accordo pilota sul nickel, garantendo requisiti ambientali molto rigidi (Noumea fa parte della Francia).  Ma anche manovrando in maniera disinvolta su un’altra risorsa quasi insostituibile: le terre rare, monopolio di Pechino. Non è certo per caso che Tesla, sfidando l’ira di Washington, ha annunciato l’apertura di una concessionaria nello Xinjiang, la terra degli Uiguri.       

Commenta