Di fronte alla schiacciante sconfitta rimediata nei referendum, il Pd di Elly Schlein, i Cinque Stelle di Conte e l’Avs della coppia Bonelli-Fratoianni continuano ad arrampicarsi sugli specchi anziché ammettere la debacle come ha fatto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che però s’è ben guardato dal fare autocritica, di riconoscere di aver sbagliato e, perché no, di presentare le dimissioni come in passato fecero leader sindacali di ben altra statura. Il refrain di Schlein e dei suoi compagni di sventura è quello della partecipazione al voto: “Al referendum – sostiene la segretaria del Pd – hanno votato più elettori di quelli che nel 2022 hanno mandato Meloni al Governo”. E Fratoianni va addirittura oltre: “Il 30% che ha votato è la base dell’alternativa”. Ci vuole una bella faccia tosta a fare affermazioni del genere. Dove sta scritto che chi ha votato è tutto di sinistra? Ma il punto è un altro: Schlein, Conte e Avs si nascondono dietro i numeri della partecipazione, che tra l’altro non è stata esaltante, ma la politica non è come l’Olimpiade. Non basta partecipare, bisogna vincere. Per governare – guai a scordarselo – bisogna raccogliere la maggioranza dei consensi nel Paese e in Parlamento. Ma finché la sinistra non guarderà in faccia alla realtà e continuerà a lasciarsi sedurre dalla sirene massimaliste non vincerà mai e continuerà a buttare alle ortiche la voglia di cambiamento che nel Paese c’è ma che non trova una forza politica che sappia raccoglierla.
Voto referendum: Schlein, Conte e Avs, aprite gli occhi. La politica non è un’Olimpiade, non basta partecipare, conta solo vincere
Di fronte alla schiacciante sconfitta nei referendum, la sinistra si consola con il numero dei votanti ma in politica non basta partecipare: conta solo vincere ma Schlein e Conte sembrano dimenticarsene
