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Vitalizi, ok al taglio. Ma al Senato sarà battaglia. Ecco cosa cambia

Il provvedimento è stato approvato dall’Ufficio di Presidenza della Camera e riguarda solo gli ex deputati e non gli ex senatori – Ecco, nel dettaglio, quali sono le nuove regole in materia di vitalizi – Protesta degli ex parlamentari che minacciano ricorsi

Vitalizi, ok al taglio. Ma al Senato sarà battaglia. Ecco cosa cambia

Via libera al taglio dei vitalizi degli ex parlamentari da parte dell’Ufficio di presidenza della Camera. A votare a favore sono stati 11 deputati su 18: 9 appartenenti alla maggioranza, 1 al Partito Democratico e 1 a Fratelli d’Italia. Astenuti i deputati di Forza Italia.

VITALIZI: TAGLI SOLO AGLI EX DEPUTATI

Il taglio entrerà in vigore dal 1°gennaio 2019 e riguarda solo gli ex deputati e non gli ex senatori per i quali sarà necessaria una seconda delibera da far approvare all’Ufficio di presidenza di Palazzo Madama. Le modifiche infatti non sono state portate avanti tramite un atto avente valore di legge ma con un provvedimento che interviene direttamente sul regolamento dell’Aula. Da sottolineare che nell’altro ramo del Parlamento l’ok alla misura non è poi così scontato dati i numeri ben più risicati di cui gode la maggioranza. E dato che la presidente del Senato Elisabetta Alberto Casellati ha sollevato perplessità sulla tenuta giuridica delle nuove regole.

La delibera presentata dal presidente della Camera Roberto Fico e approvata dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio prevede sostanzialmente che i vitalizi erogati agli ex deputati vengano ricacolcati con il metodo contributivo.

Occorre però chiarire un punto fondamentale: il taglio non riguarda gli attuali deputati, che non godono dei vitalizi dopo la loro abolizione avvenuta nel 2012, ma percepiscono una pensione già calcolata con il metodo contributivo. La delibera invece interviene sui vitalizi degli ex rappresentati di Montecitorio che hanno svolto almeno un mandato prima del 2013. Da sottolineare che sei anni fa – quando arrivò l’ok all’abolizione – i vitalizi degli ex parlamentari non furono toccati per il timore che arrivasse una vera e propria pioggia di ricorsi, timore esistente anche oggi dati i presunti dubbi sulla “legittimità costituzionale” della misura. 

La proposta inoltre, secondo i forzisti Mara CarfagnaGregorio Fontana e Francesco Scoma – rispettivamente vicepresidente, questore e segretario d’aula alla Camera – e a detta della capogruppo Maria Stella Gelmini, va modificata. Il motivo: “Non risponde ai criteri di legittimità costituzionale ed è certamente destinata, in questa formulazione, a essere impugnata e annullata dagli organi giurisdizionali”. L’associazione degli ex parlamentari è già sul piede di guerra.

In base ai calcoli, dovrebbero essere in totale 1.338 gli ex onorevoli interessati dalla delibera, cui se ne aggiungono altri 67 che però non saranno soggetti ad alcuna sforbiciata, ma ad un congelamento degli importi già percepiti.

VITALIZI: COSA PREVEDE LA DELIBERA

Come detto, la delibera prevede che i vitalizi garantiti agli ex deputati vengano ricalcolati in base al metodo contributivo, mettendo da parte l’attuale metodo di calcolo retributivo che prevede che l’ammontare venga calcolato in percentuale all’ultimo stipendio ricevuto e non in proporzione ai contributi versati.

All’interno del testo si stabilisce una soglia minima per gli assegni: coloro che hanno svolto un solo mandato non potranno percepire meno di 980 euro al mese, mentre chi ne ha svolto più di uno, nel caso in cui il ricalcolo implichi un taglio superiore al 50%, non potrà comunque andare sotto i 1.470 euro al mese.

Sono 67 i deputati che saranno soggetti al congelamento dell’importo attualmente percepito dato che i nuovi meccanismi, per loro, avrebbero significato addirittura un aumento della somma attualmente ricevuta.

Secondo le stime del presidente della Camera, Roberto Fico, una volta entrata in vigore, la delibera dovrebbe portare ad un risparmio per le casse di Montecitorio pari a 40 milioni di euro l’anno.

 

2 thoughts on “Vitalizi, ok al taglio. Ma al Senato sarà battaglia. Ecco cosa cambia

  1. Sono un pensionato già vittima di Fornero e prossimamente anche di Di Maio, i pochi euro che mi toglieranno , saranno tolti alla nostra economia reale, i pensionati da 4000-5000 spendono la loro pensione in Italia e i tagli porteranno un danno all’economia reale.
    Se l’oro comincia da 4000 euro/mese perché non si calmierano a tale cifra tutti gli emolumenti pubblici: gli stipendi pei parlamentari, di Boeri stesso, di tutti manager pubblici, questi possono invece permettersi da 200.000 euro anno in su? Alla faccia nostra? Mi aspetto comunque che perlomeno i 5 stelle e lega si riducano lo stipendio a tale cifra…per coerenza!!!
    Per la cronaca ho ricoperto ruoli di assoluta responsabilità ed ho impegnato tempo e risorse da giovane per laurearmi, ho versato contributi per 42.5 anni

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    1. Se ha paura di essere vittima di DiMaio, vuol dire che la sua pensione e’ al di sopra dei 4000 mil aeuro e che non ha versato i contributi corrispondenti x quella cifra quindi, di cosa si lamenta ? Lo sa che ci sono persone che prendono 700/800 euro al mese ? Pensava che la pacchia pottesse continuare x sempre ? Ps: nessuno le ha detto che i parlamentari del M5S donano circa la meta’ del loro stipendio ad un fondo gestito dal Ministero dell’ Economia x aiutare le piccole e medie aaziende

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