Donald Trump accelera sulla diplomazia con un piano ambizioso: incontrare Vladimir Putin “già la prossima settimana “molto presto”, spingendo verso un possibile vertice trilaterale con Volodymyr Zelensky. L’obiettivo? Discutere un possibile cessate il fuoco tra Ucraina e Russia prima che scattino le nuove sanzioni secondarie promesse contro Mosca e i suoi partner commerciali. Intanto domani scade l’ultimatum di Washington al Cremlino su una tregua.
Intanto sul terreno, i droni continuano a volare: le forze ucraine hanno intercettato numerosi droni russi, mentre Mosca ha denunciato raid contro una raffineria a Krasnodar e altre infrastrutture militari. Non si registrano vittime negli ultimi attacchi, ma restano elevati i rischi di escalation.
Trump-Putin: verso un incontro trilaterale con Zelensky?
Se confermato, si tratterebbe del primo incontro tra un leader statunitense e Putin da quello con Joe Biden a Ginevra nel 2021, otto mesi prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Secondo il New York Times, Trump avrebbe già informato i leader europei – eccetto Italia e Francia – della sua intenzione: prima un faccia a faccia con Putin, poi un incontro a tre con Zelensky per discutere un possibile cessate il fuoco.
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha confermato che “la Russia ha espresso interesse per un incontro con Trump, e il presidente è aperto a vedere sia Putin che Zelensky”. Ma sulla tempistica e sulla sede del possibile vertice, al momento, non ci sono dettagli.
Più cauto il segretario di Stato Marco Rubio, secondo cui “molto dipenderà dai prossimi giorni” e dai progressi concreti. Ma ammette che, per la prima volta, “gli Stati Uniti hanno un’idea chiara delle richieste russe per porre fine alla guerra”.
L’ultimo confronto diretto tra i due presidenti, Putin e Zelensky, risale al dicembre 2019.
India nel mirino: dazi al 50% per le importazioni
Nonostante una visita definita “produttiva” dell’inviato speciale Usa Steve Witkoff a Mosca, secondo Axios le sanzioni secondarie contro la Russia restano “sul tavolo” e saranno applicate da venerdì, salvo sviluppi diplomatici. Le misure non colpiranno solo direttamente la Russia, ma anche i Paesi che mantengono forti legami commerciali con Mosca, in particolare nel settore energetico. Tra i primi nel mirino: India, Cina e Turchia.
Mercoledì, Trump ha annunciato un raddoppio dei dazi sulle importazioni indiane negli Stati Uniti, portandoli dal 25% al 50%. La motivazione? Gli acquisti massicci di petrolio russo da parte di Nuova Delhi, rivenduto in parte sui mercati internazionali con forti margini. “L’India importa direttamente o indirettamente petrolio dalla Russia. Di conseguenza, i loro prodotti saranno soggetti a un’aliquota aggiuntiva del 25%”, si legge nell’ordine esecutivo firmato dal presidente.
I nuovi dazi entreranno in vigore tra 21 giorni, mentre quelli già annunciati al 25% scattano oggi. La risposta indiana non si è fatta attendere: il ministero degli Esteri ha definito le misure “ingiuste e irragionevoli”, promettendo di “difendere i propri interessi con ogni mezzo”.
Oltre all’India, Trump ha avvertito che nuove sanzioni potrebbero presto colpire anche la Cina. “Lo abbiamo fatto con l’India. Probabilmente lo faremo anche con un paio di altri Paesi. Uno di questi potrebbe essere la Cina”. Sempre ieri il presidente Usa ha paventato una stangata sui chip (tariffe al 100%).
Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Casa Bianca starebbe inoltre valutando l’introduzione di nuove sanzioni mirate contro la “flotta fantasma” di petroliere russe. Si tratta di navi senza bandiera certa, spesso registrate sotto società fittizie, che trasportano petrolio eludendo le sanzioni occidentali. Colpire questa rete nascosta significherebbe mettere un freno concreto alle esportazioni energetiche russe, ancora oggi fondamentali per finanziare la guerra in Ucraina.