È stata presentata a Roma, presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, la ricerca “L’Italia e la sua reputazione – Le Città”, realizzata da italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Lo studio, parte di un progetto avviato nel 2018, analizza la percezione sociale delle città italiane come elemento chiave nella costruzione della reputazione del Paese, con implicazioni su attrattività economica, turistica e culturale.
Il progetto rientra in un’iniziativa più ampia sull’immagine dell’Italia nei ranking globali, con l’intento dichiarato di mettere in discussione metriche e stereotipi che possono condizionare la posizione del Paese su scala internazionale.
Lo studio “L’Italia e la sua reputazione – Le Città”
La ricerca si articola in due sezioni: un’analisi critica delle classifiche internazionali sulle città e una survey nazionale online, condotta con il supporto di Makno, su un campione di 1.200 cittadini distribuiti in dieci città italiane (Bari, Bergamo, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona). L’indagine ha rilevato le percezioni legate a fattori come sicurezza, ambiente, infrastrutture, economia e vita sociale.
Le città più apprezzate in Italia: Bologna, Verona e Bergamo
Tra i dati emersi, le città di medie dimensioni – in particolare Bologna, Verona e Bergamo – risultano essere le più apprezzate per l’equilibrio tra qualità della vita e reputazione produttiva. Bologna in particolare è indicata come il centro urbano che meglio coniuga benessere e immagine. Milanospicca per opportunità lavorative, offerta culturale e innovazione tecnologica, ma viene percepita come costosa e meno vivibile. Al contrario, Roma, Napoli e Palermo mostrano una reputazione più fragile, condizionata da giudizi negativi su sicurezza, trasporti e servizi, nonostante il riconoscimento di un forte tessuto sociale e culturale.
Donne più critiche, reputazione da ripensare
Un elemento sottolineato dall’indagine è la maggiore attenzione femminile ai temi urbani: le donne del campione si sono mostrate più sensibili e critiche su aspetti legati alla salute, all’ambiente e alla sicurezza, considerati determinanti per la qualità della vita quotidiana.
Lo studio identifica quindici fattori reputazionali suddivisi in cinque macroaree: sicurezza, qualità ambientale, infrastrutture e servizi, valori economici e vivacità sociale. Tra gli ambiti più problematici emergono la salute e la sicurezza (con punteggi bassi in molte grandi città), la pulizia urbana (soprattutto nel Mezzogiorno) e l’accessibilità dei servizi.
In chiusura, la ricerca propone alcune indicazioni operative per migliorare la reputazione urbana: rendere più sinergici gli interventi su ambiente, inclusione e innovazione; ridurre il divario tra percezione interna ed esterna delle città; e promuovere narrazioni differenziate capaci di valorizzare le specificità territoriali.