Tutto comincia nei corridoi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. È qui che si incrociano le strade di Stefano Bonetti (fisico della materia), Michele Bugliesi (informatico ed ex rettore dell’ateneo) e Guido Caldarelli (fisico teorico), come racconta il sito ilNordest.economia del gruppo Nem.
La loro intuizione è che lo “spazio” dei materiali, osservato dal punto di vista delle proprietà fisiche, possieda una struttura ordinata, capace di renderne possibile l’esplorazione e di prevedere le prestazioni di nuove combinazioni chimiche con un’efficienza mai raggiunta prima.
L’algoritmo che cerca il sostituto del neodimio
Sulla base di questa scoperta, i tre fondano Rara Factory e sviluppano un modello di intelligenza artificiale capace di identificare nuovi materiali. La missione è trovare alternative alle terre rare – con particolare attenzione al neodimio, fondamentale per i magneti dei motori elettrici e oggi sotto il quasi-monopolio cinese.
Il modello non si limita a simulare: i materiali selezionati vengono prodotti e testati direttamente nel laboratorio di Mestre, all’interno del Vega Park.
Dentro il cuore tecnologico: il “magnetron sputter”
Il macchinario chiave è il magnetron sputter, in grado di depositare su un disco di silicio 24 campioni di leghe diverse in un’unica sessione. Ogni campione viene poi analizzato con tecnologie laser proprietarie, capaci di caratterizzare rapidamente le proprietà fisiche. I dati confluiscono in un database e vengono elaborati dall’IA, che migliora così la sua capacità predittiva. La richiesta di brevetto per l’intero processo è stata depositata l’estate scorsa: il via libera formale è atteso entro poche settimane.
Una corsa contro il tempo: 10 mila leghe in tre mesi
Nei prossimi tre mesi, Rara Factory produrrà e analizzerà 10.000 leghe diverse, concentrandosi su quelle che possono replicare le performance del neodimio. L’obiettivo è avere entro 12 mesi una “ricetta” industrialmente valida, testata in quantità standard. Il modello di business prevede la concessione in licenza della formula a terzi, con royalties sui prodotti finali.
La strategia di Rara Factory ha convinto anche l’acceleratore d’impresa della Motor Valley, che ha selezionato la startup per il suo programma di sviluppo. Se tutto procederà secondo i piani, i primi ricavi sono attesi nel 2026.
Un futuro oltre i magneti
Per i fondatori, questa è solo la prima tappa. “Oltre ai magneti – spiega Bugliesi – stiamo lavorando su altre tre linee di sviluppo ancora riservate. Quando inizieremo a generare cassa, aumenteremo il numero di macchine per ampliare i test su un numero sempre maggiore di materiali”.
L’orizzonte è vasto: “L’universo dei materiali è praticamente infinito. È impossibile che non esistano alternative alle terre rare. Ora abbiamo il miglior metodo per trovarle”.