Condividi

Piaggio Aero: il 98% passa al governo di Abu Dhabi

Per effetto dell’acquisizione, approvata dal Governo italiano con decreto a norma della legge sul “Golden Power”, Mubadala detiene ora il 98,05% del capitale sociale, mentre l’ex presidente dell’azienda, Piero Ferrari, possiede il restante 1,95%.

Piaggio Aero: il 98% passa al governo di Abu Dhabi

Piaggio Aero atterra ad Abu Dhabi. Le azioni prima possedute dall’indiana Tata Limited sono state acquisite dalla Mubadala Development Company, società d’investimenti strategici del governo degli Emirati Arabi Uniti, che è così diventata l’azionista di controllo della società italiana. 

Per effetto dell’acquisizione, approvata dal Governo italiano con decreto a norma della legge sul “Golden Power”, Mubadala detiene ora il 98,05% del capitale sociale, mentre l’ex presidente dell’azienda, Piero Ferrari, possiede il restante 1,95%.

Inoltre, il nuovo consiglio d’amministrazione di Piaggio Aero ha eletto presidente l’avvocato Alberto Galassi e ha nominato amministratore delegato l’ingegnere Carlo Logli.

“Da italiano – ha detto Galassi – sono lieto che un investitore  globale e selettivo come Mubadala abbia scelto di divenire l’azionista di riferimento di Piaggio Aero. L’azienda è impegnata in importanti  programmi d’innovazione, sviluppo e diversificazione. Il supporto e la guida di Mubadala consentiranno a Piaggio Aero di sfruttare a pieno le proprie potenzialità tecniche e industriali, realizzando prodotti tecnologici d’eccellenza”.

Mubadala, costituita nel 2002 dal governo di Abu Dhabi come principale veicolo d’investimenti per la diversificazione dell’economia dell’Emirato, era  entrata in Piaggio Aero come azionista nel 2006 e alla fine del 2013 aveva deliberato e sottoscritto un aumento di capitale a supporto del piano di salvataggio e rilancio dell’azienda.

Intanto, oltre 500 operai dello stabilimento di Sestri Ponente di Piaggio Aero hanno deciso per lo sciopero a oltranza e l’occupazione. La protesta è contro la decisione dell’azienda di riconfermare il piano industriale di gennaio, con 165 esuberi – inizialmente congelati dopo l’incontro a Roma e ora di nuovo in bilico – e 207 esternalizzazioni, con la chiusura dello stabilimento genovese.

Commenta