Il mercato italiano dei pagamenti al dettaglio continua a evolversi verso una maggiore efficienza economica. Lo conferma un nuovo rapporto della Banca d’Italia, pubblicato ieri, che analizza “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia”. L’indagine, la terza dopo quelle del 2012 e del 2020, si basa su dati del 2022 e coinvolge un campione rappresentativo di banche, prestatori di servizi, imprese ed esercenti. Il risultato più significativo è la riduzione del “costo sociale” complessivo degli strumenti di pagamento, che scende allo 0,61% del Pil, pari a 11,6 miliardi di euro: dodici punti base in meno rispetto al 2016 (0,73%) e quattordici rispetto al 2009 (0,75%).
Più operazioni, meno costo per transazione
A trainare la riduzione dei costi sono state le economie di scala ottenute con l’aumento delle transazioni, soprattutto digitali. Dal 2016 al 2022 il numero complessivo delle operazioni è più che raddoppiato (+106%), mentre il costo medio per operazione si è contratto da 1,01 a 0,62 euro. Nel 2009 era ancora a 1,39 euro. La digitalizzazione ha avuto un ruolo centrale: oggi oltre il 93% delle operazioni avviene tramite canali telematici (home e mobile banking), contro l’83% del 2016 e il 74% del 2009.
Carte e addebiti diretti più efficienti, assegni in affanno
Nel 2023 in Italia il numero di transazioni con strumenti alternativi al contante ha superato i 13 miliardi, in aumento del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Guardando ai singoli strumenti, l’addebito diretto è il metodo più efficiente, con un costo di 0,19 euro per transazione, seguito dalle carte di pagamento (0,46 euro) e dai bonifici (0,70 euro in media). I bonifici online tradizionali risultano più economici (0,45 euro) rispetto a quelli istantanei (0,66 euro), ma entrambi costano molto meno rispetto ai bonifici effettuati agli sportelli fisici, che toccano i 2,11 euro per operazione.
All’estremo opposto si collocano gli strumenti cartacei: i prelievi e versamenti di contante costano 2,44 euro l’uno, mentre gli assegni raggiungono addirittura i 5,28 euro per operazione. La loro scarsa diffusione ha ridotto le economie di scala, rendendo l’assegno una delle soluzioni meno sostenibili, nonostante il calo del suo utilizzo.
Anche gli esercenti beneficiano dei risparmi
Non solo le banche, ma anche gli esercenti e le imprese registrano una flessione dei costi di accettazione dei pagamenti. Il calo è particolarmente marcato per gli strumenti digitali, come gli addebiti diretti e le carte, rispetto al contante. La riduzione dei costi privati è il riflesso diretto dell’innovazione tecnologica e della progressiva sostituzione delle operazioni fisiche con quelle digitali, in un sistema che sta rapidamente adattandosi agli standard europei.
Verso una nuova fase regolamentare
L’indagine della Banca d’Italia arriva in un momento cruciale: si apre infatti una nuova fase regolamentare a livello europeo. Tra le principali novità si segnalano la revisione della direttiva PSD2, il regolamento sui bonifici istantanei e la proposta di regolamento sull’euro digitale. L’obiettivo è rafforzare la competitività, la sicurezza e l’efficienza degli strumenti di pagamento europei, proseguendo lungo il percorso tracciato dalla Strategia europea dei pagamenti al dettaglio.