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Orologi anni ’70: rivoluzionari, amati e ricercati dal collezionismo (curiosità)

Una selezione di 5 orologi preferiti degli anni ’70 e la loro storia: Audemars Piguet Royal Oak, Piaget Polo, Wittnauer Futurama 1000, Rolex Texano, Patek Philippe Beta-21, Zenith El Primero Disco Volante

Orologi anni ’70: rivoluzionari, amati e ricercati  dal collezionismo (curiosità)

Molti orologi cool nacquero in questo decennio, ed abbiamo deciso di includere alcuni tra i più funky e “decisamente ’70“. Perché quindi il Royal Oak? Perché fu il primo ed introdusse il concetto rivoluzionario che ritroviamo poi anche nel Nautilus.

Per molti versi, gli anni Settanta sono stati un decennio rivoluzionario per il mondo dell’orologeria. In particolare, hanno segnato un cambiamento del gusto: gli eleganti orologi in oro di moda fino ai tardi anni sessanta vennero rimpiazzati da orologi sportivi in acciaio. L’orologio che diede il via a questa rivoluzione fu, ovviamente, l’Audemars Piguet Royal Oak, che ha già spento cinquanta candeline ma è un’icona come lo era al momento del lancio, nel 1972.

Royal Oak 1970

Royal Oak ref. 5402 prima generazione

Piaget Polo

Nato alla fine degli anni ’70, il Piaget Polo rappresenta la perfetta sintesi del suo decennio. Disponibile sia in oro giallo che in oro bianco (anche contemporaneamente nella versione due-toni), venne creato da Piaget come “orologio sportivo di lusso“. Un desiderio all’epoca fortemente sentito, come appena dimostrato da AP. Il Polo è sicuramente una soluzione stravagante, ma se cercate la razionalità, siete nel decennio sbagliato. Sebbene dimenticato rapidamente, il Polo fu un gran colpo. In tutte le sue varianti, rappresentò un terzo delle vendite complessive di Piaget.

Wittnauer Futurama 1000

Il Wittnauer Futurama 1000 non è sicuramente il più famoso dei pezzi, ma ha dei grandi estimatori nel suo campo. Ed altri non possono vederlo. Lo capiamo: il livello di funky è importante. Una cassa asimmetrica a forma di D, placcata in oro giallo, ospita un meccanismo retrogrado, con dimensione di 48 millimetri da un’ansa all’altra.

Rolex “Texano” ref. 5100

Gli anni ’70 non volevano avere niente a che fare con i precedenti “vecchi” tempi. E gli orologi meccanici non sono esattamente “innovativi”. Ecco quindi che, insieme ad altri 20 marchi, Rolex creò un consorzio per sviluppare una nuova tecnologia, il meccanismo al quarzo: “Il Beta-21: una pietra miliare dell’orologeria. ” Questo grosso meccanismo necessitava di casse adeguatamente spesse, e Rolex si scatenò totalmente con il design della ref. 5100. Tutti i 1000 esemplari vennero venduti in pre-ordine, ed i fortunati possessori furono invitati ad unirsi al “Rolex Quartz Club“. Questo significa che, dopo aver comprato un Rolex Texano, si otteneva accesso illimitato al quartier generale di Rolex a Ginevra ed un tour della manifattura.

Patek Philippe “Beta-21” ref. 3587

Tra le diverse compagnie che parteciparono al consorzio Beta-21, troviamo Patek Philippe. Gli stessi problemi che Rolex dovette affrontare con il Texano, Patek Philippe risolse con la spessa cassa della ref. 3587. Questa funky, immensa (43 mm) cassa in oro giallo è una delle silhouette più amate dell’orologeria. Non la classica icona, come il Royal Oak, ma tutti abbiamo incrociato il “Patek Beta-21” e nessuno l’ha dimenticato.

Zenith El Primero Disco Volante

Nel 1969, Zenith spianò la strada alla rivoluzione dei cronografi automatici che avrebbe segnato gli anni Settanta. Il primo modello del famoso El Primero, aveva una cassa in acciaio piuttosto tradizionale; tuttavia, poco dopo, venne aggiunto al catalogo un nuovo modello, estremamente funky e decisamente anni ’70, consacrando definitivamente il cronografo Zenith di punta ad icona assoluta del decennio.

Ricerca svolta e testo di Lorenzo Spolaor e Alvise Mori (The watchboutique)

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