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Mediobanca: fondi internazionali alla carica per l’ops su Banca Generali. Attesa assemblea record

Sale l’attesa per l’assemblea di Mediobanca, il 16 giugno: attesa un’affluenza stimata all’80%. Si tratterebbe di un record. Si voterà sull’ops relativa a Banca Generali. Intanto, altri tre fondi a favore dell’offerta

Mediobanca: fondi internazionali alla carica per l’ops su Banca Generali. Attesa assemblea record

Mediobanca e l’ops su Banca Generali, sale l’attesa per l’assemblea del 16 giugno. Tra le novità, quella di tre investitori istituzionali, presenti nell’azionariato di Piazzetta Cuccia, che hanno reso noto il loro voto attraverso i rispettivi siti internet. Si tratta di California State Board of Administration (Calstrs), Florida State Board of Administration (Sba Florida) e Praxis Investment Management: tutti sosterranno l’offerta di scambio di Mediobanca per Banca Generali.

Mediobanca: carica dei fondi per l’ops su Banca Generali

Sba Florida, fondo pensione che gestisce complessivamente 260 miliardi di dollari di investimenti, ha depositato 1,26 milioni di azioni Mediobanca (pari allo 0,15% circa del capitale) nell’assemblea dell’ottobre 2024 e dovrebbe disporre di una quota analoga il fondo pensione californiano, il più grande al mondo nella categoria degli insegnanti, con un portafoglio superiore ai 350 miliardi di dollari. Inferiore la quota di Praxis, asset manager americano, che detiene circa intorno a 50.000 azioni.

Si rimpolpa così il fronte degli investitori istituzionali intenzionati a sostenere l’ops, fronte che già conta le adesioni, con piccole quote, di New York City Comptroller e Calvert, allineatisi alle indicazioni unanimi dei principali proxy advisor, Iss e Glass Lewis, e di Pirc, società britannica di consulenza specializzata sui fondi pensione.

Mediobanca: il 16 giugno attesa assemblea record

Sarà un’assise record quella di Mediobanca del 16 giugno, con oltre l’80% del capitale che convergerà su Piazzetta Cuccia per votare sull’offerta per Banca Generali. Un appuntamento che – tasso di affluenza a parte – assume sempre più i connotati di un referendum sulla collocazione futura dell’istituto.

L’alto tasso di partecipazione, a cui stanno contribuendo le azioni depositate da fondi e investitori istituzionali, potrebbe giocare a favore dell’ad Alberto Nagel che si trova a fare i conti con l’ostilità del gruppo Caltagirone (10%), a cui potrebbero saldarsi, anche attraverso un’astensione che equivale a un “no”, Delfin (19,8%) e alcune casse di previdenza (Enpam, Enasarco e Inarcassa). Un fronte del 35% che guarda anche ai Benetton e al loro 2,2%, con il gruppo di Ponzano Veneto che – al pari della holding della famiglia Del Vecchio e degli enti previdenziali – sta ancora riflettendo su come esprimersi.

Perché la proposta passi Nagel, che in queste settimane si è speso per illustrare la bontà dell’operazione, ha bisogno della metà più un voto del capitale presente. E più alta sarà l’affluenza da parte del mercato più aumenteranno le chance per Piazzetta Cuccia di superare, in un’assemblea che potrebbe decidersi sul filo di lana, le resistenze dei soci che hanno sostenuto, assieme al Governo, l’offerta di scambio di Mps su Mediobanca.

Oltre ai proxy, Mediobanca confida sui voti dei fondi, sull’appoggio di gran parte del patto di consultazione (11,8%), di Unipol (poco più del 2%) ed è convinta di poter contare anche sul sostegno dei grandi investitori, da Norges Bank a Blackrock, a Vanguard.

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