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La Gig Economy cambia il lavoro: Krueger spiega perché

La Gig Economy cambia il mondo e i lavori saltuari sostituiscono quelli continuativi: lo ha messo in evidenza l’economista Alan Krueger in un convegno della Global Thinking Foundation, da cui è emersa l’importanza di combattere l’analfabetismo finanziario per non vivere da sprovveduti.

La Gig Economy cambia il lavoro: Krueger spiega perché

Cos’è la Gig Economy e quali sono le sue prospettive e possibili ricadute sulle economie dei Paesi sviluppati? Ne ha parlato Alan Krueger, già consulente economico di Obama e professore a Princeton, a un recente convegno organizzato dalla Global Thinking Foundation, nata con la missione di promuovere l’educazione finanziaria.

Secondo Krueger, stiamo assistendo alla diffusione di un modello economico in cui non esistono più prestazioni lavorative continuative, ma sempre più on demand. L’impiego dei gig worker si fonda su attività erogate saltuariamente a fronte di una richiesta specifica di servizi, prodotti o competenze.

LA GIG ECONOMY ALTERA IL TASSO NATURALE DI OCCUPAZIONE

“Se il mercato e la tecnologia continueranno a sostenere questo trend – ha spiegato Krueger – la Gig Economy è destinata a perdurare. La classe politica dovrà prenderne atto e studiare a fondo le dinamiche dei cambiamenti in corso. I numeri del fenomeno dovrebbero aiutarci a comprendere quanto l’aumento del lavoro contingente stia influenzando i lavoratori e i datori di lavoro e quanto questi sviluppi impattino sull’economia globale e il benessere delle famiglie. Da una prospettiva macroeconomica, dobbiamo accettare la possibilità che la crescita di un regime di lavoro flessibile possa alterare il tasso naturale di occupazione”.

CON LA GIG ECONOMY L’EDUCAZIONE FINANZIARIA È ANCORA PIÙ IMPORTANTE

Ecco perchè, come ha detto nello stesso convegno Annamaria Lusardi, fondatrice e direttrice accademica del Global Financial Literacy Excellence Center (GFLEC), acquista più valore l’educazione finanziaria. “Le decisioni finanziarie fanno parte della nostra vita e dell’economia del ventunesimo secolo. Così come abbiamo combattuto l’analfabetismo nel passato, dobbiamo adesso combattere l’analfabetismo finanziario. E lo si fa partendo dalla scuola. Una Strategia Nazionale sull’educazione finanziaria rappresenta senz’altro il primo mattone per la costruzione di una politica per la conoscenza finanziaria, che implica avere una visione per il futuro e lavorare per la costruzione di quel futuro insieme”.

Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, ha sottolineato la necessità di colmare le differenze di genere, anche in tema di educazione finanziaria. La Fondazione condivide gli sforzi della società civile e dei privati per l’inclusione sociale e per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile del Fondo Monetario Internazionale “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze: recita così il quinto dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile del FMI – ha dichiarato Segre – Un messaggio chiaro e potente: non ci possono essere innovazione e crescita se non si affrontano le differenze di genere e non si permette un‘adeguata espressione del capitale economico delle donne in tutti i campi”.

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