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Keir Starmer, dalla vittoria alla rivolta interna (con effetti su sterlina e titoli di Stato): un anno a Downing Street

Il 5 luglio compie un anno il governo laburista di Keir Starmer. Dalla vittoria di allora alla rivolta interna al partito di questi giorni sulla riforma del welfare. La reazione del mercato e il monito degli investitori obbligazionari al primo ministro che corre ai ripari

Keir Starmer, dalla vittoria alla rivolta interna (con effetti su sterlina e titoli di Stato): un anno a Downing Street

La ricorrenza è quella del 5 luglio, quando il governo britannico a trazione Keir Starmer compirà un anno: dodici mesi fa, nel 2024, le elezioni generali portarono alla vittoria l’attuale premier laburista con una delle maggioranze più larghe della storia politica del Regno Unito: 421 seggi su 650.

Ma nell’arco di un anno caratterizzato da luci e ombre, Starmer e il suo governo hanno avanzato proposte economiche e finanziarie che hanno finito col provocare dissensi e malumori interni al partito stesso: dal winter fuel payment, il bonus a cui accede chi è in pensione per far fronte al caro energia, al “pip”, il personal independence payment, il sussidio destinato ai disabili e lavoratori in malattia, l’obiettivo sin dall’inizio è stato quello di restringere i criteri necessari per ottenere tali sussidi. E cosa è successo?

Keir Starmer, dalla vittoria alla rivolta interna: un anno al governo

È successo che, proprio in questi giorni, il premier ha subìto la rivolta più ampia da un anno a questa parte: martedì sera Starmer è riuscito, sì, a far approvare alla Camera dei Comuni la sua contestatissima riforma del welfare con 335 voti favorevoli e 260 contrari, tuttavia ben 42 tra i suoi deputati hanno votato un emendamento contrario alla proposta di legge medesima. Alla fine, il testo è passato ma solo dopo una marcia indietro dell’esecutivo e con una serie di concessioni che hanno del tutto depotenziato il provvedimento.

La Bbc ha raccontato la giornata del voto e l’ha definita una sorta di “corsa contro il tempo” visto che le concessioni sono continuate ad arrivare fino all’ultimo minuto proprio per convincere gli esponenti del partito laburista a far passare la prima lettura della riforma. Il via libera è arrivato ma, come sottolinea Politico, da qui in poi la faccenda per Starmer si fa più complicata. Le modifiche apportate alla riforma indeboliscono le premesse con cui questa riforma era stata annunciata al principio. La cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, aveva affermato che restringere le condizioni per l’accesso al welfare avrebbe significato risparmi pari a 5 miliardi di sterline. Ora che le concessioni hanno ampliato nuovamente l’accesso al benefit, il partito dell’opposizione incalza Reeves chiedendo come e dove troverà quei soldi.

Vittoria dunque sì, ma anche un duro colpo per l’immagine di Starmer che il giorno successivo, mercoledì, è apparso in grande difficoltà durante il “question time” che si è svolto alla Camera dei Comuni, nel tentativo di difendere il suo governo. La leader dell’opposizione conservatrice, Kemi Badenoch, ha attaccato il primo ministro e la domanda è : con la prossima manovra finanziaria d’autunno ci sarà un aumento delle tasse al fine di colmare quel gap nei conti pubblici derivante dai mancati introiti della riforma del welfare? Inevitabili le ripercussioni sulla già contestata Reeves, che è apparsa sempre più in difficoltà nella gestione dell’economia nazionale. Badenoch l’ha duramente attaccata ai Comuni accusandola di incompetenza, oltre a chiedere al premier se possa garantire per il suo futuro come ministra del Tesoro. Reeves è apparsa visibilmente turbata e vicina alle lacrime. Un imbarazzo che si è trascinato per ore. Solo a seguire, con un’intervista serale alla Bbc e poi stamani a Virgin Radio, Starmer si è mosso e ha assicurato che lei rimarrà al suo posto “per molti anni a venire”.

Starmer tra welfare e rivolta: come hanno reagito i mercati

Nel frattempo, però, sempre mercoledì pomeriggio, la reazione sui mercati è arrivata rapida: mentre si affastellavano ancora le speculazioni sulla potenziale estromissione di Reeves, i rendimenti dei titoli di Stato trentennali sono aumentati di 19 punti base (il balzo maggiore da aprile e abbastanza forte da generare ripercussioni sui titoli del Tesoro Usa). Le azioni sono scivolate. E la sterlina è crollata.

Starmer e il monito degli investitori obbligazionari

Tutto ciò – scrive Bloomberg – è stato visto come un avvertimento al governo del Regno Unito affinché adotti misure drastiche per ripristinare la fiducia degli investitori, altrimenti si correrebbe il rischio di ulteriori vendite e di potenziali declassamenti delle prospettive di crescita della Gran Bretagna. Il governo del Regno Unito si trova ad affrontare una situazione fiscale precaria, con un crescente buco fiscale e dubbi sulla sua capacità di finanziare i piani di spesa, il che potrebbe portare ad aumenti delle tasse e a un allentamento delle norme fiscali nel bilancio autunnale. Di fatto, gli investitori obbligazionari globali hanno ricordato a Starmer una dura verità della politica britannica: il verdetto del mercato può essere rapido e punitivo.

La svendita – dice ancora Bloomberg – ha evocato echi su scala minore della crisi di mercato del Regno Unito del 2022, quando il primo ministro Liz Truss fu rimosso dopo che il suo disastroso mini-bilancio aveva scosso la fiducia degli investitori e fatto schizzare alle stelle i costi dei prestiti.

“Se il governo del Regno Unito non riuscisse ad adottare misure drastiche per ripristinare la fiducia del mercato, la curva dei titoli di Stato continuerebbe a inclinarsi e la sterlina verrebbe venduta in modo simile a quanto accaduto con Truss – ha sottolineato Luigi Buttiglione , fondatore di LB Macro, citato da Bloomberg -. Questo farebbe capitolare comunque il governo, come è successo a Truss e persino a Trump dopo il famigerato ‘Giorno della Liberazione’. Il mercato vince sempre”.

Starmer, fiducia a Reeves: sterlina e Gilt recuperano terreno

Stamani, dopo la conferma della fiducia di Starmer a Reeves, recuperano terreno la sterlina (+0,2%) e i Gilt, i titoli di Stato britannici, i cui rendimenti sono in calo di 8 punti base. Il rimbalzo dei Gilt aiuta tutti i titoli di Stato che guardano ai dati americani per avere indicazioni sulla traiettoria dei tassi da parte della Fed.

Starmer e l’economia in UK: i numeri

Nel primo trimestre del 2025, l’economia britannica è cresciuta dello 0.7%. Per quanto riguarda l’inflazione, il dato che si registra a maggio 2025 è del 3,4%, in lieve calo rispetto al dato di aprile dello stesso anno quando si assestava al 3,5%. Si tratta di percentuali che sforano in ogni caso il 2% imposto dalla Banca d’Inghilterra. In riferimento alla disoccupazione, il tasso è al 4,6% nel trimestre che si è concluso ad aprile 2025.

Starmer, l’immigrazione e la minaccia Farage

La serie di difficoltà che Starmer sta incontrando, a partire dalle crepe aperte nella sua ampia maggioranza conquistata un anno fa alle urne, rischiano di rafforzare Reform Uk, il partito trumpiano di Nigel Farage. Ed è arrivata un’altra notizia allarmante per l’esecutivo: il record di migranti sbarcati sulle coste inglesi nei primi sei mesi dell’anno. Sono stati quasi 20 mila, superando il primato precedente di 13.489 raggiunto nel 2024 quando era premier il conservatore Rishi Sunak. Questo è accaduto nonostante le misure draconiane promesse da Starmer per arginare l’immigrazione illegale. Stando agli ultimi sondaggi (YouGov), Farage continua a conquistare consensi, invocando il pugno di ferro contro sbarchi e immigrazione.

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