A febbraio l’indice Pmi finale manifatturiero dell’Eurozona è sceso a 53,2 punti, dai 54 di gennaio. Lo comunica Markit, sottolineando che la rilevazione è superiore alla stima flash (53 punti) e che, “sebbene rappresenti un modesto rallentamento del tasso di espansione dal valore record in 32 mesi di gennaio, l’ultimo dato ha allungato l’attuale periodo di ripresa del settore a otto mesi consecutivi”.
L’Italia rallenta (a 52,3 punti, dai 53,1 di gennaio), mentre i Paesi Bassi ritornano in vetta alla classifica e, spiega ancora Markit, assieme all’Irlanda e alla Spagna (da 52,2 a 52,5 punti, il massimo da quattro anni per il Paese iberico) sono stati tra le tre nazioni a registrare un tasso di espansione più veloce rispetto a gennaio.
Nonostante i tassi di miglioramento siano in diminuzione, Germania (da 54,7 a 54,8 punti) e Austria rimangono fra le nazioni che registrano le prestazioni migliori. Per la Francia, rimasta in coda alla classifica, arrivano comunque buone notizie dal Pmi manifatturiero, aumentato al valore più alto in cinque mesi (49,7, in salita dalla stima flash di 48,5).
Secondo Chris Williamson, capo economista di Markit, i dati confermano la natura “fragile” della ripresa di Eurolandia, ma fanno presagire che “il Pil potrebbe aumentare dello 0,4-0,5% durante i primi tre mesi dell’anno, sempre che a marzo la ripresa non perda ulteriore vigore. I livelli occupazionali sono inoltre aumentati per il secondo mese consecutivo”, malgrado anche su questo fronte “la crescita sia ancora molto debole”.
Fuori dall’Eurozona, Markit Economics ha comunicato che nel mese di febbraio l’indice Pmi manifatturiero della Gran Bretagna è salito a 56,9 dai 56,6 punti della lettura precedente. Le attese degli addetti ai lavori erano fissate su un dato pari a 57,0 punti.
