I temi al centro dell’attenzione degli investitori si sintetizzano in due punti: la prospettiva di un taglio dei tassi Usa e la corsa agli accordi commerciali in vista della scadenza del 9 luglio per i dazi doganali fissata da Trump che per altro ha già detto innanzitutto di non voler posticiparer la data, ha nuovamente sollevato dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo con il Giappone, mentre si aspetta un accordo con l’India. Passano così in secondo piano il fatto che il disegno di legge di Trump su tasse e spesa sia passato al Senato ieri e lo scivolone dei titoli tecnologici a Wall Street con Tesla che ha perso oltre il 5% dopo i nuovi battibecchi tra Musk e il Tycoon. Il dollaro rimane vicino ai minimi degli ultimi 3 anni e mezzo. Per il Medio Oriente Trump, ha invitato i membri di Hamas ad accettare un cessate il fuoco di 60 giorni con Israele a Gaza. Per il momento, Israele ha detto sì alla tregua.
Accordi commerciali: Giappone no, India sì
Il presidente Trump ha annunciato ieri che non prorogherà la scadenza del 9 luglio per la finalizzazione degli accordi commerciali, segnalando che se non si raggiungerà un accordo entro quella data, i paesi interessati riceveranno lettere formali che delineano le aliquote tariffarie che dovranno affrontare. Gli investitori hanno visto in ciò un lato positivo: che non si continuerà a navigare nell’incertezza, dicono gli analisti. Vi sono dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo tra Giappone e Stati Uniti, ha aggiunto Trump, ribadendo la possibilità di imporre dazi fino al 30-35% sulle importazioni giapponesi.
Nonostante lo scetticismo nei confronti del Giappone, gli Stati Uniti vedono promettenti prospettive in un accordo commerciale con l‘India. Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha confermato che i negoziati sono “molto vicini” a un accordo provvisorio.
Nasdaq e l’S&P 500 in calo ieri, appesantiti dai tecnologici. Tesla chiude a -5,4%
La giornata di ieri è stata volatile e con scambi limitati a Wall Street con il Dow Jones che è riuscito a chiudee in rialzo, mentre il Nasdaq e l’S&P 500 sono scesi, appesantiti dalla debolezza dei titoli tecnologici a grande capitalizzazione che avevano registrato guadagni particolarmente elevati nelle ultime settimane. L’indice Nyfang, che monitora 10 titoli tecnologici molto scambiati, ha perso l’1,8%.
Dow Jones Industrial Average è salito dello 0,91%, a 44.494,94. L’S&P 500 ha persolo 0,11%, a 6.198,01 e il Nasdaq Composite ha perso lo 0,82%, attestandosi a 20.202,89.
Le azioni Tesla sono scese del 5,4% dopo che Trump ha di nuovo minacciato di tagliare i miliardi di dollari di sussidi che le aziende di Musk ricevono dal governo federale dopo che Musk aveva ripreso le sue critiche all’ampio taglio delle tasse e alla legge sulla spesa di Trump.
I dati hanno mostrato un aumento inaspettato delle offerte di lavoro negli Stati Uniti a maggio, suggerendo la resilienza del mercato del lavoro nonostante le incertezze commerciali ed economiche. I titoli del Tesoro Usa sono scesi di conseguenza, spingendo il rendimento a due anni al massimo di quasi una settimana. L’attenzione è per le prossime mosse della Fed. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell nel meeting in Portogallo ha ribadito l’intenzione della banca centrale statunitense di “aspettare per saperne di più” sull’impatto dei dazi sull’inflazione prima di abbassare i tassi, accantonando ancora una volta le richieste di Trump di tagli immediati e profondi. Gli operatori stimano che la Fed attuerà quest’anno tagli pari a 64 punti base, con una probabilità di intervento a luglio del 21%.
Ciò ha mantenuto un orientamento ribassista sul dollaro. L’euro è a 1,1799 dollari, appena sotto il massimo degli ultimi 3 anni e mezzo toccato ieri. Lo yen è rimasto stabile a 143,52 per dollaro.
L’Institute for Supply Management (ISM) ha mostrato un PMI manifatturiero salito a 49,0 il mese scorso, rispetto al minimo degli ultimi sei mesi di 48,5 registrato a maggio, leggermente al di sopra delle previsioni degli economisti che si attestavano su 48,8. L’attenzione del mercato si sposta ora sul rapporto sulle buste paga non agricole di giovedì, che potrebbe aiutare a ricalibrare le scommesse su un taglio dei tassi già a luglio. Secondo i dati LSEG, i mercati monetari stimano una probabilità del 21,2% per un taglio dei tassi a luglio e prevedono tagli per un valore di circa 64 punti base entro la fine dell’anno.
“One Big Beautiful Bill’ Act passa al Senato per un soffio
L’ approvazione del pacchetto fiscale di Trump da parte del Senato il cosiddetto ‘One Big Beautiful Bill’ Act ha spinto gli investitori a vederne soprattutto gli effetti stimolanti per l’economia rispetto al suo costo multimiliardario. Negli ultimi giorni, l’attenzione degli investitori si era concentrata sull’avanzamento dell’imponente disegno di legge di Trump che taglierà le tasse, ridurrà i programmi di previdenza sociale e aumenterà la spesa militare e per l’immigrazione, portando a un aumento di 3.300 miliardi di dollari il debito nazionale, secondo stime indipendenti. La legge è ora passata nuovamente alla Camera dei Rappresentanti per una possibile approvazione definitiva, dopo che i repubblicani del Senato l’hanno approvata con un margine risicato. La reazione dei mercati è stata relativamente contenuta. I rendimenti di riferimento dei titoli decennali statunitensi sono rimasti stabili al 4,245%, dopo aver toccato il minimo di due mesi nella sessione precedente.
Borse asiatiche per lo più in calo. Sale soltanto la Cina
Le Borse dell’Asia-Pacifico sono per la maggior parte in calo, condizionate dalla debole chiusura di Wall Street, mentre tiene la Cina.
Il Nikkei 225 giapponese è arrivato a perdere l’1%, mentre nel finale limita il calo a -0,2% dopo che Trump ha minacciato di aumentare i dazi sul Giappone e ha intensificato le sue critiche al paese per non aver accettato le esportazioni di riso dagli Stati Uniti.
Le azioni taiwanesi ad alta intensità tecnologica e l’indice Kospi della Corea del Sud sono scesi in scia al calo dei tech Usa.
In Cina l’indice CSI 300 sale dello 0,2%, l’Hang Seng di Hong Kong sale dello 0,6%, dopo il rientro dalle vacanze di lunedì. La scorsa settimana, Trump ha annunciato che Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo commerciale, finalizzando i termini delineati nell’incontro di Ginevra. Le azioni delle case automobilistiche cinesi come Xpeng sono salite dopo che le aziende hanno segnalato una crescita delle vendite superiore a quella dell’anno precedente a giugno.
Borse europee attese aprire in rialzo. A Milano occhi a Italgas e Stellantis
Le Borse europee sono attese aprire in rialzo: il futures sull’Eurostoxx50 sale dello 0,43%
Italgas. S&P Global ha assegnato a Italgas e a Italgas Reti un rating ‘BBB+’ con outlook stabile, dopo il perfezionamento dell’acquisizione di 2i Rete Gas
Stellantis. La casa automobilistica potrebbe prendere decisioni importanti, come la chiusura di alcune fabbriche, a causa del rischio di multe salate dell’Ue legate alle emissioni di CO2. Lo ha riferito ieri il capo per l’Europa Jean-Philippe Imparato. Parlando a un convegno alla Camera, Imparato ha anche detto che Stellantis non molla su Maserati, ma che ci vorrà tempo per un piano di rilancio. A giugno, la società ha registrato una contrazione del 32,8% delle immatricolazioni in Italia, a fronte di un calo del 17,4% del mercato. La quota di mercato del gruppo è scesa al 24,55% dal 28,06% di maggio.
Unicredit ha anticipato al 22 dal 28 luglio la data della riunione del Cda per l’approvazione dei risultati del secondo trimestre e del primo semestre dell’anno.
Banca Ifis, Illimity Bank. I risultati definitivi dell’offerta su Illimity Bank confermano quelli provvisori, pari all’84,092% del capitale di quest’ultima portato in adesione. L’offerta è quindi pienamente efficace.
Safilo ha annunciato un accordo di licenza decennale con Victoria Beckham. La prima collezione debutterà sul mercato a gennaio.
Mps, Enasarco esce La cassa previdenziale vende il 3,05% della banca senese. Dopo l’assemblea di aprile la sgr dell’ente ha ceduto la quota e con la plusvalenza è salita al 2,52% di Mediobanca. All’ops di Siena ha intenzione di aderire soltanto in caso di rilancio