A un mese esatto dal “giorno della liberazione” americana e dall’introduzione dei dazi reciproci che hanno gettato i mercati finanziari in un ciclone di turbolenze, oggi le borse brindano a un possibile dialogo Usa-Cina per trovare un compromesso sulla guerra commerciale e ai dati sul lavoro Usa di aprile superiori alle attese. La propensione al rischio non è stata scossa nemmeno dalle previsioni di S&P Global, che ha parlato dei dazi come di uno “shock al sistema” con impatti negativi sul Pil mondiale per il prossimo triennio.
Così i listini del Vecchio Continente inaugurano maggio con una seduta in rally, in cui Piazza Affari riconquista ampiamente i 38mila punti (38.327) e sale dell’1,92% guidata da Prysmian +6,3%, Interpump +5,19% e Leonardo +5,13%.
Sulle piazze europee svetta Francoforte +2,51%, seguita da Amsterdam +2,42%, Parigi +2,4%, Londra +1,43% e Madrid +1,09%.
Oltreoceano Wall Street si muove tonica fin dalle prime battute, nonostante l’andamento fortemente negativo di Apple, -3,53% che ha tagliato di 10 miliardi di dollari il programma di buyback e dopo che il Ceo Tim Cook ha detto agli analisti che i dazi potrebbero aggiungere circa 900 milioni di dollari di costi nel trimestre. Sotto il profilo dei conti utili e ricavi di Cupertino sono stati sopra le attese nei primi tre mesi dell’anno, ma l’importante divisione servizi ha deluso il consensus.
Arretra Amazon (-0,65%) che ha previsto un utile operativo per il secondo trimestre inferiore alle stime, con i timori per i dazi e il loro impatto sulla spesa dei consumatori che offuscano le prospettive.
In compenso vola Microsoft (+11,20%) già brillante nella seduta delle vigilia alla luce della trimestrale migliore delle attese.
In pratica sulle due sponde dell’Atlantico si sono recuperate ormai le perdite del mese scorso.
Lavoro Usa oltre le stime e dialogo con la Cina
Ad aiutare le propensione al rischio oggi è il rapporto sul lavoro Usa del mese scorso, che va a compensare la recente delusione per il Pil del primo trimestre 2025. In aprile gli Stati Uniti hanno aggiunto 177 mila lavoratori non agricoli, contro stime di 133 mila, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,2%. Ieri inoltre l’indagine ISM ha mostrato una contrazione persistente dell’attività manifatturiera, ma leggermente inferiore a quanto temuto. Insomma la prima economia del mondo, impegnata in una guerra commerciale a livello planetario, potrebbe farsi meno male di quanto immaginato fin qui.
Ad aprire squarci di sereno contribuisce quindi il fatto che la Cina sta “valutando” l’offerta di Washington di tenere colloqui sui dazi imposti da Trump al 145%.
In ambito macroeconomico anche l’Eurozona ha trovato qualche spunto nell’inflazione stabile ad aprile al 2,2% (2,1% in Italia), mentre il PMI manifatturiero è rimasto in contrazione sotto la soglia di 50, ma è salito ad aprile (a 49, da 48,6 di marzo) per il quarto mese consecutivo e ai livelli massimi da 32 mesi.
Trump attacca nuovamente la Fed, ma gli analisti ritengono che Powell non toccherà i tassi la settimana prossima
I motivi di preoccupazione in ogni caso non mancano, anche in una giornata positiva come questa. In particolare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump attacca anche oggi il presidente della Federal Reserve Jerome Powell. “La benzina sotto 1,98 dollari al gallone, il prezzo più basso in anni, i prezzi dei generi alimentari giù, l’energia giù, i tassi dei mutui giù, l’occupazione è forte e molte altre buone notizie, con miliardi di dollari che arrivano dai dazi. Siamo solo in una fase di transizione. Non c’è inflazione, la Fed dovrebbe abbassare i tassi!” Scrive il tycoon su Truth.
Peccato che il mercato scommetta che Powell non si farà influenzare dalle pressioni della Casa Bianca e che la prossima settimana manterrà ancora i tassi d’interesse invariati, confortato tra l’altro dal rapporto sul lavoro odierno.
In questo contesto i titoli del Tesoro perdono quota e vedono i rendimenti salire e i prezzi scendere. Il decennale al momento è al 4,3%.
Dollaro, giù mentre il Giappone pensa di mettere sul tavolo delle trattative la sua posizione di grande creditore
Sul mercato dei cambi il dollaro s’indebolisce e perde quota soprattutto contro lo yen (-1% circa), per un cross di 144,01. Secondo alcuni osservatori il Giappone potrebbe sfruttare la sua posizione di grande creditore Usa nella trattava sui dazi. Il paese nipponico possiede oltre mille miliardi di dollari di Treasury e potrebbe sfruttarli come carta vincente nei colloqui commerciali con Washington.
L’euro si apprezza leggermente contro dollaro, per un cambio di 1,1366.
Tra le materie prime tornano gli acquisti sull’oro dopo le vendite della vigilia, ma i prezzi sono sotto quota 3300 dollari l’oncia.
Non c’è pace invece per il petrolio: il greggio texano si allontana da 60 dollari al barile e segna al momento un prezzo di 58,30 dollari (-1,59%), mentre il Brent tratta a 61,26 dollari al barile, in ribasso dell’1,4%.
Piazza Affari soffrono utility e oil
La seduta ha portato denaro oggi alla maggior parte delle blue chip, ma il clima più disteso ha penalizzato titoli difensivi come le utility. La maglia nera va a un titolo della sanità come Diasorin -1,49%, ma in fondo al listino ci sono anche Terna -1,28%, Snam -0,75%, Italgas -1,1%, A2a -0,63%. L’andamento negativo del greggio si riflette poi sulla deludente performance di Eni -0,35%. Si salva invece Tenaris, +0,37%, che ha chiuso il primo trimestre con un calo del 15% dei ricavi e del 29% dell’Ebitda.
Nella parte alta del listino torna, tra gli altri, Leonardo, in un settore effervescente a livello europeo e incoraggiata dai risultati della controllata americana Drs.
Bene Stm +4,21%, Nexi +4,08%, Amplifon +3,72%.
Il lusso spera nel dialogo Usa-Cina e si mette in luce soprattutto con Cucinelli +3,21%. Nell’auto brilla Stellantis +2,95%.
Le banche hanno tutte il segno più a partire da Unicredit +3,24%, che si sta muovendo sullo scacchiere bancario europeo con molte ambizioni. È di oggi la notizia che l’autorità antitrust dell’Unione europea si pronuncerà entro il 4 giugno sull’offerta di acquisto per Banco Bpm (+2,04%).
L’offerta, valida fino al 23 giugno, è già stata rifiutata da Banco Bpm in quanto troppo bassa e l’autorità di vigilanza sulla concorrenza può approvare l’offerta con o senza misure correttive al termine dell’esame preliminare, o può aprire un’indagine di quattro mesi se nutre preoccupazioni.
Il governo italiano ha già applicato il “golden power” per imporre condizioni.
Fuori dal paniere principale svetta Digital Value +31,87%. Seduta da incominciare anche per Avio +9,72% e Danieli +6,6%, che ieri ha annunciato un contratto da un miliardo di euro in Svezia.
Spread in calo
La propensione al rischio e il quadro macro hanno aiutato anche la carta italiana, che archivia una seduta in verde e migliore rispetto alla carta tedesca. Scende così lo spread tra i due decennali benchmark a 111 punti base, mentre i tassi salgono un po’ e sono rispettivamente al 3,63% e 2,52%.
La Bce d’altra ricorda che il futuro è ancora oscuro: “Le prospettive economiche sono offuscate da eccezionale incertezza” – scrive nel bollettino economico di aprile – una situazione che “comporta notevoli rischi al ribasso”.