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BORSE CHIUSURA 15 MARZO – Tsunami Credit Suisse (-17,4%) scatena la bufera sulle banche: Piazza Affari di nuovo ko

Nuovo tracollo dei listini azionari dopo il rifiuto dei sauditi di concedere nuovi aiuti al Credit Suisse che va in tilt e terremota le banche e le Borse di Europa e Usa – Piazza Affari la peggiore (-4,6%): pesanti soprattutto le Big del credito, che perdono tra il 7 e l’8%, e i petroliferi

BORSE CHIUSURA 15 MARZO – Tsunami Credit Suisse (-17,4%) scatena la bufera sulle banche: Piazza Affari di nuovo ko

Il crollo di Credit Suisse (-24,02%) ha scatenato oggi una nuova tempesta sui mercati, mandando ko le borse europee e condizionando negativamente l’avvio di Wall Street, nonostante il calo inatteso dei prezzi alla produzione Usa a febbraio (-0,1%).

Il finale è così in profondo rosso in Europa, a partire da Milano, che chiude con un ribasso del 4,61% e torna indietro di qualche mese a 25.565 punti base. Non va tanto meglio a Madrid -4,31%, Londra -3,81%, Parigi -3,58%, Francoforte -3,25%, Amsterdam -2,85%.

L’indice bancario europeo crolla dell’8% circa.

Il panico generale sta influendo pesantemente sul petrolio e sull’euro.

Tonfo di euro e petrolio

La fuga dall’azionario fa convergere gli acquisti sul dollaro, che gonfia il petto soprattutto contro l’euro in ribasso dell’1,8% circa, per un cambio poco sopra a 1,05.

I timori di recessione mondiale, rinfocolati dalla crisi bancaria Usa e dal nuovo allarmante segnale in Europa, pesano anche oggi sul petrolio. I future di Brent e Wti perdono circa il 5% e trattano rispettivamente intorno a 73,73 dollari il barile e 67,76 dollari al barile. Il greggio texano è ai minimi da dicembre 2021.

Si apprezza invece l’oro, con lo spot gold in crescita dell’1,6% a 1934,51 dollari l’oncia.

Scendono I rendimenti dei bond, ma sale lo spread

Chiudono una seduta tonica i titoli di Stato. In Europa a intercettare i favori sono stati soprattutto i Bund. I rendimenti arretrano anche per la carta italiana, ma lo spread si allarga. In chiusura 192 punti base (+7,43%), per un tasso del Btp decennale al 4% e del Bund di pari durata del 2,09%.

Acque agitate tra le banche in attesa della Bce

La settimana finanziaria prosegue dunque sulle montagne russe e i listini, dopo l’impennata di ieri, sono piombati oggi nuovamente nell’abisso in Europa alla vigilia della riunione della Bce che probabilmente alzerà i tassi di 50 punti base domani, restando piuttosto insensibile all’incertezza dilagante. D’altra parte, secondo un trader citato da Reuters, un rialzo di 25 base verrebbe interpretato come l’ammissione che c’è un problema dopo la bufera scatenata dai timori di contagio per il crollo delle statunitensi Silicon Valley Bank e Signature Bank.

Negli Usa le banche sono al momento in ribasso e First Republic Bank perde il 18%, peggior titolo sullo S&P 500, dopo che il suo rating è stato tagliato da S&P a ‘junk’, spazzatura. “Crediamo che il rischio di una fuga di depositi da First Republic Bank sia elevato”, dicono gli analisti dell’agenzia.

In Europa il dramma ha per protagonista Credit Suisse, giunta alla sua ottava seduta consecutiva di ribassi, per un valore che ha aggiornato i suoi minimi storici. A innescare il panico è stata la notizia che Saudi National Bank, principale azionista della banca elvetica, ha detto che non fornirà ai partecipati ulteriori aiuti finanziari, non potendo andare oltre la quota del 10%. A poco sono valse nel pomeriggio le rassicurazioni del Ceo dell’istituto svizzero, Ulrich Koerner: “Il nostro capitale, la nostra base di liquidità è molto, molto forte – ha detto – raggiungiamo e superiamo praticamente tutti i requisiti normativi”. I credit default swap (cioè il prezzo dell’assicurazione contro il fallimento) però non fanno ben sperare. Secondo Bloomberg, quelli a un anno, ieri in chiusura, erano indicati a 835,9 punti e oggi sono in ulteriore aumento, vicino a quota 1.000 che indica un elevato livello di preoccupazione. Il livello attuale corrisponde a 18 volte il Cds a un anno di Ubs e circa 9 volte l’equivalente di Deutsche Bank.

Secondo quanto scrive il Ft, Credit Suisse avrebbe chiesto oggi alla Banca nazionale svizzera e all’autorità di controllo di borsa (Finma) di dare una dimostrazione di sostegno a favore del gruppo e rassicurare i mercati.

Piazza Affari zavorrata da banche e petroliferi

I titoli petroliferi e quelli bancari sono anche oggi i peggiori in Piazza Affari.

Si parte da Saipem, -9,88% e si prosegue con Unicredit -9,06%, Tenaris -8,95%, Finecobank -7,63%, Bper -7,23%, Banco Bpm -7,13%, Intesa -6,85%.

La giornata è stata sfavorevole anche a Leonardo -6,82%, Cnh -6,61%, Unipol -5,89%.

In questo mercoledì nero però ci sono persino tre blue chip timidamente positive: Campari, +0,52%; Erg, +0,23%, che stamani ha divulgato risultati 2022 positivi, con indicazioni di utile, debito e dividendo migliori delle attese; Terna +0,38%.

Fuori dal listino principale crolla Banca Monte Paschi di Siena (-10,09%).

Si mette in luce invece Marr, +6,88%, dopo i conti presentati ieri. Secondo Banca Akros” i risultati sono stati leggermente sotto le attese, ma le stime sono per un forte recupero della profittabilità nel 2023″. Il broker ha confermato il prezzo obiettivo a 14,40 euro e portato il giudizio a “buy”, da “accumulate”.

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