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Borsa 1° luglio: mercati in bilico tra dazi e bilancio Usa, Wall Street rallenta dopo i record. A Milano tonfo di Leonardo e Mediobanca

Avvio di luglio incerto sui mercati, scossi dalle parole di Powell a Sintra e dallo scontro Musk-Trump; i dazi preoccupano l’Eurozona e la legge fiscale Usa frena Wall Street. Milano chiude a -0,58%, con Leonardo in calo del 5% e Mediobanca che cede il 4,2%

Borsa 1° luglio: mercati in bilico tra dazi e bilancio Usa, Wall Street rallenta dopo i record. A Milano tonfo di Leonardo e Mediobanca

Avvio di luglio in ordine sparso sui mercati, storditi un po’ dalle parole di Powell a Sintra e dallo scontro Musk-Trump, mentre il tema dazi tiene ancora sulle spine l’Eurozona e la legge fiscale Usa frena Wall Street.

Milano chiude in calo dello 0,58% (a 39.561 punti base). La piazza peggiore è Francoforte, -1,15%, mentre Amsterdam cede lo 0,41% e Madrid lo 0,1%. Parigi è piatta e Londra si apprezza dello 0,31%.

Il focus dell’area euro resta soprattutto sulla trattativa commerciale con gli Stati Uniti e il quadro ancora non è tanto chiaro mentre si avvicina la scadenza del 9 luglio. In queste ore si spera che il commissario al commercio della Ue, Maros Sefcovic, in missione a Washington, ottenga qualcosa. Bruxelles dovrebbe essere disposta ad accettare una tariffa universale del 10% su molte delle sue esportazioni, salvando però settori come farmaceutica, alcol, semiconduttori e gli aerei commerciali.

In ambito macro l’inflazione di giugno del blocco sale al 2% (dall’1,9% di maggio), secondo la stima flash, ma è ancora in target Bce. Il manifatturiero tedesco è in leggera ripresa (Pmi 49 punti a giugno da 48,2 del mese prima), mentre quello italiano arretra (48,4 punti da 49,2 di maggio).

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Wall street contrastata, Tesla va giù   

Wall Street si muove contrastata (DJ +0,94%, S&P 500 -0,13%, Nasdaq -0,87%) nella mattina americana, dopo i record aggiornati ieri da Nasdaq e S&P 500. Gli investitori guardano alla legge di bilancio al Senato, oggetto di emendamenti anche dalla maggioranza repubblicana. Una legge assai pesante, che dovrebbe aumentare di 3.300 miliardi di dollari il debito pubblico Usa e che la Casa Bianca vuole vedere approvato entro la festa del 4 luglio.

Tra i titoli affonda Tesla (-4,95%), mentre salgono nuovamente i toni tra l’uomo più ricco del mondo e il presidente degli Stati Uniti. Musk ha avuto il torto di criticare duramente il “big beautiful bill” e ora Trump potrebbe tagliare i sussidi a Tesla e – ironicamente – non esclude di rimandare in Sudafrica (dove è nato) l’ex collaboratore e sostenitore politico.

Powell: avrei tagliato i tassi, ma ci sono i dazi… 

Vale la pena ricordare comunque che la macchina finanziaria globale resta pur sempre parcheggiata a livelli top, dopo che nell’ultimo mese Wall Street ha registrato uno straordinario recupero sperando in accordi ragionevoli sui dazi e in una banca centrale Usa più conciliante.

Sul tema tassi però, dal simposio dei banchieri di Sintra in Portogallo, è intervenuto oggi il numero uno Jerome Powell cercando di raffreddare ancora una volta i bollenti spiriti delle colombe: “Se non ci fossero stati i dazi di Trump, avremmo già tagliato di nuovo i tassi – ha detto Powell – l’inflazione negli Usa è scesa al 2,3% ma quando abbiamo visto le dimensioni dei dazi ci siamo messi in attesa, tutte le previsioni d’inflazione sono salite. Non è una reazione eccessiva, serve un po’ più di tempo”. 

Euro-dollaro stabile

In questo contesto l’euro sta rallentando la sua corsa contro dollaro e al momento è in leggero calo, per un cambio sotto 1,18 superato in giornata (a 1,177).

Ripartono invece gli acquisti sull’oro, che oggi vede lo spot apprezzarsi in misura superiore all’1%, per un prezzo di 3.346,36 dollari l’oncia.

Tenta un modesto recupero il petrolio, che vede i future di Brent (agosto) e Wti (luglio) in rialzo frazionale, rispettivamente a 66,84 dollari al barile e 65,34 dollari al barile.

Piazza Affari, focus su Mediobanca 

In Piazza Affari alcuni degli spunti più interessanti vengono ancora una volta dal settore bancario. Tra le blue chip peggiori del listino oggi c’è Mediobanca -4,21%, depressa dall’addio di Banca Mediolanum (-2,12%) che ha venduto la sua quota del 3,5% in Piazzetta Cuccia, chiudendo un legame trentennale. Un trader, citato da Reuters, sottolinea che il calo è fisiologico, a causa dello sconto del 4,5% sulla chiusura di ieri, e sul mercato potrebbe andare anche un altro 0,9% detenuto dalla famiglia Doris, creando un po’ di pressione sul titolo. L’operazione, come osserva Intermonte, era attesa alla luce della più volte ribadita volontà da parte del Ceo di Mediolanum, Massimo Doris, di voler rimanere estraneo rispetto al processo di consolidamento in corso nel sistema bancario italiano.

La notizia non galvanizza neppure Mps(-2,41%), che ha lanciato un’ops su Mediobanca e potrebbe ricevere il via libera della Consob all’operazione già domani.

Tutto il settore bancario oggi è stato in ogni caso colpito dalle vendite, comprese le big Intesa (-0,95%) e Unicredit (-1,72%). 

La maglia nera del giorno va invece a Leonardo, -5%, dopo i guadagni della vigilia.

Tra le blue chip in grande spolvero invece c’è anche oggi Campari, +3,43%, in auge dalla vendita di Cinzano.

Cucinelli si apprezza del 3,1%, grazie alla promozione di Bank of America, che ha alzato il giudizio sul titolo a “buy” da “neutral” con target price a 115 euro. Secondo BofA, la maison del cashmere è destinata a sovraperformare il settore del lusso, sostenuta da una crescita dei ricavi più veloce, limitata esposizione al turismo, forte domanda in Cina e minori rischi sugli utili. Sempre nella moda sale anche oggi Moncler +2,13%.

Brillano inoltre le utility, spinte anche dal calo dei tassi sul secondario: Enel +2,31%, A2A+1,58%.

Spread in rialzo, ma tassi in calo

Il secondario chiude in rosso per i titoli di Stato italiani. Lo spread tra Btp decennale e Bund di uguale durata torna infatti a 90 punti base, ma in un contesto di rendimenti in ribasso, rispettivamente al 3,49% e al 2,58%.

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