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Bce, Draghi: “Possibili nuove misure a marzo. Nessuna richiesta di nuovo capitale alle banche”

“Non abbiamo limiti d’azione” – “Il comportamento dei mercati è legato alla confusione: quella sulle sofferenze è un’indagine, alle banche non chiederemo nuovi accantonamenti né nuovi aumenti a breve” – Ma i rischi di indebolimento della crescita economica e dell’inflazione sono aumentati da inizio anno.

Bce, Draghi: “Possibili nuove misure a marzo. Nessuna richiesta di nuovo capitale alle banche”

La Banca centrale europea potrebbe rivedere ed eventualmente modificare le sue politiche di stimolo all’economia al Consiglio direttivo di marzo, quando saranno disponibili le nuove previsioni economiche dei tecnici di Francoforte. Il board è unanime su questo punto. Lo ha annunciato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio che oggi ha confermato i tassi d’interesse della zona euro al minimo storico. “Abbiamo il potere di agire e la determinazione a farlo – ha continuato il numero uno dell’Eurotower – e non abbiamo limiti di azione per raggiungere il nostro obiettivo di inflazione, che è inferiore ma vicino al 2%. Abbiamo moltissimi strumenti a disposizione, anche se oggi non abbiamo discusso di quali potremmo utilizzare in particolare”. 

In riferimento ai recenti crolli a Piazza Affari, “le banche italiane hanno accantonamenti simili a quelli dell’area euro e hanno anche un alto livello di garanzie e collaterali. Il questionario è indirizzato a varie banche europee, non solo italiane. Si tratta di un’indagine sulla gestione dei crediti deteriorati e lo scopo è conoscere le diverse pratiche nazionali per stabilire quali siano le migliori. Non è un’iniziativa che spingerà le banche a prendere provvedimenti nel breve. Il comportamento dei mercati è legato alla confusione che c’è su questo punto e spero che questo chiarimento possa aiutare”. Insomma, la Bce non chiederà nuovi accantonamenti né ulteriori raccolte di capitale oltre a quelle che erano state già avanzate nella valutazione complessiva del settore effettuata nel 2015.

In generale, “monitoriamo costantemente i mercati e i settori finanziari, fra cui quello bancario – ha detto ancora Draghi -, per capire se in qualche modo la politica monetaria, nostra come quella delle altre banche centrali, possa diventare una fonte di instabilità finanziaria e finora non abbiamo trovato segnali che vadano in questa direzione. Ovviamente il nostro mandato è raggiungere la stabilità dei prezzi e non la profittabilità delle banche, ma sappiamo che per tornare alla crescita e alla stabilità dei prezzi è necessaria anche la stabilità del settore finanziario e del sistema bancario. La migliore risposta alle tensioni sui mercati finanziari è assicurare che il settore bancario è resistente e sono fiducioso che tutte le misure prese, sia in Europa che nel mondo, abbiano prodotto un settore ben più forte di quanto fosse prima della crisi”. 

Quanto ai tassi, “abbiamo deciso di tenerli fermi e ci attendiamo che restino tali per un protratto periodo di tempo”, ha aggiunto Draghi, sottolineando che i rischi di indebolimento della crescita economica nell’Eurozona sono aumentati a inizio anno, in particolare quelli legati alla volatilità dei mercati e quelli di natura geopolitica.

Le prospettive di inflazione per l’area euro, ha proseguito ancora Draghi, sono oggi “significativamente inferiori” a quelle segnalate nelle previsioni economiche della Bce lo scorso dicembre e il Consiglio direttivo si attende che il caro vita resti “molto basso o negativo nei mesi a venire”, per poi “risalire solo più in avanti nel 2016”. In questo quadro, ha aggiunto il Presidente della Bce, bisogna “monitorare attentamente i rischi di effetti secondari” della bassa inflazione, ossia le possibili ricadute sulle dinamiche di salari e sulle attese generali. 

Intanto, l’euro si è indebolito e viene scambiato contro il dollaro a 1,079% (-1,0%). Lo spread Btp-Bund, che prima della parole di Draghi viaggiava sopra i 110 punti base e che aveva segnato in mattinata un massimo sui 120,17 punti, fra le 14.30 e le 15.00 è rapidamente ridisceso in area 99-100 punti base, toccando un minimo a 98,84 punti. Le Borse, invece, durante il discorso del Presidente della Bce hanno avuto una fiammata (Milano +4%), per poi ritracciare leggermente, comunque rafforzando il rimbalzo avviato in mattinata: Piazza Affari +2,4%, Francoforte +2,1%, Parigi +2,2%, Londra +1,4%. 

La migliore risposta alle tensioni sui mercati finanziari è assicurare che il settore bancario è resistente e sono fiducioso che tutte le misure prese, sia in Europa che nel mondo, hanno prodotto un settore ben più forte di quanto lo fosse prima della crisi

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