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Trump e Draghi nella guerra delle valute e le Borse si fanno più volatili

Malgrado la correzione di tiro del presidente Usa a Davos, si accende il duello tra euro e dollaro e i suoi riflessi si fanno sentire sui mercati finanziari – A Piazza Affari avanzano le banche e per Cattolica Assicurazioni è boom – Fca oltre 20 euro – Il dollaro premia Buzzi e Luxottica – Stm in recupero

Trump e Draghi nella guerra delle valute e le Borse si fanno più volatili

“L’India ha una popolazione di un miliardo e mezzo di persone e cresce del 9%. Perché l’America non potrebbe fare lo stesso?”. Così Donald Trump, ieri sera a Davos, parlando con i banchieri in un party. Il presidente Usa ha corretto le dichiarazioni del segretario al Tesoro Stephen Mnuchin: altro che svalutazione, ha detto, il dollaro sarà sempre più forte, in quanto rifletterà la potenza economica degli Stati Uniti. Ma, al di là delle apparenze, il messaggio è lo stesso: gli Stati Uniti intendono badare solo ai propri interessi, in aperto contrasto con la leadership sull’economia globale esercitata in passato.

Va in questa direzione l’analisi di Mario Draghi che ieri, pur cercando di non inasprire il confronto innescato dalle tensioni sulle monete, ha riferito le “preoccupazioni” del direttorio della Bce, sentimento che “va oltre il semplice tasso di cambio ma riguarda lo stato generale delle relazioni internazionali in questo momento. Se ciò dovesse portare a una stretta di politica monetaria ingiustificata, allora dovremmo ripensare alla nostra strategia”.

È su questa nota di inquietudine che i mercati si accingono a chiudere contrastati un’altra settimana comunque positiva per le Borse e il petrolio, mentre si intensifica la pressione sui mercati obbligazionari. Sotto i riflettori stasera i dati sul Pil Usa, ma le attenzioni sono già rivolte alla riunione della Fed della prossima settimana, l’ultima presieduta da Janet Yellen. Poi anche alla Banca centrale comincerà l’era Trump: le dichiarazioni di Davos, in aperta violazione dell’impegno assunto ad ottobre in cui i Paesi si sono impegnati “a non attuare svalutazioni competitive e a non fissare tassi di cambio per aumentare la competitività” sono solo l’antipasto.

L’EURO RIMBALZA A 1,241. TOKYO CHIUDE A -0,16%

Stamattina, sulle piazze asiatiche, l’euro tratta a 1,241, sull’onda delle dichiarazioni distensive di Trump. Il dollar index, che misura la forza della valuta Usa rispetto alle principali controparti risale a 89,221. Ieri aveva toccato il minimo dal 2014 a 88,438. Le Borse più condizionate in negativo dal dollaro debole, come quella di Tokyo, si avviano a chiudere in calo: indice Nikkei -0,16%. Anche la settimana è negativa (-0,8%).

Salgono invece i mercati azionari della Cina, anche per effetto del piccolo rimbalzo del dollaro su yuan: il cross si porta a 6,33 da 6,32 di ieri. La valuta cinese è sui massimi dal 2015. La Borsa della Corea del Sud guadagna lo 0,4%, quella dell’India perde lo 0,3%.

DOW JONES ANCORA RECORD, VOLA INTEL

Ieri sera il Dow Jones ha messo a segno un altro record con il Dow Jones: +0,5%. Appena sopra la parità l’S&P500 e in lieve calo il Nasdaq (-0,1%). I dati macroeconomici sugli Stati Uniti sono stati leggermente sopra le aspettative. A dicembre il leading indicator elaborato dal Conference Board, indicatore dell’attività economica futura negli Usa, ha registrato un aumento di 0,6%.

Nel dopoborsa Intel ha diffuso i dati del trimestre. Il titolo del colosso dei chip è arrivato a guadagnare il 4%. In forte calo Ford (-3,98%) dopo i conti. Il petrolio Brent corregge dai 71 dollari il barile, sui massimi dal 2014. Il Wti tratta stamane a 65,39 in calo rispetto alla vigilia (66,66).

SOLO MILANO E MADRID POSITIVE

Solo Milano e Madrid chiudono in rialzo nonostante l’avanzata dell’euro. L‘euro si è spinto fino a superare quota 1,25 dollari, a 1,2536, nuovi massimi da dicembre 2014, nel corso della conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi. A una domanda sulla forza della moneta unica, Draghi ha risposto che la Bce non ha fra i suoi obiettivi il tasso di cambio.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib sale dello 0,41% a 23.720 punti. Segue ad una spanna Madrid (+0,41%). Le altre borse europee, invece, hanno chiuso in negativo, con Londra che ha perso lo 0,36%, Parigi lo 0,25% e Francoforte lo 0,37%.

“I TASSI EUROPEI RESTERANNO FERMI A LUNGO”

Nella conferenza stampa seguita al direttorio della Bce, Mario Draghi ha confermato che i tassi resteranno sugli attuali livelli a lungo e ben oltre il Qe, che la Banca è pronta a incrementare in caso di bisogno, ma ha posto anche l’accento sulla forza dell’economia del Vecchio Continente cosa che ha portato l’euro ad apprezzarsi. Draghi ha poi aggiunto che i movimenti del tasso di cambio e la recente volatilità rappresentano una fonte di incertezza

Secondo Reuters i membri del consiglio dei governatori della banca centrale europea si sono spaccati sui prossimi passi di politica monetaria. La divisione è conseguenza del rafforzamento superiore alle attese dell‘euro, che complica le previsioni sulla tempistica per uscire dall‘attuale fase di stimolo.

Il buon andamento dell’economia del Vecchio Continente ha ricevuto un’ulteriore conferma questa mattina: in Germania l’indice Ifo si è attestato a 117,6 punti a gennaio. Il dato ha battuto il consenso degli economisti, che si aspettavano una lettura a 117,1 punti.

BTP IN ALTALENA. IN ARRIVO UN’ASTA DA 9 MILIARDI

Calo generalizzato per i prezzi dei titoli di Stato della zona euro dopo la conferenza di Draghi. Il banchiere ha tra l’altro detto che un ampio livello di stimolo monetario rimane necessario per permettere all’inflazione di consolidarsi nel medio termine: la discussione all’interno del consiglio sulla modifica della forward guidance (in particolare sull’eliminazione del legame tra acquisti del Qe e inflazione) non è ancora di fatto cominciata.

Nel corso della conferenza stampa l’euro si è spinto fino a superare quota 1,25 dollari, a 1,2536, nuovi massimi da dicembre 2014, per poi ripiegare sotto i 1,24 dollari. Ampie anche le oscillazioni dello spread Italia-Germania, mentre il tasso del decennale di riferimento è oscillato fra 1,875% e 1,990%. Il rendimento sul Bund decennale si è spinto fino a 0,579% (massimo da sei mesi) da 0,528%. In chiusura il titolo rendeva 0,551%, lo Schatz (a due anni) -0,571%.

Il ministero dell‘Economia metterà a disposizione tra 7 e 9 miliardi di euro in Btp a 5, 10 e 50 anni e Ccteu in occasione dell‘asta in agenda martedì 30 gennaio. Nel dettaglio, il nuovo decennale febbraio 2028, cedola 2%, sarà offerto per un ammontare compreso fra 4 e 4,5 miliardi di euro. Verranno inoltre offerti tra 1,5 e 2 miliardi del Ccteu agosto 2025; 1,25 e 1,75 miliardi del quinquennale agosto 2022, cedola 0,90%; fra 250 e 750 milioni del 50 anni marzo 2067, cedola 2,80%.

AVANZANO LE BANCHE, RIFLETTORI SU CATTOLICA

Le parole di Mario Draghi, assieme ai conti societari, hanno caratterizzato la seduta di Piazza Affari. In particolare, l’accenno a possibili mutamenti futuri della politica monetaria ha favorito il comparto bancario (+1,53% l’indice di settore) e quello assicurativo ma ha inciso in negativo sulle aziende più indebitate.

In grande evidenza i Big del credito. Intesa guadagna l’1,3%, a 3,12 euro, ad un passo dai massimi di periodo (3,16). Barclays ha rafforzato la raccomandazione Overweight, alzando il target a 3,50 euro in attesa del piano industriale. In grande evidenza Unicredit (+2,2%) oltre l’asticella di 8 euro. Bene anche le ex Popolari. Banco Bpm (+1,99%) ha allungato nel finale: il management è al lavoro per una maxi cessione di sofferenze, si parla di un pacchetto da 3,5 fino a 5 miliardi di euro. In cabina di regia dell’operazione Mediobanca, Banca Akros e Prelios. Gli analisti di Barclays hanno confermato il giudizio Overweight con un prezzo obiettivo di 3,8 euro da 3,7 euro precedente. Salgono anche Bper Banca (+1,8%) e Ubi (+1,38%).

Tra le assicurazioni cresce l’attesa per la presentazione lunedì prossimo del piano industriale di Cattolica Assicurazioni +4,99% a 10,73% sui massimi da tre anni. Da inizio 2018 il titolo guadagna il 17% (6,8% l’indice settoriale europeo). Seduta interlocutori per Generali +0,1 a 16,20 euro. Barclays ha promosso il giudizio a Overweight da Market Weight (Neutrale). Edizione Holding si appresta a raddoppiare la sua quota al 2%.

GRANDE VOLATILITÀ SU FCA: UTILE IN AUMENTO DEL 93%

Industriali sotto i riflettori nella giornata dei conti di Fiat Chrysler che ha vissuto la seduta di Borsa all’insegna di un’elevata volatilità. Il bilancio finale registra una chiusura poco sotto la parità a 19,42 euro, ma subito dopo la pubblicazione della trimestrale il prezzo ha segnato un minimo di 19,02 euro per poi riprendersi fino a un massimo di 20,18 euro. L’escursione giornaliera ha superato il 6%.

Il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha chiuso l’anno passato con un utile netto in aumento del 93% a 3,5 miliardi di euro. L’utile netto adjusted è in crescita del 50% a 3,8 miliardi.

Il numero di vetture vendute è rimasto lo stesso ma la crescita dei modelli a maggior valore aggiunto ha permesso una maggiore redditività mentre risulta dimezzato l’indebitamento netto industriale. L’ultimo trimestre si è chiuso con ricavi in calo del 2,8% anno su anno, a 28,88 miliardi di euro (un miliardo meno delle attese). Utile operativo a 1,72 miliardi, contro una stima del consensus di 1,92 miliardi di euro.

Avanza Cnh Industrial (+1,17%) sull’onda degli ottimi risultati di Caterpillar +0,615 dopo forti oscillazioni a Wall Street.

I BROKER PREMIANO STM

Seduta all’insegna della volatilità nella giornata dei conti anche per Stm (+0,7%) nel finale a 18,94 euro, dopo il -6% di ieri. Il titolo ha segnato un massimo in apertura a 19,45 euro e un minimo nel corso della seduta a 18,57 euro per una escursione totale del 5% circa. I ricavi del quarto trimestre sono stati pari a 2,47 miliardi di dollari, meglio delle stime degli analisti e sopra le indicazioni di crescita fornite dalla società. In miglioramento, più del previsto, il margine lordo, a 40,6% da 37,5%. Il primo trimestre 2018 dovrebbe chiudersi con un calo sequenziale dei ricavi di circa il 10%, leggermente peggio delle previsioni. Lascia come previsto Carlo Bozotti, il vice amministratore delegato Jean Marc Chery, sarà il prossimo presidente ed amministratore delegato. Positivi i commenti dei broker. Barclays, Bryan Garnier, Banca Akros, JPMorgan, Credit Suisse hanno confermato la raccomandazione di acquisto.

EFFETTO DOLLARO PER BUZZI E LUXOTTICA

Si è fatto sentire anche l’effetto dollaro. L‘andamento dei cambi ha spinto Buzzi Unicem (+0,5%) e Luxottica (+1,38%). Viceversa, penalizzate Prysmian (-1,23%) e Leonardo (-0,73%).

Le utilities hanno pagato dazio alle parole di Draghi, che hanno avuto ripercussioni negative sulle società più indebitate. Enel è scesa dello 0,39%, A2A dello 0,94% e Italgas dello 0,89%.

TELECOM SI APPELLA A MATTARELLA

Frena anche Telecom Italia (-1,22%). Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo del titolo da 1,1 a 0,9 euro, confermando la raccomandazione buy ma le notizie di giornata riguardano il Cda lampo /un quarto d’ora di durata) che ha votato il ricorso al Presidente della Repubblica contro il golden power esercitato dal governo e la decisione del vicepresidente esecutivo Giuseppe Recchi di lasciare le deleghe operative, pur restando nel consiglio della società, per assumere la guida di un private equity europeo.

Contrastato il lusso. Moncler-1.6%: Société Générale ha tagliato il giudizio da Buy a Hold, alzando però il target price a 30,0 euro da 28,0 euro. Il broker ha anche decretato un sell su Salvatore Ferragamo (-0,3%). Tod’s (+0,3%) ha chiuso il quarto trimestre con 241 milioni di euro di ricavi, in calo del 2% anno su anno, +0,7% a cambi costanti. Anche se gli ultimi tre mesi dell’anno sono stati meglio dei primi nove mesi, il risultato è leggermente sotto le stime degli analisti. Nel comunicato, la società afferma che le vendite torneranno a salire solo nella seconda parte del 2018.

FERROVIE NORD RECUPERA DOPO IL DISASTRO

Ancora euforica Poligrafici Editoriali (+11,55%). Si muove In direzione opposta Monrif: -3,02%. Ferrovie Nord (-0,13%) ha limitato nel pomeriggio le perdite registrate in mattinate, dopo il drammatico incidente del treno della partecipata Trenord deragliato nei pressi della stazione di Pioltello.

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