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Zelensky e i Volenterosi europei blindano l’Ucraina: “Nessuna pace senza Kiev”. Oggi il vertice con Trump alla Casa Bianca

Alla vigilia dell’incontro con Donald Trump, Zelensky a Bruxelles chiede garanzie di sicurezza “come la Nato”. Von der Leyen: “L’Ucraina deve essere un porcospino d’acciaio”. La coalizione dei Volenterosi ribadisce: nessuna cessione territoriale senza Kiev. Domani a Washington il giorno della verità

Zelensky e i Volenterosi europei blindano l’Ucraina: “Nessuna pace senza Kiev”. Oggi il vertice con Trump alla Casa Bianca

In attesa dell’incontro di lunedì con Trump, Volodymyr Zelensky arriva a Bruxelles e non usa giri di parole, “abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza che funzionino, come l’articolo 5 della Nato. La Russia non può essere garante di alcuna sicurezza”. Al suo fianco Ursula von der Leyen, che ribadisce come “l’Ucraina deve diventare un porcospino d’acciaio, senza limiti alle sue forze armate né veti sulla cooperazione internazionale”.

Il leader ucraino poi insiste sull’unità europea: “E’ fondamentale che resti forte come nel 2022. Solo così si raggiunge una pace vera”. Von der Leyen accoglie positivamente la proposta di Trump di offrire a Kiev garanzie ispirate alla Nato, ma mette con alcuni paletti, “i confini non possono essere cambiati con la forza, e ogni decisione territoriale spetta all’Ucraina“.

Von der Leyen ha auspicato un vertice a tre con Putin “il più presto possibile” ma se il Cremlino dovesse rifiutare, avverte, serviranno nuove sanzioni. Zelensky dice di essere pronto, ma ammette che “finora Mosca non ha dato alcun segnale”. Nel frattempo, il cancelliere tedesco Merz conferma che la Russia non ha alcuna intenzione di cessare il fuoco, ricordando gli attacchi su Kiev proprio mentre si negoziava in Alaska.

La riunione dei Volenterosi, Macron: “Chiarezza sulla sicurezza dell’Ucraina”

Nel pomeriggio, in videoconferenza, si è riunita la coalizione dei Volenterosi – il gruppo di Paesi pronti a sostenere e monitorare qualsiasi futuro accordo di pace. Collegati Emmanuel Macron dalla residenza estiva al forte di Brégançon, Giorgia Meloni da Roma, Keir Starmer da Londra, Friedrich Merz da Berlino e lo stesso Zelensky da Bruxelles insieme a von der Leyen.

L’incontro è durato circa due ore. Alla fine, un messaggio condiviso: nessuna cessione territoriale può essere decisa senza Kiev. Il vicepremier polacco Radek Sikorski è stato netto: “Per la pace bisogna esercitare pressione sull’aggressore, non sulla vittima”.

Secondo Macron, l’obiettivo della riunione era duplice: “essere chiari sulle garanzie di sicurezza che vogliamo e preparare la visita di Zelensky a Washington. Dobbiamo anche organizzare i prossimi incontri con Putin, gli Stati Uniti e l’Europa. Se oggi non mostriamo fermezza con la Russia stiamo preparando i conflitti di domani” in Ucraina. “Tutto il lavoro fatto all’interno della Coalizione dei Volenterosi è per una pace giusta e duratura e non possono esserci divisioni su questo tra Usa, Ucraina ed Europa” ha spiegato Macron.

Dal Consiglio europeo arriva un messaggio altrettanto fermo. Antonio Costa avverte “se non ci sarà un cessate il fuoco, Ue e Usa dovranno aumentare la pressione sulla Russia. L’Ucraina deve restare libera di decidere le condizioni della pace”. Il portavoce della Commissione Ue conferma che la discussione si è concentrata su quattro punti: fermare le uccisioni, mantenere la pressione delle sanzioni, garantire che l’Ucraina decida del proprio territorio, definire garanzie di sicurezza solide a tutela di Kiev e dell’Europa.

Lunedì a Washington, il giorno della verità

Ma il vero spartiacque sarà domani. Secondo indiscrezioni di Bild, domani Donald Trump riceverà Zelensky dapprima in privato, con un pranzo di lavoro e un colloquio bilaterale, e solo successivamente si uniranno i leader europei, Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer, Alexander Stubb e il segretario della Nato Mark Rutte.

Un formato che evidenzia la volontà di Trump di gestire in prima persona il negoziato, relegando gli alleati a un ruolo di contorno.

Sullo sfondo restano le parole di Steve Witkoff, emissario di Trump, che alla Cnn ha parlato apertamente di “cessione di territori ucraini” come tema centrale del vertice di domani, e di “concessioni russe” su cinque regioni, dal Donbass alla Crimea. Zelensky ha risposto secco: “Donetsk alla Russia? Impossibile. La Costituzione ce lo vieta”.

La tensione resta alta. Trump intanto rilancia su Truth: “Grandi progressi con la Russia, restate sintonizzati”. L’Europa, compatta nei Volenterosi, prova a blindare Kiev. Ma il banco di prova sarà domani, a Washington. Oltre al futuro dell’Ucraina, c’è in ballo anche la credibilità dell’Europa.

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