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Transizione energetica: Italia al vertice in Europa, ma servono ancora 1.010 miliardi di investimenti. Report Agici

Nel 2024 gli investimenti nelle infrastrutture energetiche italiane crescono del 18% per le multiutility e del 26% per le reti. Secondo Agici, l’Italia guida la transizione verso il Net Zero 2050 con un piano da 64 miliardi entro il 2035 e operazioni M&A strategiche. Servono, però, ulteriori investimenti per la transizione

Transizione energetica: Italia al vertice in Europa, ma servono ancora 1.010 miliardi di investimenti. Report Agici

L’Italia si conferma in prima linea nella corsa alla decarbonizzazione, con un’accelerazione significativa degli investimenti nelle infrastrutture energetiche. È quanto emerso dall’analisi presentata da Agici nel corso dell’evento The role of utilities and their networks in achieving a net-zero economy, organizzato all’interno di Net Zero Milano 2025. Il report mette in luce una dinamica positiva per il nostro Paese, che sta reagendo con decisione alle sfide della transizione energetica, distinguendosi nel contesto europeo per rapidità e consistenza degli interventi.

Investimenti in forte crescita: +18% multiutility, +26% operatori di rete

Nel 2024 gli investimenti nelle reti elettriche, del gas e del teleriscaldamento hanno raggiunto quota 10,5 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 9 miliardi del 2023. A trainare l’incremento sono state soprattutto le multiutility e le compagnie energetiche, che hanno aumentato la spesa del 18%, e gli operatori di rete, con un balzo del 26%. Le aree di intervento prioritarie sono state la digitalizzazione, la resilienza delle reti, la sostituzione e l’ammodernamento delle infrastrutture, e l’adattamento per il trasporto di idrogeno e biometano.

Una traiettoria solida fino al 2035

Secondo le stime Agici, il trend è destinato a rafforzarsi nei prossimi anni. Gli investimenti previsti ammonteranno a 14 miliardi di euro nel 2025, saliranno a 15 miliardi nel 2026 e a 16 miliardi nel 2027. Nell’orizzonte al 2035, il volume complessivo toccherà 64 miliardi di euro, di cui 37,6 miliardi da parte degli operatori di rete e 26,4 miliardi provenienti da multiutility e compagnie energetiche. Si tratta di una crescita che conferma l’impegno strutturale del sistema industriale italiano verso un’infrastruttura energetica moderna, efficiente e decarbonizzata.

M&A strategiche per consolidare la leadership italiana

La transizione non passa solo dagli investimenti diretti, ma anche da un’intensa attività di M&A (Mergers and Acquisitions). Nel solo 2024, le operazioni di fusione e acquisizione nel settore delle reti hanno superato i 5 miliardi di euro. Tra le più significative, l’ingresso di Snam in Open Grid Europe e l’acquisizione di 2i Rete Gas da parte di Italgas, che hanno rafforzato il posizionamento europeo delle due aziende italiane. Anche A2A ha giocato un ruolo di primo piano, con l’acquisizione di Duereti, diventando il secondo operatore nazionale per numero di contatori elettrici gestiti. A queste si aggiungono l’acquisto di Egea da parte di Iren, l’accordo tra Terna e Areti per le infrastrutture in alta tensione a Roma e la cessione degli asset gas di A2A ad Ascopiave.

Il confronto europeo: l’Italia avanti nella transizione

Il dinamismo italiano si inserisce in un contesto europeo in crescita. Nel 2024, le principali compagnie energetiche europee hanno aumentato gli investimenti del 22% rispetto all’anno precedente, puntando su digitalizzazione, rinnovabili e internazionalizzazione. Agici stima che entro il 2028 gli investimenti previsti in Europa raggiungeranno 66,7 miliardi di euro. In questo quadro, l’Italia si posiziona tra i top performer a livello continentale.

Servono altri 1.010 miliardi per completare la transizione

Nonostante i progressi, il percorso verso il Net Zero 2050 è tutt’altro che concluso. Secondo Agici, saranno necessari ulteriori investimenti per circa 1.010 miliardi di euro entro metà secolo, da destinare ai settori residenziale, terziario e dei trasporti. Il comparto residenziale da solo assorbirà 785 miliardi di euro, di cui 545 miliardi per interventi di efficienza energetica. Il terziario richiederà 185 miliardi, mentre per la mobilità serviranno 110 miliardi, in gran parte per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica e delle stazioni a idrogeno. In particolare, si prevede l’installazione di 17.533 colonnine elettriche e 691 stazioni di rifornimento a idrogeno.

La transizione in atto riguarda tutte le infrastrutture di rete, che dovranno essere ripensate in chiave fisica e digitale per ospitare le nuove fonti di energia pulita e supportare modelli avanzati di mobilità e riscaldamento. Si tratta di una trasformazione profonda, che può concretizzarsi solo con la collaborazione tra pubblico e privato, e con una visione condivisa dell’evoluzione del sistema energetico nazionale.

Marco Carta (Agici): “Utility italiane tra i migliori performer”

“Nel percorso verso gli obiettivi di Net Zero, gli operatori italiani hanno dimostrato grande reattività nell’adeguare le reti alle sfide della transizione energetica, collocandosi tra i top performer a livello europeo”, ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici. “Sebbene la strada sia ancora lunga, gli investimenti già compiuti e quelli pianificati testimoniano come l’importanza e l’urgenza della transizione siano state recepite e integrate nelle strategie di sviluppo delle utility italiane“.

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