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Tesla nuovo bonus a Musk: 30 miliardi in azioni per restare, ma intanto i clienti voltano le spalle al brand

Il board di Tesla assegna a Elon Musk un pacchetto da 30 miliardi di dollari per rafforzarne il controllo. Ma tra crollo delle vendite, problemi legali e calo di fiducia dei clienti, la scommessa è rischiosa

Tesla nuovo bonus a Musk: 30 miliardi in azioni per restare, ma intanto i clienti voltano le spalle al brand

Nuova pioggia di miliardi per l’uomo più ricco del mondo. Il consiglio di amministrazione di Tesla ha approvato un nuovo pacchetto da 96 milioni di azioni, pari a circa 30 miliardi di dollari, destinato a Elon Musk. La casa dell’auto elettrica cede ancora una volta al suo ceo, che da mesi minacciava l’addio se non avesse ottenuto maggiore controllo sulla società. E quel controllo ora arriva: la quota di Musk salirà oltre il 15%, blindando la sua posizione e complicando qualsiasi tentativo di rimozione da parte degli azionisti.

Il pacchetto è stato approvato da un comitato ristretto del board, composto da Robyn Denholm e Kathleen Wilson-Thompson. Nella lettera agli investitori, Tesla giustifica la decisione parlando di “trasformazione strategica” e della necessità di una leadership “visionaria e instancabile”. Il messaggio è esplicito: mantenere Elon è più importante che mai. Il prezzo, però, è altissimo.

Premio nato da una sconfitta legale

Il nuovo piano di compenso arriva dopo la clamorosa bocciatura del precedente: 56 miliardi di dollari annullati a gennaio dalla Corte del Delaware. La giudice Kathaleen McCormick aveva definito quel bonus “sproporzionato” e criticato un consiglio di amministrazione troppo arrendevole. Quel colpo non è mai stato digerito dal Musk, che ha rilanciato: o più azioni e controllo, o l’addio. E così è stato accontentato. Pagherà 23 dollari ad azione, per un esborso personale di 2,3 miliardi, in cambio di un pacchetto che oggi vale oltre 15 volte tanto. Le azioni matureranno in due anni e resteranno vincolate per altri cinque.
Più che una ricompensa, è uno strumento per consolidare definitivamente il potere dell’imprenditore sull’azienda.

Ora, con il nuovo pacchetto, Musk potrà salire a oltre il 15% del capitale di Tesla (dal 12,8% attuale), rafforzando così la sua presa sull’azienda.

Tesla: fedeltà in calo

Ma questa centralizzazione ha un costo. Tesla è sempre più identificata con il suo leader, e questo ha cominciato a pesare sull’immagine del marchio. Dopo l’endorsement a Donald Trump e l’ingresso (poi ritiro) nel suo governo, la fedeltà dei clienti americani è crollata. Secondo S&P Global Mobility, la quota di famiglie che hanno riacquistato una Tesla è passata dal 73% di giugno 2024 al 49,9% di marzo 2025. Un crollo definito “senza precedenti” dagli analisti.

Solo di recente il dato è risalito al 57,4%, ma Tesla è ormai superata da Chevrolet e Ford. In Europa, la situazione non è migliore con vendite in calo del 33% nel primo semestre e una Byd sempre più aggressiva.

Tesla, nata come simbolo della mobilità sostenibile, rischia oggi di trasformarsi in un marchio polarizzante, legato alle scelte (e agli umori) del suo fondatore.

Tesla perde terreno tra grane in tribunale e modelli invecchiati

Come se non bastasse, i problemi legali si accumulano. Una giuria federale in Florida ha condannato Tesla a 243 milioni di dollari per un incidente mortale del 2019, causato da un Model S con Autopilot attivo. È la prima condanna piena per l’azienda, dopo anni di patteggiamenti o assoluzioni.

Sul fronte industriale, il quadro è altrettanto preoccupante. Nei primi cinque mesi del 2025, le vendite sono scese dell’8% negli Stati Uniti e del 45% in Europa ad aprile. Il Cybertruck, presentato come il futuro della mobilità, si è rivelato un flop.

In Cina, Tesla segna il sesto mese negativo su sette: -8,4% a luglio dalle linee di Shanghai. E mentre si prepara una nuova versione a sei posti del Model Y per rilanciare la domanda, l’impressione è che l’azienda navighi a vista.

Durante l’ultima call con gli investitori, il Cfo Vaibhav Taneja ha parlato di ostilità verso il marchio, atti vandalici e interruzioni produttive. Il risultato è un trimestre chiuso con utili in calo del 16%.

Musk: un uomo solo al comando

Nel frattempo, Musk continua a spostare l’asse strategico dell’azienda. Non solo auto elettrica ma anche robotaxi, robot umanoidi, diner club. Una rivoluzione ambiziosa, ma ancora priva di concretezza industriale. E mentre il futuro si progetta su carta, i modelli in gamma invecchiano, la concorrenza accelera, e la leadership di mercato si erode.

In questo contesto Tesla scommette tutto su Musk. Il board lo definisce un “premio in buona fede”, ma nei fatti è una resa al suo fondatore. Una scommessa da 30 miliardi, mentre la fiducia dei clienti vacilla, i ricavi rallentano e la reputazione si sfalda.

Re Elon è ancora in sella. Ma il trono, per quanto d’oro, scricchiola sotto il peso delle sue stesse promesse.

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