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Roma-Verona, il debutto di De Rossi in panchina incanta l’Olimpico. Il Milan a Udine a caccia di punti

Il suggestivo ritorno di Daniele De Rossi alla Roma, ma da allenatore al posto di Mourinho, animerà il match dell’Olimpico dei giallorossi contro il Verona. De Rossi punta al quarto posto per entrare in Champions e ritrova Dybala. Pioli carica il Milan per l’insidiosa trasferta di Udine

Roma-Verona, il debutto di De Rossi in panchina incanta l’Olimpico. Il Milan a Udine a caccia di punti

Chi per la svolta, chi per la conferma. La 21esima giornata di Serie A, “mozzata” dalla concomitante Supercoppa Italiana (lunedì la finale Napoli-Inter, rinviate Inter-Atalanta, Torino-Lazio, Sassuolo-Napoli e Bologna-Fiorentina), inizia oggi con due partite molto interessanti come Roma-Verona e Udinese-Milan. L’attenzione è focalizzata anzitutto su Daniele De Rossi, al debutto sulla panchina giallorossa dopo il clamoroso (se non altro per le tempistiche) esonero di Mourinho, ma anche la trasferta dei rossoneri in Friuli offre parecchi spunti d’interesse.

Udinese – Milan (ore 20.45, Dazn e Sky)

Il Diavolo cerca punti per capire cosa vuole fare da grande. L’attuale situazione di classifica, infatti, lo vede in un limbo abbastanza particolare: troppo lontano dalla coppia di testa Inter-Juve (rispettivamente 9 e 7 punti), ma anche con un bel margine di vantaggio sull’Atalanta quinta (+ 9). Riuscirà il Milan a rientrare nella corsa scudetto, magari sfruttando lo scontro diretto tra Inter e Juventus del 4 febbraio, o verrà risucchiato nel gruppone che punta alla Champions League? Impossibile avere risposte certe, eppure la trasferta di Udine ha tutta l’aria di poter dare indicazioni più precise. Già, perché se Pioli non è attaccato a Inzaghi e Allegri lo deve proprio a partite come questa, nelle quali ha perso punti sanguinosi: Lecce (2-2), Salernitana (2-2) e la stessa Udinese (0-1), infatti, sono il motivo per cui i rossoneri non lottano con le altre due, almeno per il momento. La svolta, oltre che dagli scontri diretti con Inter e Juve, passa proprio da una continuità in provincia sinora sconosciuta, a maggior ragione in trasferta, ecco perché la trasferta in Friuli, storicamente complicata (una vittoria negli ultimi quattro precedenti, l’ultima nel 2020), diventa una cartina di tornasole sulle reali ambizioni del Milan. Cioffi, inoltre, è reduce da un buon periodo nel quale ha perso solo con la Lazio, a fronte dei pareggi con Fiorentina, Torino e Sassuolo e dello splendido successo sul Bologna, ragion per cui la sua Udinese non va assolutamente sottovalutata.

Pioli: “Il passato non conta, dobbiamo vincere. Guardie e ladri? A me piace nascondino…”

“Non conta il passato con loro, sono cambiati come noi – ha glissato Pioli in conferenza stampa -. Stanno bene e proveremo a superarci a vicenda, dobbiamo avere la lucidità di essere sempre performanti e fare un girone di ritorno di alto livello, migliore rispetto a quello d’andata. Serve giocare al meglio delle proprie possibilità, non esistono partite di cartello o di provincia: bisogna tornare a casa col bottino pieno. Fra 3-4 mesi metteremo gli occhi sulla classifica, guardarla ora non ha senso ora, intanto però avere delle settimane libere ci permette di lavorare meglio singolarmente. Il mercato? Serve un difensore, la società sta lavorando, gli obiettivi non sono cambiati per nulla dopo le ultime uscite. Dove mi colloco nella diatriba di “guardie e ladri” tra Inter e Juve? A me piace giocare a nascondino e poi fare tana libera tutti…”.

Udinese – Milan, le formazioni: Pioli conferma la formazione anti-Roma

Per la prima volta in stagione Pioli potrà schierare la stessa formazione per due gare di seguito, in attesa di aiuti dal mercato (il sogno è Buongiorno, ma il Torino vende solo per una mega offerta) e dall’infermeria. L’undici di Udine, infatti, sarà identico a quello di domenica scorsa contro la Roma, dunque 4-2-3-1 con Maignan in porta, Calabria, Kjaer, Gabbia e Theo Hernandez in difesa, Adli e Reijnders a centrocampo, Pulisic, Loftus-Cheek e Leao (a secco di gol in campionato dal 23 settembre scorso) sulla trequarti, Giroud in attacco. 3-5-1-1 d’ordinanza invece per Cioffi, che risponderà con Okoye tra i pali, Joao Ferreira, Perez e Kristensen nel reparto arretrato, Ebosele, Lovric, Walace, Payero e Kamara in mediana, Pereyra alle spalle dell’unica punta Lucca.

Roma – Verona (ore 18, Dazn)

A catalizzare maggiormente l’attenzione, come detto in apertura, è però la sfida dell’Olimpico tra Roma e Verona, non tanto per la gara in sé quanto per il debutto di De Rossi, alla prima da allenatore giallorosso. I fatti della settimana hanno scosso l’ambiente dalle fondamenta, anzitutto per la cacciata di José Mourinho: inquilino ormai indesiderato per i Friedkin, capopopolo amatissimo per il pubblico, tanto che se la contestazione è rimasta sui social (oggi però vedremo la risposta dell’Olimpico) lo si deve solo ed esclusivamente alla figura di DDR, preso anche per questo motivo. Ma la partita col Verona è importante a prescindere e lo sarebbe stata pure con lo Special One, visto che sarà la prima di un ciclo più morbido (dopo quello di ferro con Napoli, Juventus, Atalanta, Lazio e Milan) che proseguirà con Salernitana e Cagliari. De Rossi sa di avere un bel credito verso il pubblico, così come che le chances di Champions passano proprio da questo trittico: 9 punti accorcerebbero tantissimo la classifica e darebbero un sapore completamente diverso alla stagione giallorossa. L’Hellas poi sembra proprio essere l’avversario ideale vista la smobilitazione attuata da Setti, capace di vendere Hien, Terracciano, Faraoni, Hongla, Ngonge e Doig, a fronte di acquisti decisamente inferiori. Baroni però sembrerebbe non essersene accorto, alla luce delle vittorie con Cagliari ed Empoli (e della sconfitta, a testa altissima, a Milano contro l’Inter) che lo tengono in piena corsa salvezza: il Verona è ferito ma vivo, dunque la Roma farà bene a non sottovalutarlo.

De Rossi: “Mi giocherò le mie carte fino alla morte, il quarto posto è possibile”

“Avrei firmato anche in bianco, un gesto dovuto per quello che sono stato per la Roma e per l’opportunità grande che mi hanno dato – le prime parole di De Rossi da allenatore giallorosso -. Non ci sono condizioni o clausole per la mia permanenza, ma voglio giocarmi le mie carte e ho chiesto di essere trattato da allenatore, non da ex giocatore o bandiera: me la giocherò fino alla morte per rimanere qui. Non si rifiuta la Roma, è una situazione particolare, ci sono uomini che rifiutano e uomini che si buttano dentro. Non è una scelta per nostalgia del passato, ma l’unica ragione per cui io avrei detto no era se avessi pensato che la squadra fosse scarsa o mediocre. Per me invece è forte, faremo una bella figura e mi aiuterà anche nel percorso di crescita. Il mio obiettivo? Sarei felice se a fine stagione saremo tra le prime quattro, è una cosa non facile ma possibile”.

Roma – Verona, le formazioni: De Rossi ritrova Dybala e passa al 4-3-2-1

La prima Roma di De Rossi sarà all’insegna del cambiamento, anche per via delle squalifiche di Mancini e Cristante che azzerano le opzioni in fase difensiva. DDR archivierà così il 3-5-2 di mourinhiana memoria (almeno oggi) per passare a un più offensivo 4-3-2-1, evidentemente caldeggiato dai Friedkin, desiderosi di vedere una squadra più spettacolare e meno nevrotica. Il tecnico punterà su Rui Patricio in porta, Karsdorp, Llorente, Huijsen e Spinazzola in difesa, Pellegrini, Paredes e Bove a centrocampo, Dybala ed El Shaarawy sulla trequarti, Lukaku in attacco. Rosa ridotta all’osso per Baroni, che oltre al lungo elenco di ceduti deve fare a meno degli squalificati Lazovic, Duda e Coppola: la missione è complicata, ma lui ci proverà con un 4-2-3-1 con Montipò tra i pali, Tchatchoua, Dawidowicz, Magnani e Cabal nel reparto arretrato, Serdar e Folorunsho in mediana, Saponara, Suslov e Mboula alle spalle dell’unica punta Djuric.

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