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Piazza Affari peggior Borsa d’Europa

I forti ribassi di Fca, Cnh, Banco Popolare, Telecom Italia ed Eni travolgono la Borsa di Milano (-1,88%) ma anche gli altri listini europei chiudono in rosso – Pesano il calo del prezzo del petrolio e cattivi dati americani – In controtendenza Azimut, Anima, Buzzi, Banca Mediolanum e Yoox.

Piazza Affari peggior Borsa d’Europa

Tutti i principali indici europei terminano la seduta in rosso complice il drastico calo del petrolio. Il petrolio Wti cede il 3,63% sotto i 37 dollari al barile. ll Ftse Mib cede l’1,88% così come perdono oltre un punto percentuale Parigi -1,43% e Francoforte -1,71% mentre Londra limita il calo allo 0,47%. In mattinata gli operatori hanno dovuto anche digerire il deciso peggioramento per la fiducia delle grandi aziende in Giappone, con l’indice Tankan, stilato trimestralmente tra 10.500 aziende dalla Bank of Japan, che nel primo trimestre 2016 è crollato a sei punti da 12, peggio delle attese che si aspettavano un calo a 8 punti. Tokyo ha chiuso in calo del 3,55%. In rosso anche l’Hang Seng, -1,34%. L’euro dollaro è invariato a 1,1378.

Lo spread Btp-Bund chiude in leggera risalita a 107,9 punti base e rendimento all’1,23%. Oggi il ministero dell’Economia ha comunicato l’emissione del Btp Italia indicizzato all’inflazione italiana con godimento 11 aprile 2016 e scadenza 11 aprile 2024. L’emissione avrà luogo sul MOT attraverso Banca IMI e Unicredit dal 4 al 7 aprile 2016. Il tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito è pari a 0,40%. Il tasso cedolare (reale) annuo definitivo – si legge nella nota del Tesoro – sarà fissato al termine del periodo di raccolta degli ordini di acquisto e non potrà essere inferiore al tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito.

A Wall Street, dopo un avvio pesante, gli indici riprendono quota e viaggiano in modesto rialzo. Il Dow Jones sale dello 0m20%, l’S&P500 dello 0,22% e il Nasdaq dello 0,35%. Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è salito a sorpresa in marzo al 5% dal 4,9% del mese precedente, mentre gli analisti si attendevano una conferma dei livelli di febbraio. Secondo i dati del dipartimento del Lavoro inoltre nel mese sono stati creati 215.000 posti di lavoro, leggermente sopra le attese per 213.000.

Sul fronte macroeconomico, è stato pubblicato anche il dato sulla fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan che si è attestata a 91 punti alla fine di marzo, al di sopra delle attese degli analisti che erano per una performance a quota 90,4 punti. Sopra alle attese anche l’indice Ism che sale a quota 51,8 punti. Sotto le attese invece le spese per costruzioni inflessione dello 0,5%.

Sul fronte dell’occupazione, giorno di statistiche anche per l’Italia. L’Istat ha reso noto che a febbraio la disoccupazione è salita dello 0,1%, sostanzialmente stabile, ma gli occupati mensili sono in calo. Nell’Eurozona è stato pubblicato l’indice Pmi Markit sul settore manifatturiero, che vede l’Eurozona in leggera ripresa trainata proprio dall’Italia, che registra il miglior dato del primo trimestre 2016, facendo nettamente meglio della Germania (stabile) e della Francia (in contrazione). I dati sull’Eurozona sono risultati migliori delle attese.

A Piazza Affari ancora acquisti sul risparmio gestito dopo che l’Esma non ha cambiato le norme sul metodo di calcolo sulle commissioni di performance. Per i broker non è escluso un inasprimento della normativa in futuro al momento ma, come dice Mediobanca Securities, per ora ”no news is good news”. Azimut +3,01%, Anima +2,33%, Banca Mediolanum +0,78%. In evidenza sul Ftse Mib anche Buzzi Unicem +0,92% e Yoox +0,37%.

In fondo al paniere delle blue chip c’è Fca che cade del 4,86%. L’ad Marchionne ieri ha frenato gli entusiasmi su eventuali nozze con Psa. Per il numero uno di Fca, il limite sarebbe quello di rendere più difficile il matrimonio con altri gruppi globali che offrono maggiori sinergie e ai quali Marchionne, senza fare nomi, ha detto di essere aperto. Giù anche Cnh Industrial -4,35%.

Ancora vendite sul Banco Popolare, -4,63%, tra i peggiori titoli in vista dell’aumento propedeutico alla fusione con Bpm. In fondo al Ftse Mib si muovono infine Ani -3,83% e Telecom Italia -3,48%.

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