Mps sorprende nel primo semestre 2025: utile a 892 milioni, in calo solo per effetti fiscali straordinari 2024. Senza quelle “voci”, +21,4% grazie a ricavi in crescita a 2,05 miliardi, spinti da commissioni nette +9,1% e un balzo del 32,2% nella gestione finanziaria. Risultati che il mercato premia: il titolo Mps a Piazza Affari balza del 3,37%, toccando 7,74 euro.
Mentre Rocca Salimbeni svela i conti, il mercato tiene il fiato sospeso sull’Ops di Mps su Mediobanca e sulla risposta di Generali, che questa mattina deciderà sull’estensione decennale degli accordi distributivi con Banca Generali, inclusa la possibile estensione alla rete di Piazzetta Cuccia. Se arriva il via libera, l’assemblea straordinaria di Mediobanca potrebbe scattare già il 21 agosto, aprendo la strada a un vero e proprio colosso italiano del wealth management. Intanto, l’ad dei Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio, sta già valutando le contromosse per rispondere a questo blitz di Alberto Nagel, ceo di Mediobanca. Il vero asso nella manica? La solidità patrimoniale. Con un coefficiente Cet1 stabile al 19,6% e un capitale di alta qualità pari a 8,5 miliardi (dato in linea con il bilancio 2024), Mps può contare su un eccesso di capitale stimato in circa 2,8 miliardi da giocare per potenziare l’offerta su Piazzetta Cuccia. È quanto calcola Milano Finanza.
Mps: ricavi in aumento grazie a commissioni e gestione finanziaria
Mps archivia il primo semestre 2025 con utili per 892 milioni di euro, in flessione del 23% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma attenzione: l’anno scorso la banca aveva beneficiato di 457 milioni di vantaggi fiscali. Senza quelle voci straordinarie, l’utile sarebbe in crescita del 21,4% a 856,8 milioni di euro. Il secondo trimestre si chiude con un risultato netto di 479 milioni, in aumento del 15,7% sul primo trimestre e ben al di sopra delle previsioni degli analisti, che stimavano profitti intorno ai 349 milioni. Un risultato definito dalla stessa banca “eccellente”. Forte di questi numeri, Mps guarda avanti con ottimismo: l’ad Lovaglio ha annunciato in conference call con gli analisti un rialzo delle stime per l’utile lordo dell’anno, ora previsto sopra 1,5 miliardi.
I ricavi complessivi del semestre si attestano a 2.054 milioni di euro, in crescita dell’1,1% su base annua, trainati da commissioni nette in salita del 9,1% (803 milioni di euro) e da un forte balzo degli altri ricavi della gestione finanziaria (+32,2%). Questi elementi hanno controbilanciato la contrazione del margine di interesse, sceso del 6,7% su base annua a 1.094 milioni, penalizzato dalla discesa dei tassi attivi e solo in parte attenuata dai minori interessi passivi sui titoli in circolazione.
Nel solo secondo trimestre, i ricavi hanno raggiunto quota 1.047 milioni di euro, in crescita del 3,9% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il miglioramento è stato generalizzato su tutte le componenti: il margine di interesse è salito dell’1,5%, le commissioni nette dell’1,7%, mentre gli altri ricavi della gestione finanziaria hanno messo a segno un balzo del 32,8%.
Oneri operativi sotto controllo, risultato operativo lordo in crescita
Gli oneri operativi ammontano a 943 milioni di euro (+2% su base annua), spinti in particolare dal rinnovo del Ccnl bancari che ha inciso sulle spese per il personale (+5,3%). Le altre spese amministrative calano del 3,9% a 223 milioni, confermando l’efficacia delle politiche di contenimento costi. Il cost/income ratio si mantiene su livelli molto contenuti e si attesta al 45,9%, rispetto al 46% registrato nel primo semestre 2024.
Il risultato operativo lordo sale a 1.111 milioni di euro (+0,5% annuo), con un secondo trimestre in netto miglioramento (+7,6% su base trimestrale, a 576 milioni). Il risultato operativo netto cresce a 936 milioni di euro, rispetto agli 897 milioni dello stesso periodo del 2024.
Il costo del credito si riduce a 175 milioni di euro nel semestre (84 milioni nel solo secondo trimestre), in calo rispetto ai 204 milioni dell’anno precedente, con un tasso di provisioning che scende a 43 punti base, confermando il miglioramento della qualità del credito. I finanziamenti deteriorati netti scendono a circa 1,7 miliardi di euro, considerando le cessioni in corso, e la copertura complessiva si attesta al 49,3% (al netto delle cessioni al 46,7%).
Indicatori patrimoniali solidi: CET1 fully loaded al 19,6%
Ottima la solidità patrimoniale: CET1 ratio fully loaded al 19,6%, confermato ai livelli record del primo trimestre, con un buffer di capitale di 840 punti base sopra i requisiti minimi di vigilanza. Il Total Capital Ratio si attesta al 21,8%, includendo l’utile di periodo (la cui inclusione è soggetta ad approvazione Bce) e assumendo un payout del 75%.
“La nostra posizione nel capitale è molto forte e si mantiene forte. È importante sottolineare che abbiamo mantenuto questo livello nonostante l’incremento degli attivi ponderati per il rischio (rwa) nonostante l’elevata attività creditizia nel semestre”, ha spiegato il ceo Lovaglio in conference call con gli analisti.
Il patrimonio netto al 30 giugno 2025 è pari a 11,5 miliardi di euro, in calo rispetto a marzo per effetto della distribuzione del dividendo 2024 (1.083 milioni di euro).
Banca Mps “sta studiando” la possibilità di anticipare già al 2025 un pay out ratio del 100% per il dividendo. “Il pay out è qualcosa a cui stiamo pensando. Vedremo come si evolverà la performance nella seconda parte dell’anno ma siamo fiduciosi che potremo anticipare il pay out ratio del 100% gia’ nel 2025”, ha dichiarato il banchiere.
Raccolta e impieghi in aumento
La raccolta complessiva cresce a 200,4 miliardi di euro, trainata da un aumento della raccolta indiretta (+2,3 miliardi nel trimestre), mentre la raccolta diretta resta stabile. In crescita anche la raccolta commerciale (171 miliardi, +2,5% rispetto a marzo) e gli impieghi alla clientela, che salgono a 80,5 miliardi (+1,9 miliardi nel trimestre), con focus su mutui (+1,1 miliardi) e altri finanziamenti.
Il portafoglio titoli si attesta a 19 miliardi, sostanzialmente stabile rispetto a marzo ma in aumento rispetto a dicembre 2024 (+1,5 miliardi). La posizione interbancaria netta è in impiego per 4,1 miliardi, in calo rispetto ai trimestri precedenti. La liquidità operativa disponibile (counterbalancing capacity) è pari a 31 miliardi di euro.
Mps-Mediobanca: avanti con l’Ops
Mps ricorda anche l’avvio dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, partita il 14 luglio e in corso fino all’8 settembre. L’obiettivo? “Creare una nuova forza competitiva, tra i leader nel settore bancario” con una “creazione di valore sostenibile per tutti gli stakeholder – chiara e solida remunerazione per gli azionisti”.
Durante la presentazione dei risultati, Lovaglio ha lanciato un appello chiaro ai soci di Piazzetta Cuccia: “La nostra offerta non vuole sostituire i punti di forza di Mediobanca ma mira a liberare il loro potenziale”. E ha aggiunto: “il nostro modello è molto più ampio e diversificato” e “la nostra proposta genererà una notevole crescita e valore”. Parole che marcano la distanza con la controparte guidata da Alberto Nagel che “segue un approccio erratico, senza una ratio chiara e un atteggiamento difensivo sulla protezione più che sulla creazione di valore”. Lovaglio ha poi confermato l’obiettivo di raggiungere nell’Ops Mediobanca il 66,6% del capitale.
Sulla mossa a sorpresa di Nagel su Banca Generali, invece: “Onestamente non mi sento di commentare in questo momento, considerando che oggi si riunirà il cda di Generali. Come ha detto Mediobanca, il risultato è cruciale per ulteriori passaggi nell’offerta su Banca Generali”.
Ultimo aggiornamento: mercoledì 6 agosto 2025 alle ore 9:45