La volatilità dei prezzi del petrolio – che lunedì prima salgono ma poi scendono – arriva velocemente anche alle pompe di benzina. Sarebbero però i rialzi registrati venerdì sui listini quelli che si riversano sulle medie dei prezzi praticati alla pompa di benzina e gasolio, che balzano ai massimi da inizio aprile. La benzina self service si attesta in media a 1,748 euro il litro, il diesel self service a 1,670 euro il libro mentre la benzina servito a 1,886 euro il litro e il diesel servito a 1,806 euro il litro. La verde su alcune autostrade sfonda già la soglia dei 2,3 euro al litro sul servito. I consumatori parlano di speculazione ma Assopetroli minimizza: alla luce degli ultimi numeri, non emerge alcuna dinamica speculativa. Invece di alimentare polemiche infondate – aggiungono – invitiamo consumatori, operatori e media a utilizzare gli strumenti disponibili e a promuovere una cultura della mobilità informata e consapevole.
La benzina sfonda i 2,3 euro su alcune autostrade
Per il greggio i prezzi sono schizzati dopo la decisione degli Stati Uniti di sostenere Israele con il bombardamento dei siti nucleari iraniani. Il Brent sul mercato di Londra, e il principale contratto statunitense Wti in poco tempo hanno raggiunto i massimi livelli da gennaio. L’impatto sui carburanti è stato veloce.
I consumatori sono decisamente in allarme. Un pieno – ha calcolato l’Unione nazionale consumatori – viene 2 euro in più in 7 giorni. In autostrada – ha verificato il Codacons che ha monitorato i dati forniti dai distributori e pubblicati sull’apposito sito del Mimit – la benzina in modalità servito ha già sfondato la soglia psicologica dei 2,3 euro al litro presso diversi distributori. In autostrada, come è noto, i prezzi sono più elevati rispetto alla rete urbana – spiega il Codacons – Ad esempio sulla A4 Milano-Brescia la benzina viene venduta a 2,389 euro al litro al servito. Non si tratta di prezzi medi, ma di nuovi picchi registrati presso alcuni impianti.
La guerra scoppiata in Iran, come a suo tempo il conflitto ucraino, – dice uno studio realizzato da Centro di formazione e ricerca sui consumi e Assoutenti viene utilizzata come pretesto (in assenza di impedimenti reali quali il blocco della produzione o la chiusura dello stretto di Hormuz) per fenomeni speculativi sulle quotazioni dei prodotti energetici, ma il peggio deve ancora venire, e il conflitto in atto rischia di avere ripercussioni dirette per le tasche dei cittadini italiani e delle imprese. Secondo gli analisti una eventuale chiusura dello stretto di Hormuz porterebbe il petrolio a schizzare ai 100 dollari al barile, una ipotesi che avrebbe effetti devastanti sui listini dei carburanti: a tali livelli la benzina arriverebbe a costare in media 2,024 euro al litro in Italia.
Garante: sì a Commissione di allerta rapida
A fronte delle recenti variazioni nei prezzi dei carburanti legate alle tensioni geopolitiche in Medioriente, il Garante per la sorveglianza dei prezzi del Mimit, su indicazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato una Commissione di allerta rapida in materia per mercoledì 25 giugno, alle ore 15. Lo ha reso noto il ministero.