Che cosa c’è dietro il continuo calo dello spread tra Btp e Bund e dietro il buon andamento di Piazza Affari anche nei giorni della crisi di governo? C’è soprattutto una certezza: il fatto che l’uscita della Lega dal Governo allontana l’incubo di Italexit e dello scontro continuo con l’Europa.
Nei 20 giorni che vanno dall’annuncio della sfiducia al Governo Conte manifestato dalla Lega a ieri lo spread Btp-Bund è sceso dai 203 punti base dell’8 agosto – che sono però saliti a 239 nei giorni immediatamente successivi – ai 174 punti base di ieri, dopo una temporanea incursione addirittura sotto quota 170 durante la seduta.
La discesa dello spread è figlia del calo dei rendimenti del Btp decennale che è crollato sotto l’1% toccando così il minimo storico dei titoli di Stato che fanno da riferimento nel confronto con quelli della Germania e non solo. Il che vuol dire che lo Stato italiano dovrà pagare interessi sul debito pubblico nettamente inferiori al previsto, con beneficio della manovra di bilancio, che – grazie anche al buon gettito fiscale dovuto alla fatturazione elettronica – potrà essere meno aspra di quanto non si temesse solo qualche settimana fa. Naturalmente sulla riduzione dei tassi pesa anche l’attesa per il nuovo bazooka che la Bce promette di mettere in campocon il Quantitative easing , ma l’addio a Italexit ha indubbiamente fatto la sua parte.
Egualmente virtuoso è stato il trend dell’indice FtseMib di Piazza Affari, l’indice più significativo della Borsa perchè raccoglie le 40 più importanti blue chips del listino milanese: da 20.538 pb dell’8 agosto è salito ieri a 20.990, a un passo dalla soglia psicologica dei 21 mila punti base, tornando così ai livelli del maggio del 2018. In venti giorni, senza più l’incubo dell’uscita dall’euro, la Borsa di Milano ha guadagnato in buona sostanza due punti percentuali. Gli investitori ringraziano.