Condividi

I segreti della Tasi a Milano: la giungla delle detrazioni, le aliquote e i calcoli

Per pagare la Tasi nel Comune di Milano i contribuenti devono fare i conti con un sistema di detrazioni che prevede ben otto fasce a seconda della rendita – Sconti ulteriori per chi ha figli – L’aliquota è massima sulle abitazioni principali (2,5 per mille) – Affitti: il padrone di casa paga il 90% della tassa – Un esempio di calcolo e i codici per l’F24.

I segreti della Tasi a Milano: la giungla delle detrazioni, le aliquote e i calcoli

Più delle aliquote poterono le detrazioni. Nella difficile avventura della Tasi 2014, i residenti nel Comune di Milano devono fare i conti con una quantità di numeri superiore a quella di molte altre città. Non bastano le aliquote, le distinzioni capillari fra i vari tipi d’immobili, le spartizioni fra padroni di casa e inquilini in affitto. A complicare un calcolo già di per sé poco lineare, nel capoluogo lombardo interviene anche un sistema di detrazioni sulle abitazioni principali composto addirittura da otto fasce (contro le tre di Roma). E’ vero, si tratta pur sempre di soldi risparmiati dai contribuenti, ma la pioggia di scaglioni più che mai ravvicinati rischia di generare non poca confusione. Anche perché non si può contare nemmeno sul conforto della cifra tonda. 

DETRAZIONI SULLE ABITAZIONI PRINCIPALI

Il principio di fondo è che l’entità delle agevolazioni cala all’aumentare della rendita catastale. Ecco lo schema:  

– detrazione di 115 euro per le abitazioni con rendita catastale fino a 300 euro;

– detrazione di 112 euro per le abitazioni con rendita catastale da 301 a 350,99 euro;

– detrazione di 99 euro per le abitazioni con rendita catastale da 351 a 400,99 euro

– detrazione di 87 euro per le abitazioni con rendita catastale da 401 a 450,99 euro

– detrazione di 74 euro per le abitazioni con rendita catastale da 451 a 500,99 euro;

– detrazione di 61 euro per le abitazioni con rendita catastale da 501 a 550,99 euro;

– detrazione di 49 euro per le abitazioni con rendita catastale da 551 a 600,99 euro;

– detrazione di 24 euro per le abitazioni con rendita catastale da 601 a 700,00 euro;

Esclusi i primi due scaglioni, tutte le altre detrazioni sono valide solo “a condizione che il reddito complessivo del soggetto passivo, come determinato ai fini Irpef e al netto degli oneri deducibili – scrive il Comune di Milano –, non sia superiore a 21mila euro”. 

Alla detrazione di base legata alla rendita catastale si può aggiungere un ulteriore sconto di 20 euro per ciascun figlio di età non superiore ai 26 anni, purché abbia la residenza anagrafica e viva abitualmente nell’abitazione principale. Questo bonus supplementare non può superare i 60 euro. 

Non è prevista invece alcuna detrazione per le abitazioni principali di lusso (categorie catastali A1, A8 e A9) né per tutti gli immobili diversi dall’abitazione principale. Sono esclusi anche quelli concessi in comodato a figli o genitori, “non essendo tale fattispecie richiamata dall’art. 5 del Regolamento Tasi”, precisa ancora il Comune.

ALIQUOTE

Le aliquote Tasi deliberate dal Comune di Milano sono tre:

– il 2,5 per mille sulle abitazioni principali e relative pertinenze, esclusi gli immobili classificati nelle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi “di eminenti pregi artistici o storici”), poiché solo in questi tre casi sull’abitazione principale (di lusso) si paga anche l’Imu. 

Ai fini dell’aliquota Tasi, sono assimilati alle abitazioni principali anche altri tipi di unità immobiliari: la casa coniugale e le relative pertinenze a seguito dell’assegnazione da parte del giudice; la casa (non locata) posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di lungodegenza; immobili concessi in comodato a figli o genitori come abitazione principale, purché che il nucleo familiare del beneficiario abbia un Isee non superiore a 15mila euro annui; unico immobile (non affittato) di proprietà di militari o personale delle forze di polizia.

– Lo 0,8 per mille sulle abitazioni principali (e relative pertinenze) classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e su tutti gli immobili diversi dall’abitazione principale, esclusi i fabbricati rurali ad uso strumentale.

– l’1 per mille sui fabbricati rurali ad uso strumentale.

SCADENZE

Come la maggior parte delle principali città italiane, Milano rientra fra i circa 5.300 Comuni che hanno trasmesso al Tesoro la delibera con le aliquote entro il 10 settembre. Questo significa che le scadenze per i contribuenti sono due: l’acconto Tasi dovrà essere pagato entro il 16 ottobre, mentre per il saldo ci sarà tempo fino al 16 dicembre

AFFITTI

Per quanto riguarda gli immobili in affitto, il Comune di Milano ha stabilito che il 90% della Tasi sarà a carico del padrone di casa, mentre il restante 10% spetterà all’inquilino. I versamenti dovranno essere effettuati separatamente e in caso di mancato pagamento sarà l’amministrazione a dover recuperare le somme dovute. Gli affittuari saranno esentati dal versamento nel caso in cui l’importo dovuto sia inferiore a 16 euro o il contratto abbia una durata inferiore ai sei mesi nel corso dello stesso anno solare.

COME SI CALCOLA LA TASI A MILANO?

Per calcolare la Tasi si deve partire dalla base imponibile, che si ottiene prendendo la rendita catastale dell’immobile (ad esempio 1.000) e rivalutandola del 5% (quindi 1.000 + [1.000 x 0,05] = 1.050); il risultato va quindi moltiplicato per il relativo coefficiente, ad esempio 160 per le abitazioni principali e le relative pertinenze (1.050 x 160 = 168.000). Una volta calcolata la base imponibile è necessario moltiplicarla per l’aliquota (nel caso del 2,5 per mille, il calcolo è 168.000 x 0,0025 = 420). A questo punto basta sottrarre l’eventuale detrazione e il risultato finale corrisponde agli euro da versare.

Quanto agli importi, nel Comune di Milano, il confronto fra la Tasi 2014 e l’Imu 2012 sulla prima casa è impietoso. Secondo i calcoli dell’Ufficio territoriale della Uil, per una casa di cinque vani accatastata in A/3 (rendita 450 euro) abitata da una famiglia con reddito Isee di 10 mila euro e reddito Irpef di 20mila euro, senza figli si risparmieranno mediamente appena 40 centesimi, mentre con un figlio la spesa sarà superiore di 30 euro. Nel caso invece di un appartamento (sempre di cinque vani) accatastato in A/2 (rendita 750 euro) abitato da una famiglia con reddito Isee di 16mila euro e reddito Irpef di 20mila euro, il conto sarà più pesante di 11 euro senza figli e di 61 euro con un figlio.   

I CODICI PER IL MODELLO F24

– Comune di Milano: F205;

– codice tributo per l’abitazione principale e le relative pertinenze: 3958;

– per gli immobili diversi dalle abitazioni principali 3961;

– per i fabbricati rurali ad uso strumentale 3959;

– per le aree edificabili 3960.


Allegati: F205

Commenta